LE OPERAIE TABACCHINE DI TIGGIANO

INTRODUZIONE

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Questa pubblicazione nasce dall’esigenza di documentare la condizione delle operaie tabacchine di Tiggiano ed in particolare un avvenimento storico riguardante lo sciopero generale avvenuto nel gennaio-febbraio del 1961.
Quello che è successo a Tiggiano nel 1961 non ha precedenti nella storia del paese. Anzi, veste una rilevanza che oltrepassa il circondario comunale se si pensa ai 28 giorni di sciopero generale, con il paese bloccato, la popolazione tutta mobilitata in difesa delle operaie della fabbrica di tabacco, fino alla vittoria, senza resa alle intimidazioni nemmeno delle armi dell’esercito.
Il presente testo nasce, inoltre, dall’esigenza di riflessione su quanto accaduto per trarne Coscienza. La ricerca storica, infatti, deve tendere sia a capire le radici della nostra provenienza, a conservare la Memoria, sia a provocare la riflessione, l’incidenza e l’impegno nel quotidiano dell’elemento critico elaborato, cioè, a creare Scienza. Senza la conoscenza della storia saremmo aridi, ma senza l’impegno per migliorare il futuro la conoscenza storica sarebbe insignificante quanto inutile.
In pratica, acquisire coscienza significa capire i meccanismi della società dai quali dipende il nostro quotidiano; capire le cause che danno origine all’esistente per raggiungere gli strumenti e gli ideali verso i quali deve essere rivolta l’evoluzione futura.
Semplicemente, significa capire per quale motivo esiste, per esempio, la disoccupazione, il lavoro salariato, lo sfruttamento dei lavoratori, le guerre e le aggressioni e, conseguentemente, adoperarsi per la rimozione di tali cause e la costruzione di un’altra società.
Nel nostro caso, quindi, è importante conoscere il vissuto della popolazione tiggianese, le condizioni di vita e le lotte delle operaie tabacchine, sapere quali attività dovevano essere svolte per evitare le ingiustizie subite nonché l’esito negativo delle loro battaglie.
Sono nato nel dicembre del 1962, circa due anni dopo i fatti dello sciopero del 1961. Sono cresciuto nel clima che ha ripercorso le condizioni delle operaie tabacchine e la vita della fabbrica ed ho respirato i ritmi degli avvenimenti della lotta grazie ai miei genitori. Mia madre, Anna Marzo, è entrata in fabbrica come operaia all’età di quattordici anni, nel 1946, e vi ha lavorato, sempre come operaia, sino al 1975. Mio padre, Vincenzo De Francesco, è stato un attivista e promotore di iniziative di lotta insieme alle operaie tabacchine, protagonista delle battaglie a partire proprio dallo sciopero del 1961.
Il primo accesso all’informazione dei fatti è avvenuta, quindi, dai loro racconti, riferimenti, discussioni, critiche sull’andamento degli eventi, che ho ascoltato sin da piccolo.
Poi c’è stato il contesto del paese. Tiggiano era un paese prettamente agricolo composto da poco più di 2000 abitanti. La fabbrica di tabacco occupava circa 200 operaie. Per ciò, quanto riguardava la fabbrica, la vita delle operaie, le condizioni dei lavoratori agricoli, lo sciopero del 1961, era di dominio pubblico.
Quindi è una storia di tutti, in cui il protagonista che può raccontarla è tutta la popolazione presente in quel periodo. Per raccogliere la memoria del paese è bastato ascoltare la gente. Il filo conduttore dell’opera è stata la memoria della gente, detentrice di quella storia orale invisa alle istituzioni e disdegnata dalle accademie anche perché ritenuta la “storia dei poveri”. Per loro la vera storia è quella risultante dai documenti redatti dalle autorità. Come dire, le condizioni delle operaie e le loro lotte possono essere pubblicate solo se scritte e riferite dal padrone, dallo stesso sfruttatore. Altrimenti si possono anche dimenticare, se non cancellare.
La fonte orale, come parola tramandata di generazione in generazione o anche come opinione diffusa, è elemento fondamentale del discorso storico.
Pertanto, la presente pubblicazione riguarda fatti riferiti oralmente dai protagonisti, da chi pativa lo sfruttamento dei padroni, da chi subiva le ingiustizie delle istituzioni, da chi si è reso attivo per la conquista delle rivendicazioni.
Alcuni episodi sono stati integrati con dei documenti rinvenuti nell’archivio sezionale e zonale delle Acli di Tiggiano e di Tricase. I documenti delle forze dell’ordine e della prefettura mi risultano ancora secretati.
Per comprendere la situazione delle operaie tabacchine e lo sciopero del 1961 ho previsto dei capitoli sul contesto paesano e su quello nazionale per il quale mi sono avvalso di materiale prodotto dal variegato ambito del movimento dei lavoratori.
Il testo potrebbe contenere degli errori di esposizione dovuti anche alla fretta di pubblicare fatti che per troppo tempo sono rimasti nascosti e dimenticati. Un ulteriore ritardo non avrebbe dato ai protagonisti dell’epoca quel minimo di giustizia costituita almeno dal rispetto e dalla considerazione del loro operato.
Si potrebbero rivelare, inoltre, imprecisioni che, ritengo, comunque colmabili con approfondimenti del tema e l’interessamento collettivo, perché questo testo non vuole essere la conclusione di un’iniziativa, ma un’esortazione all’impegno di classe.

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LA FABBRICA DOPO IL 1961

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