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La quantofrenia e la scienza didattica


alcuni brani di Pitirim Sorokin
un rapido commento
io sono «67/100»

Martedì, 11 luglio 2000


Riporto alcuni brani da «Mode e utopie nella sociologia moderna» di P. A. Sorokin, per iniziare una riflessione con un omaggio. Il testo è stato tradotto dalla Giunti nel 1965, ma ha un copyright originale del lontano 1956: credo sia ormai irreperibile, tuttavia rappresenta una lettura interessante e perfino attuale.









Dalla prefazione.
Ogni scienza, in ogni momento della sua esistenza storica porta nel suo contenuto non solo delle verità, ma anche molte mezze verità, pseudo-verità e addirittura anche veri errori. Questo si è verificato soprattutto nel caso della sociologia e della psicologia, poiché la complessità dei fenomeni mentali e sociali ha permesso che molti spropositi siano stati presi come la parola definitiva della scienza ‘definita operazionalmente, controllata empiricamente e misurata con la più assoluta precisione’...
Alcuni di questi malanni sono ben nascosti nei recessi di valide formulazioni, mentre altri infettano i metodi, le tecniche e i test di cui si servono queste scienze [...]
Per quanto riguarda l’irritazione e il disagio che [questa necessaria operazione di pulizia] probabilmente provocherà soprattutto fra i devoti di queste mezze e pseudo-verità, l’autore deve confessare umilmente che egli stesso è uno di questi ‘peccatori’.

Capitolo I: l’amnesia e i novelli Cristoforo Colombo. (cit. p. 1)
[...] Potremmo moltiplicare all’infinito gli esempi precedenti di ‘amnesia’ e di ‘complesso dello scopritore’. Più avanti vedremo che quasi tutte queste scoperte non sono in realtà che delle pompose insulsaggini, penose elaborazioni dei concetti più ovvi, innovazioni puramente terminologiche, o riscoperte di una sorta di ‘tavola sociologica di moltiplicazione’ la cui origine risale invece a molto tempo fa.
Quali sono le cause di questi due mali? [...] si sta facendo strada una strana credenza [...] e cioè che quanto meno un ricercatore dei fenomeni psico-sociali li conoscerà approfonditamente, tanto meno sarà parziale [...] l’addestramento [degli studenti e futuri ricercatori] consiste soprattutto nell’assimilazione delle varie tecniche e procedure di ricerca (tecniche statistiche e modo di somministrare i test...)
[Altri] sono portati a sopravvalutare l’importanza delle proprie fatiche, a sbandierarle come ‘scoperte fatte per la prima volta’ [...] Questa categoria di Cristofori Colombi contiene un numero esiguo di plagiatori consapevoli, la maggioranza può raggrupparsi sotto il nome di ‘uomini di affari del campo scientifico’ [...]

Capitolo II: difetti di linguaggio, gergo oscuro e pseudo-scientifico. (cit. p. 21)
Le idee chiare sono espresse generalmente con un linguaggio chiaro e intelleggibile [... anche i] neologismi impediscono la chiara comunicazione e la facile comprensione delle idee...

Capitolo III: l’illusione dell’operazionismo. (cit. p. 33)
[...] il metodo operazionale è il metodo sperimentale per eccellenza [... solo esso] può fornire risultati validi. [...] Come tutti i devoti di un culto, gli operazionisti credono ciecamente nella infallibilità degli incantesimi operazionali... Se gli operazionisti psico-sociali avessero studiato più attentamente la natura, il ruolo, le limitazioni e i pericoli del metodo operazionale nelle scienze naturali e se avessero una conoscenza migliore della logica, della matematica, dell’epistemologia e della storia delle scoperte scientifiche, avrebbero evitato molti dei loro spropositi e avrebbero imparato alcune sane verità sul metodo operazionale [...]:
1) molte scoperte sperimentali (operazionali) nelle scienze naturali si sono dimostrate contraddittorie o discutibili, e le contraddizioni o gli errori hanno potuto essere cancellati solamente con l’uso di metodi non operazionali, come quello della deduzione logica e dell’inferenza matematica operanti insieme a una intuizione superlogica e supersensoriale [...];
2) gli esperimenti e le operazioni eseguiti unicamente per amore degli esperimenti e delle operazioni sono inutili e senza significato [...];
3) ogni esperimento operazionale investe una cerchia ristretta di esperienze o di realtà [...]
Personalmente non vedo come si possano definire e studiare operazionalmente fenomeni come lo Stato, la Nazione, Il Taoismo o il Cristianesimo, il Classicismo, il Romanticismo nelle belle arti, l’epica, la commedia o la tragedia; l’amore o l’odio, la felicità o la disperazione o infine tutti gli avvenimenti dell’intera storia del genere umano [...]

