Russell Crowe: Biografia

RUSSELL CROWE: FOR YOUR CONSIDERATION*

(di luis, articolo redatto il 09/12/2001)

E’ stato paragonato a Clark Gable, a James Dean, a Robert Mitchum, a Marlon Brando; Anthony Hopkins ha dichiarato che gli ricorda il genere di attore che lui stesso era in gioventù.

Russell Crowe, uno degli attori più intensi e carismatici della sua generazione, sollecita paragoni con i mostri sacri del grande schermo Hollywodiano, il che la dice lunga sul suo talento e sulla sua versatilità. Attore straordinario, il magnetico australiano è a suo agio nell’incarnare un’enorme varietà di emozioni: dimostra la stessa credibilità e facilità nell’emanare una dolcezza infinita e disarmante, come nel trasmettere una brutalità minacciosa e pressoché palpabile. Tale abilità schizofrenica è una dote che solo i più grandi attori possono vantarsi di possedere.

La stessa determinazione ferrea e lo stesso convincimento che mette nell’impersonare ruoli di bravo ragazzo e di pessimo soggetto, uniti al suo coraggio nell’assumersi rischi e al suo indiscutibile fascino, lo pongono in quella schiera selezionata di giovani star di Hollywood - cui appartengono tra gli altri Edward Norton, Daniel Day-Lewis e Sean Penn - che possiedono la stoffa della star, un talento enorme ed il rifiuto assoluto di tentare di compiacere il prossimo con atteggiamenti ruffiani. Russell Crowe possiede inoltre una mascolinità di vecchi stampo che ormai va scomparendo tra gli attori di Hollywood, il che lo colloca in una nicchia di cui è il dominatore incontrastato.

L’invidiabile posizione che ormai l’attore ha conquistato nella mecca del cinema, entrando a far parte del famoso ed esclusivissimo clan conosciuto come “the 20-million dollars boys” (quel ristretto gruppo di attori che guadagnano 40 miliardi di lire a film, di cui fanno parte Tom Hanks, Mel Gibson, Tom Cruise e Bruce Willis), è il frutto di una faticosa e tenacemente perseguita conquista.

Russell Ira Crowe è nato il 7 Aprile 1964 a Strathmore Park, un sobborgo di Wellington, in Nuova Zelanda. Una bisnonna materna era Maori e Crowe ha tuttora il diritto di votare nel contingente elettorale che la legge neozelandese garantisce alla minoranza Maori.

Russell non è quello che si potrebbe definire un figlio d’arte, ma la sua famiglia è strettamente legata al mondo dello spettacolo: i genitori, Alex e Jocelyn, si occupavano del servizio di catering sui set cinematografici portando spesso Russell e il fratello maggiore Terry con loro. Inoltre il nonno materno, Stanley Wemyss, era stato operatore cinematografico durante la Seconda Guerra Mondiale, guadagnandosi l’onorificenza di Membro dell’Impero Britannico da parte della Regina Elisabetta proprio per i servigi resi al suo Paese (ed è quell’onorificenza che Crowe aveva appuntata alla giacca della smoking durante la serata degli Oscar 2001).

Pur essendo nato in Nuova Zelanda, Russell si è trasferito a soli 4 anni in Australia, al seguito dei genitori che erano costretti a viaggiare molto per lavoro. Ed è proprio a Sydney che ha cominciato a frequentare il set cinematografico: “Sono stato sui set in continuazione tra i 5 e i 9 anni, e semplicemente mi affascinava.”

Ne era così affascinato che a 6 anni ottenne la sua prima parte nella serie televisiva australiana Spyforce, “ma non sono mai stato il protagonista: ero solo una comparsa.” Quel suo primo ruolo consisteva semplicemente nel dire una sola battuta a Jack Thompson, suo futuro collega nel film The Sum of Us. Ma, anche allora, Crowe era dotato di una determinazione di ferro: “Persino a 6 anni,” ha dichiarato, “guardavo il tizio che recitava il ruolo del veterano di guerra in un film, e che aveva 28 anni, e dicevo ai miei genitori ‘non capisco perché il regista non mi veda in quel ruolo. Può darsi che sia un po’ basso, ma posso benissimo farlo’.”

La sua “carriera” televisiva è proseguita poi, a 12 anni, con una partecipazione ad un episodio della serie Young Doctors.

