Tanto
tempo fa, ma non e' una fiaba, in una certa fabbrica gli operai si lamentavano
con il padrone per il freddo che sentivano nel locale mensa, un locale che aveva
le pareti imbiancate con un tono di blu, e chiedevano di aumentare il
riscaldamento; il padrone, non essendo di questa idea, fece invece dipingere le
pareti con un tono di arancio: il risultato fu che non solo gli operai non
avvertivano piu' il freddo, ma addirittura venne abbassato il riscaldamento.
Mi
sembra una storia abbastanza convincente per capire quanto il colore puo'
influire sull'umore degli uomini.
A
grandi linee, noi viviamo in un mondo dove inconsciamente, cioe' per abitudine,
senza che neppure ce ne rendiamo conto, il colore ha una sua collocazione ben
precisa: questo fin dall'antichita', perche' da sempre a ogni colore era
abbinato un significato: ad esempio il rosso e' sinonimo di passione e forza, il
giallo e' vitalita', il blu tranquillita'.
Non
bisogna dimenticare che la storia e la tradizione di ogni popolo fa si che le
nozioni di psicologia del colore che vanno bene per qualcuno siano per qualcun
altro completamente sbagliate, fino ad essere vero il contrario: basta dire che
se in occidente il colore del lutto e' il nero, in Cina e' esattamente il suo
opposto, cioe' il bianco.
L'
architettura e l'urbanistica se ne occupano per rendere l'ambiente in cui
viviamo sempre piu' confortevole ed ottimale: ecco che gli ospedali hanno spesso
i muri dipinti di azzurro per rilassare i pazienti, mentre il marrone e' il
colore piu' comune per i pavimenti, perché ci ricorda la terra, e da una
sensazione di stabilita'.
Con
tristezza dobbiamo dire che gli studi hanno anche portato ad un modo spesso
subdolo e meschino di sfruttare i colori: abbiamo saputo che siccome si prova
disagio a stare in una stanza con i muri dipinti di rosso, gli architetti di una
fabbrica giapponese hanno dipinto di rosso i muri delle toilettes per farci
stare il meno possibile i dipendenti.
Naturalmente
i grafici e i pubblicitari sono molto attenti all'uso che fanno dei colori,
cercando di catturare il piu' possibile la nostra attenzione, giocando sui
colori complementari, che tra loro si esaltano e si equilibrano allo stesso
tempo: blu e arancio, rosso e verde, giallo e viola.
La
moda, ovviamente, non tratta a caso i colori, e tanto meno la loro disposizione:
il nero snellisce, ma indica anche un po' di voglia di solitudine; il rosso si
indossa per attirare attenzione; il bianco e' sinonimo di purezza.
E'
importante pero' ricordare che la natura resta la maestra piu' grande nell'uso
dei colori: pensiamo al fascino dell'autunno, stagione del ricordo e del
rimpianto, della riflessione, che coi suoi colori rilassanti, effetto della
contemporanea presenza delle svariate tonalita' di rosso e marrone delle foglie
e dell'azzurro del cielo ha ispirato tanti poeti;
l'estate
e' invece tanto piena di vita quanto piena di sole, con il suo giallo (colore
associato alla vitalita', alla vivacità, alla leggerezza) che splende in un
cielo azzurrissimo.
La percezione del colore va intesa come un evento
rivelatore di una dinamica emozionale profonda, che dipende dalle
caratteristiche personologiche del percepiente. In altri termini, la tavolozza
cromatica interna dipende non solo dal nostro modo di percepire i colori
esterni, ma anche dalla nostra specifica modalità di rivisitare emozionalmente
gli stessi. Questo in relazione ad un approccio psicologico che mette in primo
piano la biografia personale piuttosto che gli accadimenti culturali. Ciò non
toglie che la libertà di elaborazione personale dei percetti non sia totale,
poiché il soggetto è vincolato da determinanti socio-storico-culturali, che
vanno debitamente tenute in conto e che danno un certo spessore di credibilità
a valutazioni quali quelle emergenti dai clinici che si servono di test come
quello del colore.
Sono in molti
ad insistere sulla soggettività delle risposte emotive agli stimoli cromatici.
Ricordiamo, per esempio, Lowenfeld V. e Lambert Brittain W. (1969), i quali
ricordano che la reazione al colore sarà sempre un mezzo di espressione
estremamente soggettivo. Comunque, a loro modo di vedere, non ha senso valutare
la risonanza emotiva di un colore preso a se stante, ma occorre valutarlo nei
diversi contesti associativi rispetto ad altri colori. Il problema è quello
delle dinamiche cromatiche. Un blu associato ad un porpora può determinare una
sensazione di solitudine e tristezza, mentre un porpora in un contesto giallo
brillante determinerebbe un senso di solennità. Un verde accostato al giallo può
significare paura, mentre può avere carattere distensivo se lo mettiamo vicino
ad un blu pallido
L'influenza dei colori
nella vita dell'uomo non interessa solo lo psicodiagnosta, ma anche il clinico.
Questo è il parere di alcuni studiosi, che guardano con simpatia alla "cromoterapia".
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