L'ANIMA DEL COLORE

 

FISICA DEL COLORE

 

LUCE

 

DER BLAU REITER

 

GOETHE

 

PSICOLOGIA DEL COLORE

 

TEST DI LUSCHER

 

CROMOTERAPIA

 

 COLLEGAMENTO CON I CHAKRA

 

SIMBOLOGIA ED EMOZIONI IN UN DIPINTO CONTEMPORANEO

 

BIBLIOGRAFIA

 

 

 

 

Come un nulla senza possibilità, un nulla morto dopo la morte del sole, come un silenzio eterno senza avvenire, risuona interiormente il nero.(V. Kandinskij) 

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    Per gli artisti di Der Blau Reiter il colore ha in sé la forza per far emergere la segreta essenza della realtà, captata ed espressa attraverso la propria soggettività, per un'esigenza interiore dell'artista, per un potente desiderio di libertà, affermando così una concezione radicalmente nuova, in Europa, dell'arte come linguaggio universale che non conosce confini, nè costrizioni, nè stili.

    Non a caso molti degli artisti che aderiranno a Der Blau Reiter sono tutti di derivazione romantica e si esprimono in un linguaggio potentemente soggettivo


    La prima mostra del gruppo Der Blau Reiter si tiene a Monaco, presso la Galleria Tannhäuser, nel dicembre del 1911.

     

     

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    "......il più ricco insegnamento viene dalla musica. Salvo poche eccezioni, la musica è già da alcuni secoli l’arte che non usa i suoi mezzi per imitare i fenomeni naturali, ma per esprimere la vita psichica dell’artista e creare la vita dei suoni".(Vassilij Kandinskij)

    Per dote naturale, Kandinskij aveva senza dubbio una predisposizione particolare per la musica, dotato non solo di grande sensibilità, ma anche di una straordinaria capacità di distinguere i timbri degli strumenti musicali e le loro differenti relazioni con la psicologia dell'ascoltatore, cosicchè fu per lui quasi una necessità quella che lo spinse a dedicarsi, per molti anni della sua vita, allo studio dei rapporti tra suono e colore.


    Elemento di scatenante importanza ai fini di questa ricerca, fu la conoscenza del musicista
    Arnold Schoenberg rivoluzionario compositore fortemente innovativo, inventore della musica dodecafonica, che introdusse nelle sue composizioni "l'assoluta liberazione tonale della dissonanza", l'atonalità, con risultati radicalmente nuovi, di forte carattere espressionista.

    La ricerca di Kandinskij si deve ricondurre agli sviluppi della sua poetica, che lo portò da una matrice sostanzialmente espressionista (lo ricordiamo come fondatore di "Der Blaue Reiter"), con influenze romantiche, ad un astrattismo di carattere lirico che contraddistingue tutta la sua produzione, almeno da quando egli intraprende la ricerca di un denominatore comune fra tutte le forme d'arte, per coglierne la complessiva valenza astratta, mezzo per entrare in contatto diretto con la psiche del fruitore.


    Tra tutte le forme d'arte, la musica è sicuramente la più astratta, mancando di concretezza materiale, ed ha quindi per Kandinskij un significato emblematico: la logica conseguenza è che egli teorizzi la possibilità di attribuire ai mezzi pittorici, colori, linee, forme, un valore espressivo intrinseco, slegato da ciò che essi possono rappresentare, senza preoccupazioni naturalistiche, presi cioè nella loro "astrattezza", che in questo caso vuol dire per il loro significato puro, che ha come scopo la sola rappresentazione di sè.


    E' chiaro che una ricerca di questo tipo pone le basi per un concetto dichiaratamente simbolista, che si riscontra in molte delle opere di Kandinskij.

    Se la pittura, per essere libera espressione dell'animo, deve essere simile alla musica, allora dovrà essere pittura astratta, senza attinenza alcuna con le forme della realtà, senza nessuna dipendenza gerarchica dall'oggetto, senza preoccupazione nei confronti di un precostituito modello, dovrà esprimere direttamente e senza tramiti le emozioni, entrare nel campo della pura spiritualità, della forza simbolica dello spirito, del lirismo interiore, della sensibilità immediata.


    In quest'ottica Kandinskij realizza una serie di opere che anche nei titoli evocano la musica, e sono le "impressioni", le"improvvisazioni" e le "composizioni", scaturite da una complessa organizzazione teorica, come spiega in un suo libro,"Uber das Geistige in der Kunst ", scritto nel 1912.
    Le opere di questo periodo presentano una sostanziale informità della figura, alla quale fa riscontro una grande varietà cromatica di colori mischiati in modo fantasioso ed irreale, al di fuori di ogni schema geometrico.