Nel frattempo, naturalmente, Russell andava a scuola: era iscritto alla Sydney Boys High School ed era uno dei migliori giocatori di rugby della squadra. Fu proprio durante una partita di rugby che, a 10 anni, Russell si spezzò un incisivo; fece sistemare il dente solo più di 15 anni più tardi, dietro ripetute insistenze di George Ogilvie, che lo stava dirigendo in The Crossing.

A 14 anni Russell e la famiglia fecero ritorno in Nuova Zelanda, dove i fratelli Crowe terminarono la scuola alla Auckland Grammar School. La stessa scuola era frequentata dai due cugini più grandi, Jeff e Martin, due stelle del cricket neozelandese.

Alla scuola superiore Crowe conobbe Dean Cochran, l’attuale chitarrista della sua band Thirty Odd Foot Of Grunts, e insieme formarono i Roman Antix, permettendo così a Russell di perseguire un altro dei suoi talenti: la musica. In effetti, è proprio la musica il suo interesse principale in questa fase.

Con lo pseudonimo di Russ Le Roq incise alcune canzoni, tra cui “I Want To Be Like Marlon Brando”, titolo quanto mai profetico. Tutti gli articoli o le interviste che riguardano Crowe citano questa canzone come una sorta di preveggente dichiarazione di intenti. In realtà Russell ha spiegato che si trattava di una canzone ispirata da un ragazzo che conosceva e che si atteggiava a divo degli anni Cinquanta, con brillantina e giubbotto di pelle inclusi. La canzone parla quindi di questo ragazzo, più che di Crowe stesso.

Sempre parlando di questo periodo, Russell ricorda come quelle canzoni fossero tra “le peggiori registrazioni nella storia dell’industria musicale neozelandese” e, divertito, sottolinea come, interrogato da sua madre un po’ delusa dall’uso di uno pseudonimo piuttosto che del suo vero nome, abbia risposto che era decisamente meglio che quei dischi non fossero usciti con il suo nome.

In realtà Russ Le Roq era già una sorta di “personaggio” che Crowe aveva inventato: si vestiva, cantava e si atteggiava come questa persona. Si era creato un “ruolo” di cantante di rock and roll che si esibiva in un tipico locale ispirato agli anni Cinquanta; probabilmente stava già inconsciamente assecondando il suo talento.

Questo talento per impersonare e imitare atteggiamenti si era rivelato in Russell fin da bambino. Sapeva fare le imitazioni e riprodurre i diversi accenti, e si divertiva un mondo a scimmiottare gli adulti, un’abitudine irritante che ha causato ai suoi genitori molti imbarazzi. “Ero un piccolo bastardo rompiscatole,” ha detto una volta. “Facevo le imitazioni degli amici dei miei genitori e mia mamma diceva: ‘non badate a Russell, è un pochino disturbato”.

A 17 anni Russell lasciò la scuola e iniziò a perseguire la sua carriera musicale e cinematografica, mantenendosi con vari lavoretti. Fece anche l’animatore in una località di villeggiatura su un’isola al largo di Auckland, e tra i suoi doveri rientrava anche chiamare i numeri del Bingo.

Alla fine riuscì ad ottenere una parte in una produzione locale del musical Grease, grazie anche al fatto che oltre alla recitazione se la cavava anche con la musica. Seguì una tournée con The Rocky Horror Show, prima in giro per la Nuova Zelanda e poi di nuovo in Australia.

Crowe ha preso parte a circa 415 repliche di The Rocky Horror Show dal 1986 al 1988, recitando, tra gli altri, il ruolo di Eddie, del Dr. Frank N. Furter e del Dr. Scott. Mentre era a teatro a Melbourne con il musical, nel 1987, Russell ottenne una scrittura per apparire in quattro episodi della famosa serie televisiva australiana Neighbours. Recentemente ha ricordato che, benché quella partecipazione non lo convincesse molto, gli aveva permesso di guadagnare cinque volte quello che lo pagavano per un’intera settimana di repliche in teatro.

Intanto continuava a fare provini e audizioni con la speranza di ottenere una parte in un film, continuando a mantenersi con lavori precari, come servire ai tavoli o suonare in strada a Kings Cross a Sydney. Per un paio d’anni, Crowe ha sofferto per seguire il sua vocazione. Ha vissuto in camere ammobiliate, campando con 3 dollari e mezzo al giorno, con una dieta di sigarette e riso fritto.

