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Rassegna Stampa
Le notizie più significative dai giornali web che riguardano le cinque terre. Le principali testate locati sono www.ilsecoloXIX.it , www.lanazione.it. Infine solo sul web www.newslaspezia.com. A cui rimando per approfondimenti. Accanto al titolo della notizia si trova il link alla pagina web, se ancora on-line, da cui è stata fedelmente riportata.


Il caso delle "baracche" di Schiara.
da LA NAZIONE del 3/3/2001

LA SPEZIA — I proprietari le chiamano baracche. E per dimostrare la 'povertà' dei manufatti, indicano i tetti con le onduline plastiche o le pareti di legno. Qua è là, spuntano lenze e palamiti, in simbiosi con pale e forbici per potare le vigne, testimonianze-reperto della figura, ormai d'epoca, del contadino-pescatore. Parzialmente protette dal libeccio dal piccolo promontorio che fa scudo, non hanno retto l'offensiva scatenate dalla giustizia penale nell'area del parco delle Cinque Terre. Per quelle baracche, col tempo diventati spartane (e invidiate) dimore per trascorre le vacanze, sono scattati i sequestri. A firmarli è stato il pm Rodolfo Attinà, responsabile della sezione ambiente e territorio della Procura della Repubblica, all'esito dei rapporto degli uomini del Corpo Forestale dello Stato che, non appena assunte le funzioni di 'paladini' dell'area protetta, hanno indagato sull'anomalia. E cioè su nove casette mono-locale, in muratura o di legno, realizzate, senza alcuna autorizzazione, sul cosiddetto «scalo di Schiara», in piena area demaniale, in quanto tale 'inviolabile'. Nel decreto di sequestro sono formalizzate le accuse: arbitraria invasione di terreno pubblico e arbitraria occupazione del demanio marittimo. Ne devono rispondere Tersilio Bertano, Luciano Cidale, Giancarlo natale, Lombardo Medardo, Lombardo Luciano, Dante Sommovigo, Gianardi Walter, tutta gente con 'radici' in quel di Biassa, paese le cui «appendici» marine sono, appunto, quelle di Schiara insieme a Tramonti, Fossoli e Monesteroli, dove c'è ancora chi mantiene i muretti a secco e coltiva fazzoletti di terra per strapparla al degrado. Quelle case sono raggiungibili solo attraverso uno stretto e insidioso sentiero, a prova di scalatore, che dalla collina porta al mare. L'iniziale destinazione d'uso delle 'baracche' era quella per il supporto alle attività della pesca, insieme al ricovero di attrezzi agricoli. Le prime costruzioni risalgono ad una ventina di anni fa. I proprietari, nel 1986, chiesero al Comune della Spezia il condono edilizio. Ma lì, nell'area demaniale, nessuna sanatoria è possibile. E il reato è permanente. Insomma. non c'è prescrizione che tenga. Gli investigatori, in parallelo al sequestro, hanno notificato il decreto al Ministero delle finanze (quale parte offesa), al Ministero dei trasporti e della navigazione (quale parte offesa), all'Ufficio del Territorio, all'ufficio Area tecnica edilizia privata del Comune della Spezia. In quest'ultimo caso il pm traccia nel decreto, seppur indirettamente, il percorso da sviluppare: l'avvio delle procedure per l'esecuzione delle demolizioni.
di Corrado Ricci da LA NAZIONE del 3/3/2001


 


 

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