Contemporaneamente al modello quantistico nasce la
fisica quantistica, sviluppata a partire
dal 1924 e i cui nomi più eccellenti furono Heisemberg, Schroedinger,
Bohr e Dirac.
Proprio
Heisemberg è lo scopritore del principio di
indeterminazione: la legge fondamento di tutta la
teoria quantistica.
Tale principio è
conseguenza del fatto che la fisica prende in considerazione solo entità
che possono essere misurate, cioè grandezze.
Nello studio del mondo microscopico questa osservazione, che può
apparire ovvia, porta a conseguenze completamente nuove rispetto a ciò
che accade nel caso di fenomeni macroscopici.
Infatti per
determinare la posizione di particelle molto piccole utilizza radiazioni
elettromagnetiche, in questo modo però si perturba in modo imprevedibile
la loro quantità di moto.
Nel mondo subatomico
il concetto di traiettoria non ha più senso,
perché non si può parlare di traiettoria se non si può osservare il moto
di un corpo senza perturbarlo.
Il principio di
indeterminazione rende esattamente questo concetto: posizione e quantità
di moto di una particella non possono essere misurate contemporaneamente
con infinita precisione; indicando con
e
le
indeterminazioni della posizione x e della quantità di modo p il
principio di indeterminazione è espresso dalla formula:
Può essere derivata
dalle
Il principio di
indeterminazione vale per tutti i corpi sia macroscopici che
microscopici, ma mentre nel caso macroscopico la indeterminazioni
e
sono
trascurabili, nel caso microscopico la misurazione contemporanea di
posizione e quantità di moto è molto imprecisa.
è solo la prima
forma del principio di indeterminazione, ne esiste una seconda:
incertezza
sul tempo
incertezza
sull’energia
Quindi
nemmeno energia e tempo possono essere conosciute contemporaneamente con
precisione grande a piacere
|