Una
'guida turistica' realizzata da chi vive nelle Cinque Terre. Curiosità,
sentieri inediti, tutto sull'area Marina Protetta, la Via dell'Amore
tra Manarola e Riomaggiore, la vendemmia e il vino Sciacchetrà delle
5 Terre.
In questa sezione trovate le lettere più belle che mi sono
arrivate, sono racconti di vostre visite alle Cinque Terre, le vostre
impressioni, o semplicemente ricordi o idee che volete condividere
con il web. Colgo l'occasione per ringraziare tutti coloro che mi hanno
scritto, in particolare Enrica la cui lettera inaugura questa
nuova sezione del sito.
Se vuoi veder publicata in queste pagine la tua lettera sulle Cinque
Terre scrivi a questo indirizzo: manarola.5terre@libero.it
Indice: Enrica:
Un fine settimana di Novembre.
"...le agavi, a far da ponte tra mare e terra e tra terra
e cielo, mostravano ogni piega di tempo..." G.C.:
Il vino della pace
"...I cinque erano in lite per stabilire quale fosse, tra
i vini prodotti da loro, il migliore...." M.G.:
Il cielo, il mare, i colori
"... per potermi riempire di quei luoghi che, tra mare
terra e cielo, danno il senso dell'infinito e del finito...."
Da:Enrica
Data:
6 Luglio 2001
Oggetto:un fine settimana di Novembre
Ciao!
Chiedermi se ho altri ricordi e di scriverli è come
invitare un goloso in una pasticceria e dirgli "Dai!
mangia pure tutto!".
Ne ho tanti, e artigliati a vari stati d'animo, ma
tutti con un denominatore comune: il senso di totale
benessere che arriva puntuale nel momento in cui scendo
dal treno o dall’auto e mi "bevo" con gli occhi il
paesaggio; anche se ancora devo capire se davvero
è solo questione di vista o se invece mare e cielo,
luce e colore, e la suggestione delle case aggrappate
alla roccia non si infilino piuttosto attraverso i
pori della pelle trascinandomi in una specie di piccolo
paradiso; in un piccolissimo, breve, salutare annullamento
di me stessa – dello stress, dell’angoscia, della
rabbia dei giorni comuni – dove per un momento mi
sembra sia possibile diventare un profumo, lo schizzo
salmastro di un onda, il riflesso del sole sul mare...
alla realtà torno poi, ma quietamene, cullata dalla
cadenza scivolosa della vostra parlata, quasi indolente,
arguta e sorniona… Si adatta così bene al mare che
in certe giornate di calma cristallina si confonde
al ritmo cadenzato delle onde: scende, risale, si
ferma e va. E poi torna.Mi mette di buon umore sentirvi
parlare.
In mezzo a tanti è difficile sceglierne uno, ma forse
il ricordo più suggestivo risale a due anni fa. Uscivo
da un incubo. Costretta all'immobilità forzata per
mesi e mesi, da un anno non ritornavo alle Cinque
Terre. E neanche al mare.(Detto così può sembrare
banale, ma le due cose mescolate, immobilità e Pianura
Padana, sono una tragedia!)
Era il ponte dei "morti" Da noi l’autunno si era già
infilato fin dentro i pensieri: una tristezza lugubre
di freddo e nebbia.
E’ stato quasi uno schiaffo inaspettato, la luce,
a Marina Piccola, tanto violenta da lasciare senza
fiato: gialla, chiara, pulsante, tra l'azzurro del
cielo e del mare. L’aria sostava con il suo carico
di sale e con una dolcezza insolita . Gli scogli si
stagliavano nitidi e costringevano a stento il limite
tra terra e cielo; e le agavi, a far da ponte tra
mare e terra e tra terra e cielo, mostravano ogni
piega di tempo; ogni spina.
Veniva voglia di mordere l’aria per il colore che
aveva e per il profumo. Era il due novembre, ma poteva
essere aprile.
Il tratto di passeggiata che immette alla strada che
porta a Corniglia ad ogni curva proponeva un piccolo
incanto; e ai piedi della scogliera a strapiombo,
l’acqua del mare era verde smeraldo.
Non facevo niente se non camminare: la bellezza di
certi scorci faceva il resto. Dall'esterno si infilava
nella mente e, preparandosi ad essere ricordo, ne
sollecitava altri, insieme a vecchie storie. Bastava
lasciarsi andare e farsi cullare, complice il rumore
del mare e il suo movimento.
Al ritorno, poi, acciughe e vino bianco per dare un
gusto forte alla giornata; che fosse, però, quello
giusto.
Non c’era niente che apparisse disarmonico: le persone
alla spicciolata sedute sulle panchine della passeggiata,
o a Marina Piccola, come lucertole beate al sole;
qualche barca in mezzo al mare, il vocio della piccola
umanità che si rilassava, nessun rumore dissonante,
lo sciabordare delle onde sugli scogli, chiazze di
luce gialla. E io mi recitavo Montale "…. Qui della
divertite passioni// per miracolo tace la guerra//
qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di dolcezza//
ed è l’odore dei limoni. …"
[...]
Ciao Enrica.
Da:M.G.
Data:
29 Luglio 2001
Oggetto:Il mare, il cielo, i colori....
Era la prima volta che venivo nelle Cinque Terre. Mi sono
fermata per una settimana e per tutto il periodo mi sono
chiesta come fosse possibile vivere in quei luoghi per me
così isolati e lontani dal mondo. Il mare, il cielo, i colori,
gli scogli, le case, i profumi potevano appagare i miei
sensi e la mia fantasia di "forestiera", ma come
potevano riempire la vita degli abitanti? Me ne sono andata
portandomi dentro la convinzione che sarei tornata per qualche
breve visita per potermi riempire di quei luoghi che, tra
mare terra e cielo, danno il senso dell'infinito e del finito,
dell'imperscrutabile e del possibile. Invece ci sono tornata
subito per un mese intero e poi ancora e poi ancora. In
estate, in autunno, in inverno, in primavera. E ogni volta
ho goduto di quello che la natura mi offriva. Ho conosciuto
la gente e ho capito!!!!!!!!
M.G.
Da:G.C.
Data:
23 Luglio 2001
Oggetto:Il vino della pace
I cinque feudatari di Rio Maggiore, Monterosso, Manarola,
Corniglia e Vernazza, erano in lite per stabilire quale
fosse, tra i vini prodotti da loro, il migliore.
La lite era spesso cruenta, sostenuta anche con le spade
dagli armigeri dei castelli. Stanchi di combattere, i cinque
decisero di rimettersi al giudizio di un vecchio e saggio
eremita, pregandolo di assaggiare i cinque vini e di esprimere
un giudizio.
Il vecchio saggio li invitò ad inviargli dieci grappoli
d'uva, due per ogni feudo. Così fecero: l'eremita spremette
cinque grappoli separatamente, ed altri cinque tutti assieme.
Dopo un anno, mandò a chiamare i cinque signorotti invitandoli
ad assaggiare il vino senza dire di che vigna si trattasse.
I pareri furono discordi.
Allora il vecchio saggio offrì loro il vino ricavato dalle
uve pigiate assieme, e tutti furono concordi nell'affermare
che quel vino era il migliore di tutti.