Ma la perseveranza pagò e, nel 1988 gli offrirono una parte da co-protagonista in una versione teatrale di Blood Brothers: cominciò a girare la voce che Crowe fosse un promettente giovane attore. Il suo talento gli permise anche di salvare una situazione che aveva rischiato di far naufragare i suoi sogni di gloria. Pare infatti che, a causa di una lite con l’altro co-protagonista di Blood Brothers, Crowe fosse stato licenziato dalla compagnia dopo circa un mese di repliche. Fortunatamente il regista George Ogilvie aveva fatto in tempo a vederlo recitare a Sydney e, colpito dal suo talento, gli offrì un ruolo nel film The Crossing.

Ogilvie ricorda Russell precipitarsi nel suo ufficio senza appuntamento: “Aveva un incisivo spezzato, ma lo guardai e pensai: ‘questo ragazzo avrà la parte’. Avevo visto decine di attori, ma Russell aveva un’aura e una consapevolezza negli occhi. Molti giovani attori supplicano di essere notati, ma con Russell la bramosia era diversa. Aveva questa sicurezza fantastica.” Quando Ogilvie chiese a Crowe quale personaggio volesse recitare, Crowe gli rispose: “Tutti”.

The Crossing aveva come protagonista femminile Danielle Spencer, che Russell incontrò proprio sul set del film, innamorandosene. I due faranno coppia fissa per cinque anni, fino a quando la carriera oltreoceano di Crowe li costringerà a dividersi. Danielle è ancora una grande amica dell’attore, che l’ha portata con sé, come portafortuna sostiene lui, alla cerimonia di premiazione degli Oscar 2001. La Spencer è ora un’affermata cantante in Australia e ha fatto da supporting guest nel tour che Crowe ha intrapreso con la sua rock band nell’estate 2001. Ulteriore testimonianza dell’affetto che lega i due e dei sentimenti che Crowe prova per la bionda Danielle è la canzone che le ha dedicato, dall’esplicito titolo Danielle.

The Crossing però non è stato il primo film girato da Crowe: le riprese furono rimandate e Crowe, nell’attesa, ottenne il ruolo di un soldato in Blood Oath. Il regista Stephen Wallace rimase colpito quando Crowe si presentò per l’audizione. Ricorda: “Era solo una piccola parte, ma Russell chiese se poteva leggere alcune lettere che aveva scritto fingendo di essere questo soldato in Nuova Guinea che scriveva ai genitori a casa. Aveva letteralmente creato un personaggio a tutto tondo nello spazio di quelle sei lettere.”

Dopo The Crossing e Hammers Over The Anvil, con Charlotte Rampling come protagonista, Crowe, girò Proof, che gli valse il premio dell’Australian Film Institute come miglior attore non protagonista.

Ma è con Romper Stomper del 1992 che diventa una star in Australia. Il film racconta in termini molto crudi e violenti la vita di un gruppo di Naziskins ed ha sollevato anche forti critiche per la scabrosità dell’argomento. Alcuni hanno accusato la pellicola di fomentare il razzismo, mentre altri lo hanno lodato senza riserve paragonandolo ad Arancia meccanica. Ad ogni modo il film sbriciolò tutti i record di incasso in Australia e portò a Russell il premio dell’Australian Film Institute come miglior attore protagonista per la sua straordinaria interpretazione del violento neonazi Hando.

Quando i critici applaudono Crowe, ne ammirano l’intensità, la presenza scenica virile e la voce possente e vibrante. Ma in realtà è l’estensione del suo talento a renderlo un così grande attore. Diversamente da altri goldenboys di Hollywood, come ad esempio Ben Affleck, Brad Pitt o Matt Damond, che si attengono a quel genere di ruoli che più si addice loro, Crowe è un camaleonte che cambia età, accento e persino forma fisica per la parte. Questa versatilità era già evidente all’inizio della sua carriera quando, due anni dopo il suo terrificante ritratto di Hando, recitò il ruolo di un idraulico gay in The Sum of Us. Crowe è assolutamente convincente nel ruolo, persino quando deve baciare e accarezzare il partner maschile, John Polson.