    In seguito alle vicende che lo portano prima in Russia, dove ricopre importanti cariche pubbliche nel campo dell’arte ed intraprende stretti rapporti con il Suprematismo e soprattutto il Costruttivismo russo, poi alla Bauhaus di Weimar, chiamato da Walter Gropius (è di questi anni il rapporto con Paul Klee e la fondazione del "Die Blaue Vier") , il linguaggio di Kandinskij subisce importanti e decisive trasformazioni, come era logico aspettarsi soprattutto per la contaminazione con l'ambiente della Bauhaus, con forti componenti razionaliste.

    I quadri di questo periodo denunciano una certa aspirazione all'ordine che si concretizza in un'impostazione più riconoscibilmente geometrica, frutto dell'attività di insegnamento svolta alla Bauhaus, che lo ha costretto ad acquisire una metodica razionale per poter comunicare con gli allievi, ma frutto soprattutto di un'esigenza interiore che vuole superare l'iniziale impostazione basata su emozione e sentimento per giungere ad una sintesi finale, sia formale che concettuale, che rappresenta anche una presa di coscienza del proprio operare

    Nel 1911 Vassilij Kandinskij, con Franz Marc, fonda a Monaco Der Blaue Reiter; il cui nome deriva dall’amore di Kandinskij per l’immagine dei cavalieri delle fiabe e dall'ammirazione estetica che Marc aveva verso i cavalli: amando ambedue il colore azzurro, pensano di abbinare i due spunti, dando vita, con questa poetica definizione, ad un movimento inizialmente senza un preciso programma, sostanzialmente ad orientamento spiritualistico, con l'intenzione di fondere organicamente tendenze artistiche varie, ma accomunate, appunto, da istanze di tipo spiritualista e simbolista.

    Quelli che vi convergono sono movimenti nei quali il concetto di arte è nettamente separato da ogni tendenza naturalistica, dove la definizione della forma è determinata da impulsi interiori, dalla soggettività dell'artista, ed attuata spesso attraverso linee ed accostamenti cromatici ispirati alla musica.


    A grandi linee si può dire che si affermi una fondamentale tendenza all'astrazione, all'arte non figurativa (mentre l'Espressionismo in generale resta una corrente figurativa), che verrà di lì a breve teorizzata da Kandinskij come possibilità non già di allontanarsi dal reale, ma di immergersi nell’io, trovando così un contatto profondo con la realtà: viene in questi termini riproposta la necessità di attuare un rinnovamento in senso anticlassico dell'arte affermando la vittoria dell'irrazionalismo di tipo orientale sul razionalismo occidentale.

    Pensieri alla base dell'opera di Kandinskij   

    Se si osserva una tavolozza piena di colori si hanno due risultati.

    Si ha un effetto puramente fisico , cioè l’occhio è affascinato dalla bellezza e dalle qualità dei colori. L’osservatore prova un senso di appagamento, di gioia come un buongustaio che gusta una squisitezza.

    Oppure l’occhio viene stuzzicato, come lo è il palato da un cibo piccante.

    O ancora può calmarsi e raffreddarsi, come quando un dito tocca il ghiaccio.

    Sono tutte sensazioni fisiche, che in quanto tali durano poco.

    Sensazioni superficiali, del resto, che non fanno molta impressione a chi è insensibile.

    A uno stadio più evoluto queste percezioni acquistano un valore interiore e infine un suono interiore .

    L’occhio è sedotto dai colori chiari, soprattutto dai più chiari e dai più caldi:

     

    il rosso cinabro attrae ed eccita come la fiamma, che ha sempre affascinato l’uomo.

    Il giallo limone squillante ferisce a lungo l’occhio come un acuto squillo di tromba ferisce l’orecchio; l’occhio diventa irrequieto, non riesce a fissarlo e cerca profondità e riposo nel blu o nel verde.

    Ma a uno stadio più evoluto questo effetto elementare ne provoca un altro, più profondo e coinvolgente.

     

    L’altro fondamentale risultato dell’osservazione del colore, cioè il suo effetto psichico, che

    fa emozionare l’anima. La forza fisica primaria, elementare, diventa la via del colore verso l’anima.

    Il rosso fiamma ad esempio ha un effetto eccitante e può perfino provocare sofferenza,

    forse perché assomiglia al sangue. In questo caso risveglia un elemento naturale che indubbiamente fa soffrire.

     

    Spesso si è sentito parlare di “colori musicali” o addirittura “colori profumati” e tutto ciò deriva

    esclusivamente dall’associazione che il nostro occhio effettua tra il colore e ciò che gli ricorda.

