Ovvero: Neocretino e lavoro, una coppia mal assortita.
Senza dubbio quello del rapporto tra il mondo del lavoro e il Neocretinismo è un
argomento tra i più impegnativi che i vostri due cronisti affrontano in questo
reportage dal Primo Congresso Mondiale di Neocretinologia. Un tema che
non è stato (a nostro parere) affrontato in modo adeguato se non sotto l' aspetto
del Neocretino in carriera. Evidentemente molti degli studiosi convenuti hanno
diversi conoscenti, colleghi e collaboratori che benchè afflitti a tutti gli
effetti da NC sono ugualmente riusciti ad ottenere congrui vantaggi sul lavoro,
sia in termini di carriera che di guadagni. Giova sottolineare che il Neocretino
non è fesso categoria questa solo apparentemente più simile al cretino classico di cui già
abbiamo ampiamente riportato. Del Neocretino in carriera (o se preferite
di successo parliamo altrove, qui ci occupiamo succintamente del rapporto
tra lavoro (se ce lo ha) o disoccupazione (se non ha lavoro...utile precisazione
per eventuali lettori NC) e i nostri ormai beneamati soggetti di studio.
In questa circostanza la fonte non è l' intervista a qualche eminente scienziato,
ma semplicemente due opuscoli pervenutici abbastanza casualmente rovistando in un
cestino della spazzatura. Spazzatura congressuale, comunque! Il rapporto del
NC con il lavoro si potrebbe esaurire in poche parole: non ha voglia di lavorare.
Ma sarebbe una sintesi troppo spartana e riduttiva, in realtà il NC
(stiamo naturalmente parlando di un NC totale o comunque diagnosticato
ad oltre il 50%) non ha semplicemente nessuna voglia di lavorare, ne ha
semplicemente poca e si sente vocato ad attività fisicamente ed intellettualmente
di basso dispendio energetico e mentale, di responsabilità limitata (meglio se
limitatissima o nulla) ma che al tempo stesso siano economicamente ben
renumerate e offrano orari flessibili. (Nel senso vado a lavorare se e
quando c...zo mi pare). Se poi detto "lavoro" può essere accompagnato da
titoli e sottotitoli da biglietto da visita preferibilmente in inglese e
dal significato oscuro tanto meglio. Sfortunatamente molte delle
Aziende che offrivano con dovizia questo
genere di occupazioni sono da tempo fallite (e la cosa non ci meraviglia) e anche
anche Stato, para-Stato, para-para-stato e paraponzi-ponzi-pà hanno decurtato
drasticamente questo genere di "posti" (peraltro limitati a persone con in tasca
la tessera giusta o con il cognome giusto sulla carta d' identità). Quindi il
Neocretino deve spesso adattarsi ad attività non conformi alle sue aspirazioni,
faticare più del previsto (e lui prevedeva il niente) e piegarsi ad orari impegnativi
(quelli che fanno tutti...) e accontentarsi di uno stipendio non trascendentale.
La particolarità nuova ed allarmante è però un' altra. Il NC se non può accedere
ad un lavoro che almeno in parte soddisfi i requisiti sopra elencati si adatta
benissimo a non lavorare affatto. Nessun Neocretino (notare che l' estrazione
sociale del soggetto medio NC è solitamente borghese termine in disuso,
ma non ne troviamo di
più attuali) è disposto a lavori fisicamente impegnativi in ambienti non salubri
o comunque sotto-pagati e socialmente dequalificanti (questi ultimi due termini
sono da considerarsi ovviamente nell' ottica NC). Dato che poi qualcuno
questi lavori deve pur farli (e spesso sono immigrati extra-comunitari) gli
stessi neocretini che non li hanno voluti,
si lamentano poi, che gli stranieri (o anche connazionali di più modeste pretese)
"rubano" lavoro ai "nativi". Ragionamento ad altissimo tasso di neocretinismo.
Dicevamo che il disoccupato NC (che mai utilizzerà la parola disoccupato sostituita
dal termine "in attesa di adeguata sistemazione" o formule equivalenti) sopravvive
benissimo allo status di non-lavoratore facendosi mantenere dalla famiglia
(generalmente piuttosto NC anche lei) che
provvederà ampiamente al mantenimento del soggetto e alla soddisfazione delle
sue necessità primarie e pure di quelle secondarie.... Comunque prima o poi
(si spera) il "nostro" NC trova un' occupazione che in parte lo soddisfa.
Essendo la sua soddisfazione parziale cercherà di amplificarne i vantaggi e
minimizzarne i contro. In effetti il Neocretino (che, ripetiamo ancora, è
neocretino, ma non fesso) ha una produttività piuttosto bassa, ma spesso
riesce a far credere ai suoi superiori, per i quali dimostra rispetto tendente
al servilismo (insomma è anche un lecca-c..o) di lavorare moltissimo, il che
normalmente avviene per alcuni suoi colleghi (questi non-neocretini, ma certo
fessi) ai quali rifila buona parte del lavoro che dovrebbe fare
lui. Dimostra inoltre una insospettabile abilità nello scaricare responsabilità
e pure colpe sue su terzi. Questo generalmente rende il NC piuttosto impopolare
tra i suoi colleghi, ma solitamente l' ala protettrice di un capo "unto"
a dovere lo mette al riparo da giustificabili rappresaglie. Discorso a parte
meriterebbero i NC che svolgono attività in proprio. Per un reale successo
spesso necessitano fantasia, immaginazione ed altre qualità di cui un NC è per
definizione sprovvisto. Quindi non resta che sperare che qualche collaboratore
ne sia dotato in quantità sufficiente per ovviare alle deficienze del NC titolare...
Se così non è le prospettive dell' impresa si presentano alquanto oscure. Tipico
esempio quello di ditte create e rese fiorenti dal fondatore e mandate in malora
dai rampolli. Giova sottolineare che il neocretino è una categoria ben rappresentata anche nei ceti
econo-dotati superiori...insomma anche se si ha il grano
si può essere dei NC a tutti gli effetti. Il che rende il fenomeno del Neocretinismo
perlomeno democratico...se non egualitario.