Capitolo IV: la testomania. (cit. p. 55)
[...] i testocrati decidono largamente delle nostre vocazioni e del nostro indirizzo professionale [...] L’enorme influenza esercitata dai test e dai loro fautori è principalmente dovuta alla pretesa infallibilità scientifica che viene loro attribuita [... i test sono fatti] passare per metodi strettamente scientifici, precisi, operazionali e infallibili. Con tutte queste raccomandazioni essi vengono raramente discussi o contestati. [...]
[Verità basilare è che] il processo di sottoporre a test gli individui si volge incessantemente presso tutte le società differenziate, stratificate e durature [...]
Il carattere mutevole, instabile e complesso della natura dell’uomo rappresenta il principale ostacolo alla validità dei test psico-sociali individuali e collettivi. [...]
Il diploma universitario di Hegel stabilisce solennemente che tutte le sue prove sono da ritenersi soddisfacenti, tranne quella di filosofia [...] Si potrebbe allungare all’infinito questa lista di clamorosi errori di giudizio. Ciò che è importante in questi casi, è il fatto che tali errori grossolani furono commessi nei riguardi di veri geni dai loro maestri, parenti e persone che avevano la possibilità di osservarli da vicino e che li esaminavano continuamente e direttamente (con interrogazioni, esami e prove pratiche) per mesi e anni. I test erano quindi di natura reale in quanto basati su esecuzione immediate e concrete effettuate da questi giovani geni nei loro rispettivi campi di istruzione e creatività.
Se fu possibile commettere simili spropositi nei confronti di personalità così eccezionali, è anche più probabile che si verifichino sbagli madornali nell’esame dei tratti psico-sociali di persone comuni [...]

Capitolo V: la moda dei test d’intelligenza. (cit. p. 73)

Capitolo VI: test proiettivi e altri test psico-sociali. (cit. p. 89)

Capitolo VII: la quantofrenia. (cit. p. 109)
[...] la matematica è stata a buon diritto denominata la ‘regina delle scienze’. Al ragionamento matematico infatti è sempre toccato il ruolo principale nello sviluppo della scienza e del pensiero razionale stesso
[...] Al momento attuale, lo studio quantitativo dei fenomeni psico-sociali è uno dei metodi principali di ricerca. Ora fin tanto che il metodo si mantiene strettamente matematico ed è applicato a quei fatti psico-sociali che si prestano all'analisi quantitativa si dimostra altamente fruttuoso e merita di essere coltivato in modo sempre più esteso. Ma quando il vero metodo quantitativo è rimpiazzato da imitazioni pseudo matematiche, quando ne viene fatto un uso sbagliato o se ne abusa in tutti i modi, quando viene applicato a fenomeni che non si prestano ad alcuna quantificazione, quando viene ad essere una vera e propria manipolazione nel vuoto dei simboli matematici o una semplice trascrizione di formule matematiche sulla carta, senza rapporti reali con i fatti psico-sociali, allora la sua applicazione fallisce nel modo più clamoroso. In queste condizioni, l’uso del metodo matematico diventa una pura preoccupazione quantofrenica che non ha nulla in comune con la vera matematica e, soprattutto, non ci aiuta a penetrare nel mondo psico-sociale [...]

Il testo di Sorokin continua con analisi di metodi e di campi di indagine della sociologia: dalla teoria della conoscenza, ai gruppi, agli ‘atomi sociali’.


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Commento



Le parole di Sorokin mi sembrano chiare e esplicite. Si può provare a rileggere il tutto sostituendo il termine didattica a ‘psico-sociale’...
La nuova maturità si basa su un metodo quantofrenico che somma fra loro cose completamente diverse (contravvenendo a una delle più elementari regole della matematica, che si studia appunto alle Elementari: in una somma gli addendi devono essere omogenei, cioè della stessa specie).
Infatti si pretende oggettivamente di dare un punteggio perfino alla gratuità dell’impegno personale nel sociale (sommandolo al resto)...

Le critiche ai test e alle pretese operazioniste sono altrettanto esplicite: io posso operativamente e osservativamente, oggettivamente, valutare solo (forse) operazioni relativamente semplici di ripetizione in sequenza di azioni. Non posso certo in questo modo esprimere punteggi numerici su capacità di ordine elevato.

Ma Sorokin ci dice anche un’altra cosa ancora più importante: le prove e le valutazioni si sono sempre fatte in tutte le società, certo ci sono gli errori, ma la soggettività non è arbitrarietà, la possibilità di errore non è certezza di errore ed è però valutazione in base a parametri condivisi sicuramente possibile su azioni e pensieri (capacità di ordine elevato) di chi ci sta di fronte.


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Aggiungo alcune rapide note (semiserie) intitolate: «io sono 67/100».
Bene, mi presento: credito scolastico 10 punti.
Non ho punti per crediti formativi: questo rende le cose più semplici. Ho però qualche debito, che influisce negativamente sul mio credito.
Quel credito lo si è determinato attraverso tre anni con la somma (media) di tutti i voti.
Beh, la media di tutti i voti trasformati in sufficienze dopo che hanno deciso di promuovermi, a parte i voti della quinta: lì qualche 5 è rimasto in bella evidenza proprio per la maturità; un anno però mi hanno bocciato e lì per la prima volta come per magia si sono presentati i 5 (e anche un 4).
A dire il vero quella media non l’ho mai capita: non solo le insufficienze diventano 6, ma anche qualche volta un 6 è diventato 7, così la mia media è migliorata, nonostante il debito dovuto. In effetti in qualche interrogazione ho preso più di 6 e questo va tenuto presente nel fare la media, come ho più volte fatto notare al professore.
L’esame coi tre scritti: mi è andata bene, non so come ma sono arrivato a 34/45, è un 6,5 di media fra le tre prove.
All’orale anche me la sono cavata, il verdetto è stato un po’ più che sufficiente, anche se in qualche materia proprio non ho detto nulla: me la sono cavata con la tesina...
Così il voto è stato 23/45. In totale e per tutta la mia vita sarò 67/100 in quattro lingue (errori di traduzione permettendo).

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