Punto
di partenza |
Passo Pordoi
(2239 m), raggiungibile da Canazei (Val di Fassa) o Arabba
(Livinallongo) attraverso la Grande Strada delle Dolomiti. |
Descrizione |
Dal passo, aperto
tra il piccolo roccioso Sass Beccè (2534 m) e la bastionata
verticale del Sass Pordoi (2950 m),
utilizzando la funivia si raggiunge la vetta del Sass Pordoi, su
cui sorge il Rifugio
Maria. Da questo balcone affacciato sulla regione dolomitica,
la vista è veramente mozzafiato: di fronte, oltre i prati del Passo
Pordoi e la bassa catena prevalentemente erbosa del Padòn,
emerge imponente la Marmolada (3343
m), con la sua cerchia di cime satelliti; proseguendo verso destra, la Catena
Costabella-Uomo non riesce a nascondere del tutto le Pale di
San Martino mentre, più avanzato, il Collac'
domina la conca erbosa del Ciampac'. Lo sguardo segue poi tutto lo svolgimento
della Val di Fassa, con i gruppi del Latemar e del Catinaccio,
che ne costituisce tutta la lunga sponda destra; oltre il margine
dell'ampia, inclinata terrazza sommitale del Sass, poi, ecco
l'imponente Sassolungo (3181 m),
preceduto dal Piz Ciavazes (2831 m), poderoso blocco di gialla
dolomia che caratterizza il paesaggio del Passo Sella. Sul desolato
Altopiano del Sella, che quassù non è ardito come invece sembra
apparire dal basso, emerge solo la regolare piramide
del Piz Boè, che del Sella è anche la cima più
elevata, anche se i suoi fianchi ricoperti di sfasciumi non fanno molta
impressione. Tra il Piz e la Marmolada, infine, si possono
notare quattro famosi colossi dolomitici: Sorapiss
(3205 m), Antelao (3264 m), Pelmo (3161 m) e Civetta
(3215 m). Dalla vetta del Sass Pordoi appare già evidente tutto il
percorso da effettuare per giungere sulla vetta del Piz Boè; si
comincia scendendo per un sentierino tra i detriti che in poco tempo conduce
all'insellatura della Forcella Pordoi (2849 m, h
0,15), dove sorge il piccolo Rifugio
Forcella Pordoi. Qui si può giungere anche, con molta più
fatica, attraverso il sentiero 627
che parte dal Passo Pordoi in h 1,30
di salita. Sull'opposto versante, scendono i ghiaioni del Vallone
del Fos, confluente più in basso con la Val Lastìes.
Dal rifugio si continua sul sentiero 627,
che taglia pianeggiante i fianchi detritici della Cima Forca (2923
m), del Sass de Forca (2886 m) e della Punta di Soèl (2948
m), tutte cime che, se da questo lato sembrano semplici rialzi del bordo
dell'altipiano, sul versante esterno precipitano con poderosi paretoni
visibili dalla zona del Passo Pordoi. Raggiunta così la base della
piramide terminale del Piz Boè, si incontra un bivio: lasciato a
sinistra il sentiero 627,
si prende il 638
che prende a salire con varie svolte sui fianchi detritici del Piz.
Superati brevi tratti di roccette gradinate (nessuna difficoltà), si
raggiunge senza fatica la vetta del Piz Boè (3151 m, h
1,30), sulla quale sorgono una croce di
ferro, un grande ripetitore televisivo e un piccolo rifugio, la Capanna
Piz Fassa. Vista la facilità della gita e la comodità degli
accessi, la folla è purtroppo assicurata. Dalla vetta si ripete la vista
osservata dal Sass Pordoi (Catinaccio,
Marmolada, Sassolungo
e Sella), con in più le Tofane
e tutta la Val Badia; in basso si nota la costruzione del Rifugio
Boè, e le vicine cime del Bec (2967 m) e del Daint de
Mesdì (2881 m). Dalla vetta si prosegue ora sul sentiero 638,
che percorre la cresta fino alla Forcella dei Camosci (3110 m, h
0,10), da dove ci si cala per il fianco roccioso (in un punto corda
fissa) fino alla base della montagna, da dove un traversone
pianeggiante conduce alla grande costruzione del Rifugio
Boè (2871 m, h 0,45 dalla
vetta), posto sulla ampissima sella detritica da cui si originano, lungo
lo stesso asse, la Val Lastìes (versante Fassa) e la Val
de Mesdì (versante Badia). Di qui si segue nuovamente il
sentiero 627,
che traversa pianeggiante la base della parete Ovest del Piz Boè
(in corrispondenza di una cengetta, corda) e riconduce al bivio con il 638,
da cui in breve nuovamente alla Forcella Pordoi ed al Sass
Pordoi (h 0,45 dal Rifugio Boè). |
Tempo totale |
h
3 circa |
Difficoltà |
E |
Dislivello |
circa
300 m |
Ultimo sopralluogo |
agosto
'92 |
Commenti |
Periodo
consigliato: luglio - metà settembre
Itinerario facile e per nulla faticoso, che
permette di raggiungere la vetta del più facile tremila dolomitico. Un
po' di attenzione è opportuna in caso di presenza di tratti ghiacciati,
sempre possibili a queste quote. Panorami estesi e comodità di accesso
non riescono però a far dimenticare il chiasso, la folla e l'orrendo
ripetitore posto sulla vetta, di fianco ad un bar-ristoro: forse, senza
nulla togliere alla dignità di questa cima, l'escursionista vero
preferirà una cima magari meno alta o meno facile, ma più naturale e
selvaggia del povero Piz Boè.
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