tratto
da "MI RITORNA IN MENTE" di Caterina Bonanni. Terza Ed.
Luglio 1998. Prog.Graf. di G.Mazzini. Tutti i diritti riservati.
Le
gite.
Le gite, quando io
ero ragazza, non erano fatte in pullman o in macchina come si usa
adesso; allora si andava a piedi e le mete erano sempre i Santuari.
Ogni paese delle Cinque Terre ha, su un colle, il Santuario dedicato
al culto della Madonna. Queste feste, che poi erano sagre cui partecipavano
le popolazioni dei paesi limitrofi, sono sempre state molto sentite
dalla gente. I giovani ne facevano un punto d’incontro per allacciare
nuove amicizie e per far nascere nuove storie d’amore.
La spiaggia.
Sulla spiaggia, sotto
la stazione, non c’erano variopinti bikini; il costume da bagno delle
donne consisteva in un lungo vestito che andava ben oltre il ginocchio,
le maniche arrivavano al gomito, di colore nero orlato di strisce
bianche. Chi abitava alla marina imparava a nuotare molto presto,
mentre tante persone che vivevano in cima al paese non sapevano nuotare.
Quando queste persone, per curiosità, venivano in spiaggia si facevano
notare perché erano vestite con l’abito della festa, qualche signora
anche con la collana. Si avvicinavano all’acqua con molta ritrosia.
I muratori.
I primi muratori
che costruirono il paese certamente non adoperarono il metro, forse
misuravano a palmi come mia nonna che contava a ventine. I muri infatti
sono quasi tutti fuori squadra e vi sono pochi appartamenti che all’interno
non abbiano un gradino, cresceva o mancava sempre qualcosa. I muratori
conosciuti, come i Veneziani e i Franchini, giunsero in paese durante
la costruzione della prima galleria ferroviaria; forse loro avevano
poca dimestichezza con la penna, ma in compenso, avevano tanta buona
volontà di lavorare. Finito il lavoro in galleria si fermarono in
paese, si sposarono e, messisi insieme, formarono una piccola ditta
edile che, tramandata ai loro figli, durò per molti anni .
Una foto ricordo.
I Riomaggioresi,
oltre che contadini, erano un popolo di navigatori; i nostri antenati
avevano viaggiato su navi da carico a vela. Era una vita molto dura
e stavano lontano dalla famiglia molti mesi e a volte anni. Al ritorno
i figli, che avevano lasciati piccoli, non li riconoscevano e addirittura
si spaventavano per il fatto di trovarsi in casa una persona estranea.
Negli anni trenta, giovani di Riomaggiore vollero intraprendere la
via del mare come i loro padri. La Marina mercantile aveva varato
delle navi passeggeri che attraversavano l’oceano Atlantico in pochi
giorni; in quegli anni il “Rex” conquistò il nastro azzurro e diventò
l’orgoglio dell’Italia intera. Imbarcarsi su queste navi sarebbe stato
più facile se si fosse conosciuta la lingua inglese, e così, per agevolare
i giovani, il Comune organizzò un corso di questa lingua che ebbe
molto successo: ne è testimonianza una foto ricordo di tutti i partecipanti
che fu scattata sulla via dell’Amore . Questo episodio mi è stato
raccontato da mio marito Eugenio perché anche lui era del gruppo.