Con dieci film in quattro anni ed una varietà di ruoli da costituire un curriculum ed un “apprendistato” di tutto rispetto, a quel punto Crowe era pronto e desideroso di mettere alla prova il proprio talento a Hollywood.

Senza che lui ne fosse a conoscenza, Sharon Stone aveva visto Romper Stomper e volle che gli venisse data una parte nel film The Quick and the Dead, che stava co-producendo e che la vedeva protagonista insieme a Gene Hackman e a Leonardo DiCaprio. La Stone era rimasta molto colpita dal talento di Russell, - e non solo da quello, pare, se, come sembra, all’epoca si dichiarò convinta che Russell fosse l’attore più sexy in circolazione - e riteneva che, con la sua carica magnetica, fosse in grado di sostenere il confronto con una protagonista come lei. “Ho pensato che Russell fosse non solo carismatico, attraente e pieno di talento, ma anche temerario. E io trovo la temerarietà molto attraente. Ero sicura che non lo avrei spaventato”. La Stone dunque era così convinta della sua scelta che ritardò l’inizio delle riprese del film in modo che Crowe potesse finire di girare The Sum of Us.

The Quick and the Dead avrebbe dovuto essere la grande occasione per Crowe, ma si rivelò un’esperienza difficile, anche a causa dei conflitti di potere in cui si trovò coinvolto. Sembra che ad un certo punto la casa di produzione abbia persino smesso di pagare le sue spese, proprio durante uno di questi scontri tra la sua sponsor, Sharon Stone, ed altri che invece non lo volevano nel film. Per Crowe fu un periodo pesante, che, tra le altre cose, coincise con la rottura della sua relazione con Danielle Spencer. Per di più il film fu un flop al botteghino. Ma la Stone non si sbagliava: Crowe riuscì a conferire all’altrimenti piatto e insignificante western gli unici momenti veramente ammalianti.

Ma anche se The Quick and the Dead era stato un disastro, Crowe aveva messo piede a Hollywood e aveva ora la possibilità di continuare a perseguire il suo scopo: arrivare a lavorare ai livelli più alti e con gli artisti più dotati di talento, nella forma d’espressione artistica che aveva scelto.

Gira così un film ad alto budget con Denzel Washington: Virtuosity, nel quale interpreta il ruolo di un serial killer virtuale, decisamente non una grande prova per nessuno dei due attori. E continua con una serie di alcuni film minori come Rough Magic, No Way Back, Heaven’s Burning e Breaking Up.

E poi venne L.A.Confidential e Crowe ha finalmente la possibilità di dimostrare all’America il suo spaventoso talento. Nel provino - in parte incluso tra gli inserti speciali del DVD del film - Russell conquista il regista Curtis Hanson, che l’aveva visto per la prima volta cinque anni prima in Romper Stomper. Ancora una volta l’attore interpreta un personaggio che molti, Russell incluso, possono considerare non esattamente un “bravo ragazzo”. In effetti è proprio qui la forza del personaggio di Bud White, nel suo non essere immediatamente identificabile come uno che sta dalla parte dei buoni. E’ volgare e violento, ma, nel corso del film, Crowe riesce a far cogliere al pubblico quali motivi abbiano istillato in Bud questo atteggiamento e come in realtà egli celi, dietro questa facciata, una profonda delicatezza e integrità di sentimenti. In effetti, Hanson ha dichiarato che uno dei motivi che l’hanno spinto a scegliere un attore semi-sconosciuto in America per il ruolo chiave del film, è stato proprio il fatto che il pubblico non sapesse cosa aspettarsi da Crowe. Il primo piano che apre il film spinge a chiedersi chi ci stia fissando con quello sguardo, se un “buono” o un “cattivo”; e questa sottile capacità di Crowe di sviluppare lentamente il suo personaggio, fino a farcelo comprendere in tutte le sue sfumature, è ciò che rende straordinario e “reale” un personaggio di celluloide.

Il film conquistò la critica e il pubblico a Cannes nel 1997, vinse numerosi premi, tra cui due Oscar, e fu oscurato solo da un altro film di quell’anno, Titanic, ma fu immediatamente accolto dagli amanti del cinema come “l’anti-Titanic”. Praticamente nessuno riuscì ad ignorare il ritratto del brutale Detective White delineato da Crowe, e la sua complessa interpretazione gli guadagnò un’universale ammirazione e attirò l’attenzione di tutti quelli che contano a Hollywood.