    Non è necessario dipingere per forme definite per far scaturire emozioni…

    spesso può bastare il colore con le sue infinite sfumature e gradazioni.

       

     

"......il più ricco insegnamento viene dalla musica. Salvo poche eccezioni, la musica è già da alcuni secoli l’arte che non usa i suoi mezzi per imitare i fenomeni naturali, ma per esprimere la vita psichica dell’artista e creare la vita dei suoni".(Vassilij Kandinskij)

Per dote naturale, Kandinskij aveva senza dubbio una predisposizione particolare per la musica, dotato non solo di grande sensibilità, ma anche di una straordinaria capacità di distinguere i timbri degli strumenti musicali e le loro differenti relazioni con la psicologia dell'ascoltatore, cosicchè fu per lui quasi una necessità quella che lo spinse a dedicarsi, per molti anni della sua vita, allo studio dei rapporti tra suono e colore.
Elemento di scatenante importanza ai fini di questa ricerca, fu la conoscenza del musicista Arnold Schoenberg, rivoluzionario compositore fortemente innovativo, inventore della musica dodecafonica, che introdusse nelle sue composizioni "l'assoluta liberazione tonale della dissonanza", l'atonalità, con risultati radicalmente nuovi, di forte carattere espressionista.

La ricerca di Kandinskij si deve ricondurre agli sviluppi della sua poetica, che lo portò da una matrice sostanzialmente espressionista (lo ricordiamo come fondatore di "Der Blaue Reiter"), con influenze romantiche, ad un astrattismo di carattere lirico che contraddistingue tutta la sua produzione, almeno da quando egli intraprende la ricerca di un denominatore comune fra tutte le forme d'arte, per coglierne la complessiva valenza astratta, mezzo per entrare in contatto diretto con la psiche del fruitore.
Tra tutte le forme d'arte, la musica è sicuramente la più astratta, mancando di concretezza materiale, ed ha quindi per Kandinskij un significato emblematico: la logica conseguenza è che egli teorizzi la possibilità di attribuire ai mezzi pittorici, colori, linee, forme, un valore espressivo intrinseco, slegato da ciò che essi possono rappresentare, senza preoccupazioni naturalistiche, presi cioè nella loro "astrattezza", che in questo caso vuol dire per il loro significato puro, che ha come scopo la sola rappresentazione di sè.
E' chiaro che una ricerca di questo tipo pone le basi per un concetto dichiaratamente simbolista, che si riscontra in molte delle opere di Kandinskij.

Se la pittura, per essere libera espressione dell'animo, deve essere simile alla musica, allora dovrà essere pittura astratta, senza attinenza alcuna con le forme della realtà, senza nessuna dipendenza gerarchica dall'oggetto, senza preoccupazione nei confronti di un precostituito modello, dovrà esprimere direttamente e senza tramiti le emozioni, entrare nel campo della pura spiritualità, della forza simbolica dello spirito, del lirismo interiore, della sensibilità immediata.
In quest'ottica Kandinskij realizza una serie di opere che anche nei titoli evocano la musica, e sono le "impressioni", le"improvvisazioni" e le "composizioni", scaturite da una complessa organizzazione teorica, come spiega in un suo libro, "Über das Geistige in der Kunst", scritto nel 1912.
Le opere di questo periodo presentano una sostanziale informità della figura, alla quale fa riscontro una grande varietà cromatica di colori mischiati in modo fantasioso ed irreale, al di fuori di ogni schema geometrico.

In seguito alle vicende che lo portano prima in Russia, dove ricopre importanti cariche pubbliche nel campo dell’arte ed intraprende stretti rapporti con il Suprematismo e soprattutto il Costruttivismo russo, poi alla Bauhaus di Weimar, chiamato da Walter Gropius (è di questi anni il rapporto con Paul Klee e la fondazione del "Die Blaue Vier") , il linguaggio di Kandinskij subisce importanti e decisive trasformazioni, come era logico aspettarsi soprattutto per la contaminazione con l'ambiente della Bauhaus, con forti componenti razionaliste.

