Itinerari nelle Prealpi Lepontine:
dal rifugio Menaggio ai monti Grona e Bregagno

 

Le Prealpi Lepontine sono quel tratto montuoso a nordovest di Como, racchiuse fra il Lario e il Ceresio e lungo il confine con la Svizzera che comprende le valli Solda, Cavargna e d’Albano. In territorio italico Le Prealpi Lepontine annoverano anche le valli Menaggio e di san Iorio e verso il confine elvetico le valli Colla, Sertena e Morobbia.

È una zona assai ricca dal punto di vista minerario e interessantissima da quello geomorfologico. Molti fenomeni carsici ed erosivi tipici un po’ di tutto l’ambiente abduano e la ricchezza torrentizia rendono l’aspetto del paesaggio assai vario e movimentato. Ora guglie dure e frastagliate di tipo dolomitico ora colline moreniche disseminate di verdi pascoli, ora boschi ora alti nevai. Laghi, cascate e grotte preistoriche rendono ancora più vario e completo il contributo spettacolare di queste valli. La tradizione si respira ad ogni angolo di strada, in montagna come tra gli anfratti dei vecchi borghi contadini. In val Cavargna e val d’Albano è facile incontrare i vecchi "mason", edifici in pietra con il tetto a punta spiovente che un tempo veniva ricoperto di paglia di segale (ora sostituita dalla lamiera). Poi in molti paesi della valle di Menaggio, val Solda, val Rezzo, e val Cavargna, vale la pena soffermarsi a sostare nei caratteristici crotti: luoghi di ristorazione scavati nella roccia, di derivazione ottocentesca nascono dalla trasformazione in osterie di antiche nevere e cantine. In particolare vi si degustano salumi locali e vino ma anche piatti tipici della cucina lariana.

Una volta la popolazione di queste vallate sussisteva grazie all’agricoltura e all’allevamento, ma era molto fiorente anche il settore minerario: diffusi i centri di estrazione del ferro, del carbone e del marmo. Non solo minatori però, gli abitanti del posto traendo spunto da queste risorse naturali si sono specializzati nell’arte artigiana della lavorazione dei metalli, in particolare nella produzione di chiodi. Come i vicini di casa maestri intelvesi e magistri comacini, anche questi montanari hanno saputo forgiare la propria abilità di maniscalchi, scalpellini e costruttori edili contribuendo a portare ben lungi oltre il confine nazionale la fama degli artigiani comaschi.

Un’importante testimonianza del passato sopravvive tutt’ora grazie al museo della val Cavargna dove sono esposti gli antichi strumenti di lavoro, telai, macine, attrezzi da bottega e perfino oggetti di culto religioso.

Dal punto di vista turistico il territorio è disseminato di opportunità che come abbiamo visto spaziano dal turismo enogastronomico per malghe e crotti, per aziende agricole e aziende agrituristiche, al trekking per valli e monti. Naturalmente si aggiungono le offerte dell’equiturismo, dell’agriturismo e dell’etnoturismo per chi fosse interessato a ripercorrere usi e costumi ancestrali.

Ci vogliamo prevalentemente occupare di itinerari turistici rivolti agli amanti del trekking ma accessibili un po’ da tutti. Molte sono le guide disponibili sull’argomento, da quelle del Touring a quelle delle amministrazioni pubbliche o edizioni commerciali, ma in partcolare, per le escursioni proposte, abbiamo consultato il volume "Itinerari nelle Prealpi Lepontine" di Ivo Mozzanica edito da Electa. L’abbiamo scelto perché aggiornato, semplice, esauriente e soprattutto ricco di belle fotografie, scattate dallo stesso autore.

La prima escursione che proponiamo è quasi d’obbligo: salita al rifugio Menaggio. Siamo sicuri che moltissimi comaschi la conoscono già in quanto comoda e agevole passeggiata dall’interesse paesaggistico elevato. Dal rifugio Menaggio si gode infatti una spettacolare vista del Lario come da un balcone tuffato a capofitto sul lago. Al rifugio è possibile pranzare, cenare e pernottare ed è un ideale luogo di partenza per altre piccole ascese, al monte Grona (1728 m.) o al monte Bregagno (2107 m), entrambi altrettanto meritevoli. Si trova inoltre in prossimità della "Via dei monti lariani" e del "Sentiero delle quattro valli".