I copioni iniziarono ad arrivare a mucchi e, come seguito di L.A.Confidential, Crowe scelse Mystery, Alaska, nel quale interpretava John Biebe, il capitano di una squadra di hockey formata da dilettanti in una piccola cittadina dell’Alaska.

Subito dopo fu la volta di The Insider, diretto da Michael Mann e con Al Pacino. Mann volle Crowe per il ruolo del bolso cinquantatreenne Jeffrey Wigand e quando lo chiamò per il provino, Crowe, che allora aveva 34 anni, gli chiese perché non si cercava un attore che avesse all’incirca quell’età. Mann gli rispose, posandogli una mano sul petto: “Non mi sono rivolto a te per la tua età, mi sono rivolto a te per quello che hai qui dentro.” Il regista più tardi paragonerà Crowe a Marlon Brando: “Guardate Fronte del Porto o Un Tram Chiamato Desiderio, e vedrete questo puro, potente talento. Questo è Russell per me.”

Mann non aveva ritenuto necessario che Crowe ingrassasse per il ruolo, ma l’attore è un perfezionista ed è quasi ossessivo nel suo lavoro per trasformarsi nei suoi personaggi. In una sorta di mimesi da Actor’s Studio, ma senza l’artificiosità e l’accademia dei suoi colleghi americani, Crowe lavora sul suo fisico, come sulla sua psiche, per “diventare” il personaggio. Nel caso di Wigand, Crowe riteneva che il peso lo avrebbe aiutato a mostrare l’impaccio di un’età che non era la sua, conferendogli i movimenti goffi di un uomo tormentato e incerto. In effetti, come ha dichiarato Mann, Russell è stato così abile nel suo lavoro che “aveva preso a camminare come avrebbe camminato Wigand stesso, anche se Wigand non avesse camminato a quel modo.” Crowe ha quindi iniziato un regime di vita sedentaria ed è ingrassato di quasi 20 chili dedicandosi ad una “dieta” di bourbon e cheeseburgers. Per interpretare Wigand, e rendere più credibile l’aspetto di un grigio cinquantatreenne, Crowe si è anche rasato a zero i capelli per indossare una parrucca. Tale operazione era resa necessaria dall’indomabilità della sua folta chioma castana, che rifiutava qualsiasi tipo di intervento dei truccatori.

Tutto ciò l’ha trasformato a tal punto rendendolo così convincente, che l’Academy non ha potuto ignorare la qualità dell’interpretazione offerta da Crowe nel film di Mann. The Insider ha dunque procurato a Crowe la sua prima nomination all’Oscar come migliore attore protagonista, superando, nella scelta dei membri dell’Academy, addirittura lo stesso Al Pacino.

Ma il film che gli ha fatto vincere l’ambita statuetta è stato il film successivo: quel Gladiator campione di incassi della stagione cinematografica del 2000 che ha trasformato Crowe da grande attore di talento a star mondiale.

Crowe stava ancora girando The Insider quando i produttori di Gladiator lo hanno cercato. Era così immerso in quel ruolo complesso che non voleva alcun tipo di distrazione. Inoltre non esisteva ancora una vera e propria sceneggiatura e quindi declinò l’offerta. Fu Mann stesso, ringraziando Crowe per l’impegno e la dedizione che stava mettendo nel suo film, a consigliargli di accettare la parte. Gli disse che sarebbe stato un pazzo a farsela scappare e a perdere l’occasione di lavorare con Ridley Scott, uno dei migliori registi della storia del cinema.

Alla fine Crowe firmò il contratto, ma solo a condizione di poter dire la sua sul personaggio di Massimo Decimo Meridio. Naturalmente un accordo del genere causò qualche tensione tra l’attore e il regista durante la lavorazione, ma entrambi concordano sul fatto che tali scambi di opinione creativi hanno permesso di ottenere gli ottimi risultati che abbiamo visto, in termini di coerenza e di credibilità. Uno degli elementi sui quali Russell ha insistito pare che sia stata la possibile relazione amorosa con Lucilla. La produzione voleva naturalmente una bella scena d’amore tra i due, con possibilmente qualche inquadratura sexy che potesse fare la gioia delle fans di Crowe. Sembra che la scena dovesse avere luogo quando i due si rivedono per la prima volta dopo che Massimo è tornato a Roma, schiavo. Incatenato al muro della cella, il gladiatore riceve la visita di Lucilla, la quale avrebbe dovuto approfittare della situazione. Crowe si è opposto facendo notare come il personaggio avrebbe perso credibilità: Massimo è a Roma per vendicare l’assassinio del figlio e della moglie, della quale è ancora profondamente innamorato. Per tutto il film continua a ripetere a se stesso e al pubblico che non vede l’ora di ricongiungersi alla sua famiglie nell’altra vita: come può un uomo di principi come Massimo avere una relazione sessuale con un’altra donna dopo tutto questo? Crowe l’ha avuta vinta e la produzione ha avuto solo un bacio tra i due verso la fine del film, una sorta di bacio d’addio sostanzialmente perdonabile.