I quadri di questo periodo denunciano una certa aspirazione all'ordine che si concretizza in un'impostazione più riconoscibilmente geometrica, frutto dell'attività di insegnamento svolta alla Bauhaus, che lo ha costretto ad acquisire una metodica razionale per poter comunicare con gli allievi, ma frutto soprattutto di un'esigenza interiore che vuole superare l'iniziale impostazione basata su emozione e sentimento per giungere ad una sintesi finale, sia formale che concettuale, che rappresenta anche una presa di coscienza del proprio operare

Nel 1911 Vassilij Kandinskij, con Franz Marc, fonda a Monaco Der Blaue Reiter; il cui nome deriva dall’amore di Kandinskij per l’immagine dei cavalieri delle fiabe e dall'ammirazione estetica che Marc aveva verso i cavalli: amando ambedue il colore azzurro, pensano di abbinare i due spunti, dando vita, con questa poetica definizione, ad un movimewnto inizialmente senza un preciso programma, sostanzialmente ad orientamento spiritualistico, con l'intenzione di fondere organicamente tendenze artistiche varie, ma accomunate, appunto, da istanze di tipo spiritualista e simbolista.
Quelli che vi convergono sono movimenti nei quali il concetto di arte è nettamente separato da ogni tendenza naturalistica, dove la definizione della forma è determinata da impulsi interiori, dalla soggettività dell'artista, ed attuata spesso attraverso linee ed accostamenti cromatici ispirati alla musica.
A grandi linee si può dire che si affermi una fondamentale tendenza all'astrazione, all'arte non figurativa (mentre l'Espressionismo in generale resta una corrente figurativa), che verrà di lì a breve teorizzata da Kandinskij come possibilità non già di allontanarsi dal reale, ma di immergersi nell’io, trovando così un contatto profondo con la realtà: viene in questi termini riproposta la necessità di attuare un rinnovamento in senso anticlassico dell'arte affermando la vittoria dell'irrazionalismo di tipo orientale sul razionalismo occidentale.

Non a caso molti degli artisti che aderiranno a Der Blau Reiter sono tutti di derivazione romantica e si esprimono in un linguaggio potentemente soggettivo, con una visione del reale assolutamente lontana dalla percezione ottica, artisti che, come altri prima e dopo di loro, Cezanne, Van Gogh, Manet, Gauguin, Ernst, Picabia, Dalì, sentono l'esigenza di introdurre nella propria pittura il non-conforme, il non-convenzionale, che oltrepassa i canoni visivi dominanti nel loro tempo.
L'arte diventa così rivelazione, creazione, e non rappresentazione, del mondo reale.
Per gli artisti di Der Blau Reiter il colore ha in sé la forza per far emergere la segreta essenza della realtà, captata ed espressa attraverso la propria soggettività, per un'esigenza interiore dell'artista, per un potente desiderio di libertà, affermando così una concezione radicalmente nuova, in Europa, dell'arte come linguaggio universale che non conosce confini, nè costrizioni, nè stili.
La prima mostra del gruppo Der Blau Reiter si tiene a Monaco, presso la Galleria Tannhäuser, nel dicembre del 1911.

 

 

Se si osserva una tavolozza piena di colori si hanno due risultati:

1. si ha un effetto puramente fisico , cioè l’occhio è affascinato dalla bellezza e dalle qualità dei colori. L’osservatore prova un senso di appagamento, di gioia come un buongustaio che gusta una squisitezza.

Oppure l’occhio viene stuzzicato, come lo è il palato da un cibo piccante.

O ancora può calmarsi e raffreddarsi, come quando un dito tocca il ghiaccio.

Sono tutte sensazioni fisiche, che in quanto tali durano poco.

Sensazioni superficiali, del resto, che non fanno molta impressione a chi è insensibile.

A uno stadio più evoluto queste percezioni acquistano un valore interiore e infine un suono interiore .

L’occhio è sedotto dai colori chiari, soprattutto dai più chiari e dai più caldi:

 

il rosso cinabro attrae ed eccita come la fiamma, che ha sempre affascinato l’uomo.

Il giallo limone squillante ferisce a lungo l’occhio come un acuto squillo di tromba ferisce l’orecchio; l’occhio diventa irrequieto, non riesce a fissarlo e cerca profondità e riposo nel blu o nel verde.

Ma a uno stadio più evoluto questo effetto elementare ne provoca un altro, più profondo e coinvolgente.

 

2. l’altro fondamentale risultato dell’osservazione del colore, cioè il suo effetto psichico, che

fa emozionare l’anima. La forza fisica primaria, elementare, diventa la via del colore verso l’anima.

Il rosso fiamma ad esempio ha un effetto eccitante e può perfino provocare sofferenza,

forse perché assomiglia al sangue. In questo caso risveglia un elemento naturale che indubbiamente fa soffrire.

 

Spesso si è sentito parlare di “colori musicali” o addirittura “colori profumati” e tutto ciò deriva

esclusivamente dall’associazione che il nostro occhio effettua tra il colore e ciò che gli ricorda.

Non è necessario dipingere per forme definite per far scaturire emozioni…

spesso può bastare il colore con le sue infinite sfumature e gradazioni.