Per il rifugio Menaggio: da Menaggio si sale verso Breglia passando per Plesio dove ha sede lo stabilimento dell’acqua minerale Chiarella. Da Breglia (749 m.) parte anche il "Sentiero delle quattro valli", segnato lungo il percorso da un tre barrato in rosso. È un itinerario di circa tre giorni che coinvolge la val Sanagra, val Cavargna, val Rezzo e giunge infine a Dasio in val Solda. Relativamente pianeggiante, prevede una media di sei ore giornaliere lungo acciottolati e mulattiere attraverso alpeggi o piccoli borghi rurali. Attenzione, pochi metri dopo la deviazione per le quattro valli si interseca anche la "Via dei monti lariani", indicata col numero tre non barrato; circa otto ore la tappa che da Breglia conduce a Garzeno per poi continuare, con altre due giornate di marcia, fino a Sorico. Per il rifugio Menaggio si prosegue invece, a piedi o con il proprio mezzo, fino al limite della strada asfaltata, in località monti di Breglia (996 m.) dove si parcheggia. La via per il rifugio è indicata da molti cartelli e oltre alla pista principale ci sono numerose scorciatoie che tagliano per il bosco. Il tragitto da noi consigliato per il rifugio Menaggio è la deviazione per il sentiero "alto" cui si giunge dopo circa mezz’ora di cammino dalla località monti di Breglia. Sale sinuosamente tra betulle e ginestre con pittoreschi scorci sul lago di Como. Al secondo bivio, una mezz’oretta dopo, ci toccherà voltare a sinistra lasciando sulla destra il tracciato per s. Amate. Un quarto d’ora circa in leggero pendio e si arriva al casolare rosso del rifugio (1400 m.). Adagiato su un costone di prato che scende quasi a strapiombo sul lago, offre una vista impareggiabile. La camminata è relativamente breve e facile, più ripida nella prima fase si addolcisce poi gradatamente in quota, ed è adatta un po’ a tutti, anche bambini e anziani in discreto stato di salute. Nei giorni poco affollati e nelle ore tardopomeridiane se ci si avventura di qualche passo lungo il sentiero che punta ai picchi del monte Grona, vi è una buona probabilità di imbattersi in qualche esemplare di capriolo o branchi di camosci. Possibile vedere anche marmotte, lepri e volpi.

La passeggiata al rifugio Menaggio dai monti di Breglia comporta un tempo di percorrenza di circa un’ora e un quarto con dislivello 404 m.. Si può salire anche direttamente da Plesio, servito dai mezzi pubblici, lungo una mulattiera segnalata che parte dal mulino Spinzi, attraversa la val Fiume e si ricongiunge con il sentiero basso di Breglia. Per questa variante il tempo necessario aumenta di trenta minuti circa.

Al monte Grona: onde non divagare troppo, in questo numero, ci conviene restare in zona e quindi proseguire il nostro itinerario dal rifugio Menaggio a sinistra verso le accattivanti guglie del monte Grona, (1 ora, 336 m. di dislivello). Questa volta però, a parte il primo tratto, si consiglia il percorso solo a chi ha già esperienza di montagna, buon allenamento e sicurezza di movimenti. Una piccola ferrata supporta l’ascesa finale alla cima. Il sentiero si snoda ripidamente tra torrioni di roccia e pendii erbosi con un’ampia panoramica sul lago e la cintura dei monti circostanti. Niente in confronto a ciò che attende l’avventore in vetta: tutte le cime vicine e lontane e dell’alto lago fino al Legnone e delle Alpi italosvizzere fino al Rosa e poi giù tutti i laghi, di Como e di Lecco, del Piano e di Lugano fin su perfino a quello di Mezzola. Consigliato a provetti escursionisti, agli amanti dell’arrampicata in roccia, degli ambienti selvaggi, dell’avventura. Sconsigliato in presenza di neve e ghiaccio e a chi non è avvezzo alle passeggiate in montagna.

Al monte Bregagno: sempre dal nostro rifugio Menaggio prendendo stavolta sulla destra si può scalare il monte Bregagno, (ore 4 quasi 800 m di dislivello).

Dopo una salita per i prati sopra il rifugio si taglia a destra per s. Amate poi si prosegue lungo un costone erboso che praticamente scorre parallelo al lago di Como offrendo quadri naturalistici di corroborante bellezza. Fino al dosso Bregagnino. Da qui si scende per poi risalire al crocefisso che segna la cima del monte, punto anch’esso estremamente panoramico.

Dopo il Bregagno la cresta prosegue la sua andatura fra pascoli e dossi erbosi, ma mantenendosi praticamente quasi in piano su una quota compresa tra 1952 e 2000 metri. Raccorda tutta una serie di cime della val Sanagra, Cavargna e valle d’Albano ricongiungendosi con l’"Alta via del Lario" che dopo il Pizzo di Gino (2245 m) e sfiorando via via il rifugio Sommafiume, il Giovo e la capanna Como, sfocia infine a Sorico.

Una passeggiata questa che presenta difficoltà tecniche meno impegnative del Grona ed è agibile anche in inverno, salvo naturalmente l’equipaggiamento appropriato perché la neve può risultare piuttosto alta. Sarebbe incosciente comunque avventurarsi sul nevaio senza riscontrare la presenza di tracce ben visibili lasciate da precedenti escursionisti.

Infine, e questa è una buona regola per tutti gli appassionati di montagna, è cosa saggia e auspicabile che chi si appresta a intraprendere una attività alpinistica, anche se apparentemente di facile esecuzione, si iscriva al CAI per assicurarsi almeno il soccorso gratuito in caso di incidente. La maggior parte dei rifugi e bivacchi applica inoltre degli sconti apprezzabili per i soci del Club Alpino Italiano.

 

Rifugio Menaggio tel.0344.37282, aperto stabilmente dal 20 giugno al 15 settembre, negli altri mesi dell’anno solo i fine settimana o nei giorni festivi e prefestivi. Gestore cell.3483127707 tel.031273879.

Info. CAI Menaggio: tel.0344-30312

Comunità montana Alpi Lepontine: via Garibaldi 62, Porlezza - tel. 0344-62427

 

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broletto n.68 est.2002

il Sentiero delle quattro valli

segue articolo sul rifugio Giovo e la chiesetta di san Jorio