Per impersonare il generale Massimo, Crowe ha dovuto nuovamente intervenire sul suo fisico, perdendo il peso che aveva messo su in sei settimane per interpretare Wigand. Ingenuamente pensava di essere in grado di perderlo con la stessa velocità con cui l’aveva guadagnato, ma in realtà gli ci sono voluti sei mesi. Mesi durante i quali si è tenuto in allenamento lavorando nella sua fattoria in Australia, facendo molta attività fisica occupandosi delle sue adorate mucche e dei pascoli. Il risultato è stato però eccellente e tutti hanno potuto ammirare un muscoloso gladiatore in grado di reggere combattimenti estenuanti.

Quando il 25 marzo 2001 Crowe è stato premiato con l’Oscar come migliore attore protagonista per questo film, in molti si possono essere chiesti quale criterio abbia guidato l’Academy per premiare questa interpretazione piuttosto che quella dell’anno precedente, in cui il talento dell’attore sicuramente aveva la meglio rispetto alla presenza fisica dell’uomo. Inoltre si trattava sostanzialmente di un’interpretazione in un “filmone” epico tipicamente hollywoodiano, non certo di una caratterizzazione “politicamente” impegnata. A parte le solite considerazioni politiche e di marketing che entrano sempre in gioco quando si parla di Oscar, forse la migliore risposta l’ha data il produttore Douglas Wick nel suo discorso di accettazione dell’Oscar a Gladiator come miglior film: “Russell, con la forza del suo volto, ha riempito l’intera arena”.

Subito dopo Gladiator, Crowe ha girato Proof of Life, un film d’avventura, con Meg Ryan come co-protagonista. I due attori, conosciutisi proprio sul set, hanno allacciato una relazione, durata circa sei mesi. Il film non ha avuto un grandissimo successo anche perché è probabilmente stato superato in clamore dalla pubbicizzatissima storia d’amore tra le due star. Crowe tuttora ricorda con stima e affetto la Ryan e sostiene che la loro relazione non ha funzionato per motivi che non riguardano certo tutta la spazzatura pubblicitaria riversata su entrambi, ma semplicemente per una difficoltà a gestire le loro due vite così intense e impegnate.

Crowe sostiene anche che tra i due esistevano difficoltà “logistiche” in quanto la Ryan desidera restare negli Stati Uniti anche per rimanere vicina a suo figlio, mentre Crowe non lascerebbe mai l’adorata Australia.

In effetti, pur non essendoci nato, Crowe considera l’Australia la sua vera patria, perché ci è cresciuto e perché ne ha assorbito la cultura e il modo di affrontare la vita. Qualche anno fa ha comprato una tenuta/fattoria nelle vicinanze di Coff’s Harbour, a sette ore d’auto a nord di Sydney, e vi ha trasferito tutta la famiglia. Alla fattoria, dove alleva mucche Angus, senza però, dice lui, riuscire ad ucciderle perché le ama troppo, torna appena ha del tempo libero e ama passare il periodo di Natale dando gradi feste per amici e parenti.

Crowe si sente talmente legato all’Australia, che anche sul lavoro cerca di portare avanti gli interessi del suo paese adottivo. Durante le riprese di Virtuosity, per esempio, è riuscito a fare inserire in una scena, girata nelle vicinanze dello stadio olimpico di Los Angeles, la bandiera australiana. In Proof of Life interpreta il ruolo di un australiano e, come ha dichiarato, riesce finalmente a parlare con il proprio accento, interpretando un personaggio australiano, istruito e che ha successo nel proprio lavoro, in un film ad alto budget prodotto in America.

