La torre e i campanili
 
 
La torre e i campanili
Un secolo di Dalmine
Cent’anni fa i primi tubi: da questa sera un ciclo di incontri
Si racconta l’intreccio tra città, fabbrica e le sette parrocchie
 
Dalmine - Svetta nella grande pianura dalminese - come tratto distintivo - la gigantesca torre di raffreddamento della Dalmine. E tutto introno, quasi come una corolla, la circondano i sette campanili delle parrocchie che compongono il territorio dalminese.
La storia di quella grande torre e dei suoi campanili è storia di gente e di lavoratori che hanno fatto vivere da un secolo a questa parte tutta la pianura circostante. In un momento in cui tra uomo, industria e città i rapporti sono assai delicati e in cambiamento, a causa della crisi economica che investe tutta la Bergamasca, c’è chi ha pensato di indagare le relazioni storiche tra chiesa e industria, ma anche i riflessi sulle nuove generazioni delle trasformazioni del rapporto tra uomo e lavoro.
 
Il territorio e i suoi cambiamenti
Ne è nato un volume, corredato di una ricerca unica nel suo genere, ma anche una serie d’incontri, a partire da quest’oggi, che coinvolgeranno le sette parrocchie, il Centro di pastorale sociale della diocesi (Cdps), il Comune di Dalmine e la TenarisDalmine, ma anche altre realtà come l’Università e la Servitec. “Si tratta di un lavoro di riflessione sul territorio e i cambiamenti da cui è stato investito con la presenza della Dalmine - spiega il direttore del Cdps, don Francesco Poli - nato dopo la riflessione diocesana sulle comunità cristiane e il mondo del lavoro di qualche anno fa. Da una serie di incontri costruiti nel corso di due anni nelle comunità cristiane di Dalmine è nato questo inedito e articolato progetto, di fortissima attualità vista la situazione economica attuale”. Un lavoro nato da lontano dunque, portato avanti con costanza da una ventina di persone tra le sette parrocchie e che a loro volta hanno coinvolto istituzioni pubbliche  e private. La cooperativa “La Solidarietà” per esempio ha studiato e ideato il logo in cui intorno all’antenna della Dalmine sorgono i campanili e la torre di raffreddamento.
Il 1906 - spiegano due dei promotori, Claudio Pesenti ed Enzo Suardi - è l’anno di costituzione della società Mannesmann, da cui prese avvio poi la Dalmine, oggi Tenaris. Nel 1907 vennero avviate le trattative con il Comune di Sabbio e in alternativa con Mariano, per l’insediamento della società nel nostro territorio. Il 1908 è l’anno della posa della prima pietra (30 marzo) e di costruzione dello stabilimento. Il 12 luglio 1909 è la data d’inizio della laminazione del primo tubo senza saldatura”.
 
Primo maggio con il Vescovo
Negli scorsi anni - spiegano ancora - si sono celebrate le ricorrenze della società e la nascita del nuovo Comune (attraverso l’unificazione nel 1927 di Sabbio, Sforzatica e Mariano, ndr). Il progetto delle parrocchie, invece, prende spunto dall’inizio dell’attività lavorativa per attivare un percorso pastorale di lettura delle trasformazioni avvenute nelle comunità parrocchiali presenti a Dalmine sui temi del sociale, del lavoro e dell’economia. Le sette parrocchie che sono in Dalmine hanno costituito un gruppo di studio e coordinamento per aiutare le parrocchie e la società civile di Dalmine ad interpretare e vivere l’esperienza del lavoro nella prospettiva del Vangelo e nell’ottica del bene comune”.
Su questo percorso sono nate due sessioni di incontri (il primo ciclo da oggi fino al 31 marzo, e il secondo dal 22 settembre al 29 settembre) e una settimana di appuntamenti tutti dedicati a questo tema dal 26 aprile al 3 maggio, caratterizzati anche da momenti molto significativi come la presentazione della ricerca del sociologo Dario Nicoli sul rapporto tra chiesa e lavoro sul territorio e di Carolina Lussana e Stefano Capelli della Fondazione Dalmine che ricostruiscono la storia aziendale in rapporto al territorio. Le ricerche verranno raccolte in una pubblicazione che verrà distribuita alla popolazione in settembre. L’incontro si svolgerà nell’ambito di un convegno introdotto dal sindaco Francesca Bruschi e dal parroco Mons. Ilario Girelli al cineteatro dell’oratorio San Giuseppe alle 20,45. Venerdì primo maggio, alle 15, poi sarà il vescovo Francesco Beschi a celebrare la Messa per la festa dei lavoratori davanti al Palazzo della direzione in Viale Vittorio Emanuele.
 
Elena Catalfamo
 
L’Eco di Bergamo, Martedì 17 marzo 2009, pag. 20