Il prossimo passo in questo suo personale omaggio all’Australia sarà la lavorazione del film The Long Green Shore, basato sul romanzo di John Hepworth sulla partecipazione dell’Australia alla seconda guerra mondiale. Crowe, oltre ad interpretare il personaggio principale, lo produrrà, ne scriverà la sceneggiatura e lo dirigerà. L’attore spera con questo film di coronare il suo sogno di portare i capitali americani in Australia, per lavorare ad un film ad alto budget, girato in Australia e con attori e troupe australiani.

Nel marzo del 2001, subito dopo aver ricevuto l’oscar per Gladiator, Crowe ha iniziato le riprese di un altro film che lo porterà alla nomination all’oscar come miglior attore protagonista (la terza consecutiva, un record): A Beautiful Mind. Nel film, diretto da Ron Howard, Crowe interpreta il ruolo del vincitore del premio Nobel per l’economia John Forbes Nash Jr.,sulla cui vita il film è basato. 

La pellicola è uscita nelle sale americane il 21 dicembre, appena in tempo per entrare nella competizione per la nuova stagione degli Oscar. Le nominations per il film sono state in effetti numerose e tra le più importanti ricordiamo quelle per il miglior film, la migliore regia, la migliore sceneggiatura non originale, la migliore attrice non protagonista per la bravissima Jennifer Connelly, tutti Oscar andati a segno e, naturalmente la nomination per Russell. Crowe è stato in effetti straordinario nel suo ritratto dello scienziato schizofrenico Nash, conferendo alla sua recitazione una sottigliezza ed un carisma umano straordinari. Il suo modo di esprimere sensazioni e stati d’animo con un solo gesto od un solo sguardo raggiunge in questo film l’apice artistico, ed è incredibile rendersi conto di come si sia immedesimato nella parte al punto da crearsi tic ed ossessioni che sembrano parte di lui stesso. L’intero film si regge sulla sua interpretazione magistrale e, unanimemente, è stato considerato a dir poco “bizzarro” il fatto che l’attore non sia poi stato in effetti premiato. Premiare come miglior film un’opera che basa il suo appeal sulla maestria dell’attore protagonista, e poi non premiare quest’ultimo, la dice lunga sui giochi politici che reggono le sorti dell’Academy. Per dovere di cronaca ricordiamo che la premiazione dell’Oscar 2002 è avvenuta sotto il segno del dramma di New York e delle Torri Gemelle e dunque in un’atmosfera molto segnata dal patriottismo americano. Inoltre, nell’occasione si è voluto accentuare l’atteggiamento politically correct premiando, sia nella categoria dell’attrice protagonista che in quella dell’attore protagonista, due attori afroamericani, sottolineando il valore politico della premiazione con l’Oscar alla carriera per Sidney Poitier. Ci piace anche ricordare che, ad ogni modo, Russell ha ricevuto numerosi altri premi per la sua interpretazione di Nash, tra cui il prestigiosissimo Golden Globe e il premio del sindacato attori, che la dicono lunga sul valore del suo lavoro nel film di Ron Howard.

Terminato di girare A Beautiful Mind, nel giugno del 2001, Crowe si è dedicato a quello che lui definisce il suo “night job”: la musica. In effetti l’attore non ha mai abbandonato la sua prima passione e tuttora si esibisce con la sua band Thirty Odd Foot Of Grunts, di cui è il cantante e autore principale insieme all’amico Dean Cochran. Crowe sostiene che per lui la musica è un mezzo per esprimere veramente quello che sente e che, attraverso i testi delle proprie canzoni, riesce a comunicare con genuinità le proprie emozioni. Suona con la band ormai da 17 anni e non intende fare diventare questa sua passione un veicolo promozionale, al punto che la maggior parte dei fans conosce la sua musica grazie al passaparola e al sito internet della band, piuttosto che grazie a campagne pubblicitarie radiofoniche o televisive. Durante l’estate 2001 i TOFOG, come li chiamano i fans, si sono esibiti in un tour degli Stati Uniti e ognuna delle 16 date è andata esaurita in poche ore. Certamente tra il pubblico c’era chi che era lì per vedere l’attore vincitore dell’Oscar in carne e ossa, ma la maggioranza conosceva le canzoni ed era lì per la musica.

Nonostante i numerosi progetti in campo, tra cui anche un film sulla vita del famoso pugile Jim Braddock, The Cinderella Man, Crowe ha scelto, secondo il suo stile, di selezionare con cura i copioni proposti e di lavorare con maggiore tranquillità e serenità, dedicando il proprio tempo anche alla famiglia e agli amici e, perché no, anche ad una donna. In effetti, nel corso del tour promozionale per A Beautiful Mind, nella tappa italiana a febbraio del 2002, Danielle Spencer è comparsa nuovamente al suo fianco e, a spasso per le vie di Roma, i due sembravano una coppia di fidanzati. Danielle è inoltre apparsa sempre al fianco di Russell durante tutta la lunghissima stagione dei premi di A Beautiful Mind.

Dopo A Beautiful Mind, Crowe ha iniziato a girare nell’estate del 2002 il film di Peter Weir Master and Commander (che circola anche con il titolo The Far Side of The World), tratto dai romanzi di Patrick O’Brien. Si tratta di una storia di ambientazione marinaresca, con tutto il contorno di grandi velieri, fregate, marinai e avventure nella prima metà dell’Ottocento. Russell interpreta il ruolo del capitano Jack Aubrey e ci si augura che in questo suo nuovo film in costume egli dia ancora una volta una prova magistrale della sua versatilità e della sua capacità artistica. Al momento si conosce molto poco del film: è in circolazione il trailer che ricorda molto da vicino quello di Gladiator, puntato sulla mascolinità e sul carisma dell’attore protagonista, e si sa che uscirà in America a novembre ed in Italia sotto Natale del 2003.

Nel frattempo Russell si è preso una pausa per dedicarsi alla propria vita privata: il 7 aprile 2003, giorno del suo trentanovesimo compleanno, ha sposato, nella sua tenuta di Nana Glenn, l’eterna fidanzata Danielle Spencer, coronando così una storia d’amore di anni ed un suo sogno personale: farsi finalmente una famiglia.

Sempre nell’ambito degli interessi privati, Russell è anche tornato ad occuparsi del suo “night job” ed ha pubblicato, sempre in aprile, un nuovo album dei TOFOG, Other Ways of Speaking, nel quale è inserito anche un duetto con Chrissie Hynde. Nel corso dell’estate la band ha previsto anche alcuni concerti in America ed in Australia. Un modo per Russell per rilassarsi in attesa dell'uscita e della promozione di Master and Commander.

 

(8 dicembre 2001, aggiornato il 7 luglio 2003)

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*Chiedo scusa per il titolo in inglese, so che siamo su un sito totalmente in lingua italiana, ma non ho resistito. Questa frase è quella che viene stampata sugli inviti e gli omaggi inviati ai membri dell'Academy Awards per sollecitare la candidatura e il voto per un candidato all'Oscar. Mi sembrava il titolo più adatto...

Già che ho rubato un po' di spazio, vorrei fare una precisazione riguardo a ciò che state per leggere. Questa biografia, se così si può chiamare, non vuole essere in alcun modo esaustiva; è solo un tentativo di raccontare i fatti salienti della vita pubblica di Russell Crowe. Purtroppo io non sono né sua amica, né sua sorella, né sua moglie (!!!) e non ho alcun contatto diretto con lui. Come potete immaginare, avrei voluto chiedere direttamente a lui se ciò che si legge in giro sul suo conto è vero, ma, ovviamente, non mi è stato possibile....

Ho cercato quindi di attenermi il più possibile a fonti "autorevoli", ma non sempre si riesce a controllare ogni cosa e, il fatto che una notizia sia riportata più volte, non ne fa automaticamente una notizia vera. In ogni modo, il materiale che ho utilizzato e rielaborato è frutto di ricerche e di tutte le letture, interviste, trasmissioni radio e televisive che ho divorato e assimilato in questi mesi di passione.

Una buona parte naturalmente proviene da Maximumcrowe, fonte inesauribile per ogni Crowefan, ma ho raccolto notizie anche da altri siti, cui va il mio grazie sincero: murphsplace, tofogsworld, the gruntage, il perch, Mr. showbitz, per citare i principali. Spero di non aver fatto torto a nessuno e di aver accontentato con questo lavoro il maggior numero di fans italiani in cerca di notizie. BUONA LETTURA!

 

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