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Silvestro
II°
Gerberto nasce nel
940 circa, ad Aurillac (Avernia-Francia),
famosa terra di maghi.
Nel 963 entra nel Monastero di San Gerardo e nel 967 viene affidato,
sotto richiesta dell'abate, al conte Borrell perché lo accompagni al
Monastero di Ripoll (Barcellona).
Durante la sua
permanenza in Spagna, Gerberbo apprende le materie comunemente insegnate
all'epoca: trivium (grammatica, dialettica e retorica) e quatrivium
(aritmetica, musica, geometria ed astronomia).
Si appassiona all'astronomia ed alla matematica. Apprende
infatti l'uso di numeri arabi che facilitavano il calcolo a mente (al
tempo erano ancora usati i numeri romani) e, in seguito, inventa
l'orologio, il bilanciere e reintroduce l'abaco.
A differenza degli altri studiosi del tempo, il futuro papa,
cercava strumenti che gli permettessero un'osservazione diretta delle
stelle invece di studiarla attraverso le scritture e la loro
interpretazione.
Studia inoltre diritto e politica, conoscenze che gli permettono
mettersi al servizio di personaggi potendi e di accedere alle cariche di
maggior rilievo nelle gerarchie ecclesiastiche nonostante le umili
origini.
Durante questi anni, secondo il mito, entrerebbe in contatto con circoli
di maghi arabi che (dopo la segreta abiurazione della fede cristiana)
diventano i suoi insegnanti.
Le sue conoscenze
portano molti contemporanei ad accusarlo di
patti con il diavolo e di essere un mago oscuro.
Fra le leggende che riguardano il futuro Silvestro II°, c'è il mito
secondo cui, durante i suoi studi a Narbona (capitale della Catalogna -
Spagna), Gerberto risiede alla scuola/corte di un mago arabo spagnolo.
In questo ambito, Gerberto fa ubriacare il maestro e ne ruba il libro di
magia.
Il derubato cerca di rintracciarlo tramite le stelle ma il ladro si lega
alla trave di un ponte di legno, fra cielo e terra, e chiede aiuto al
diavolo (che gli accorda la sua protezione).
Un altro oggetto,
che alimenta i miti su Gerberto, è la testa in bronzo da lui costruita
dotata di un meccanismo che le permetteva di rispondere 'sì' oppure 'no'
alle domande. Questa, secondo la fantasia popolare, era un golem
posseduto dal demone Meridiana (che in altre versioni, è una fata con
cui ha i primi contatti a Reims).
Secondo il ricercatore Giorgio Pastore, la testa era una mente
artificiale o un computer mentre, Gerberto sarebbe stato un naufrago del
tempo.
Altre leggende
riguardano la vincita del papato giocando a dadi con il diavolo.
Pare che, dopo aver
lasciato Narbona, si fosse recato a Fes (l'università più antica del
mondo) in Marocco [evento da
verificare]
Nel 969, il conte
Borrel compie un pellegrinaggio a Roma conducendo con sé Gerberto.
In questo viaggio, il ragazzo incontra Papa Giovanni XIII° e
l'imperatore Ottone I° che, sotto consiglio del papa, lo assume come
tutore del futuro Ottone II° (970).
Alcuni anni dopo,
Ottone permette a Gerberto di studiare alla cattedrale di Reims (il
futuro Silvestro II farà, fra l'altro, costruire un organo idraulico,
innovativo perchè l'aria non doveva più essere inbtrodotta manualmente) dove,
ben presto, viene nominato insegnante dall'arcivescovo Adalberone di
Laon.
E' in questo periodo
che, secondo il racconto del Cardinale Benno (XI^ sec.), la sua
riedizione attraverso William of Malmesbury (inizio XII^ sec.) e quella
di Walter Map (fine XII^ se.), Gerberto si innamora1 della bella fata
Meridiana che, in cambio della sua fedeltà, gli promette ricchezze e
onori. Fra le altre cose, Meridiana permette all'uomo di raggiungere
l'illuminazione con studi notturni e segretissimi.
Da notare come, nel mito, compaino numerosi elementi della cultura
medioevale: l'amore nei confronti di una strega che non si rivela degna
del sentimento, l'intervento divino/diabolico che cambia la strada del
protagonista.
Nel 982, Ottone II°
ormai incoronato imperatore del Sacro Romano Impero, nomina Gerberto
abate dei monaci colombiani di Bobbio e conte del distretto.
Gerberto trova però un'abbazia di San Colombano in rovina a causa delle
precedenti gestioni. Provvede quindi a ricostruirla ed effettua
l'inventario dello 'scrittorum'. Gli antichi trattati (mentre l'Europa
Medioevale sembra aver dimenticato il greco, i monaci di Bobbio lo
continua a leggere tranquillamente) ivi ritrovati gli permettono di
scrivere il suo lavoro sulla Geometria.
Nel 983, Ottone II°
muore e Geraldo viene coinvolto in lotte politiche.
Nel 985, con l'appoggio del suo arcivescovo, il futuro papa si oppone a
Lotario di Francia (che vuole strappare la Lorena, tramite l'appoggio di
Bruno Capeto, a Ottone III°).
Capeto diventa re di Francia mettendo termine alla dinastia dei
Carolingi.
L'abate Adalberto
muore nel 988 ma, invece di Gerberto, Capeto ordina Arnolfo (figlio
illegittimo di Lotario). Quest'ultimo viene deposto nel 991, per
sospetto tradimento nei confronti del re, e Gerberto ne prende il posto.
C'è però una forte opposizione alla nomina e papa Giovanni XV° invia un
legato in Francia per sospendere temporaneamente Gerberto, ma questo
dimostra l'illegalità del decreto.
Il concilio del 995 dichiara illegale la deposizione di Arnolfo ma, in
quel momenti difficile la protezione della Dinastia Ottomana2 di
Sassonia.
Gerberto torna a Reims, rimanendo abate commendatario a Bobbio fino al
999, quando eleva la cittadina a Contea Vescovile e nomina abate
Pietroaldo. Oltre a questo, diviene precettore di Ottone III° mentre il
cugino dell'alunno, Papa Gregorio V° (nonostante considerasse Gerberto
un intruso protetto dall'imperatore), lo nomina arcivescovo di Ravenna
(998).
Un'altra leggenda
pare fare a capo a questo periodo.
Nel Campo di Marzio (Roma, dove sembra che il futuro papa fosse in
pellegrinaggio), si trovava una statua con l'iscrizione 'percuoti qui',
cosa che in molti facevano senza capire il significato della scritta.
Gerberto, dopo aver osservato la statua, per un'intuizione attende
mezzogiorno quando, l'ombra della statua, indica un punto preciso.
Durante la notte, lo studioso scava nel punto indicato trovandovi una
galleria che lo conduce ad una sala con dodici seggi dove sono sedute
altrettante statue con delle maschere in argento e un trono con
una statua dalla maschera in oro. Al centro della sala vi era il tesoro
di Augusto/Cesare intoccabile perché, non appena si tentava di
prendere qualcosa, le statue si animano.
L'unica oggetto che si può maneggiare è un Libro Nera, ma prima che
Gerberto possa studiarlo, un'oscura presenza (vestito come un turco) si
presenta come guardiano del libro. L'entità gli fa promettere di leggere
il tomo solo davanti a lui e solo le parti che gli avrebbe concesso di
leggere.
Nel libro era racchiusa una conoscenza incredibile e il futuro, ma il
guardiano gli permetteva di leggere solo alcune parti e Gerberto decide
a un cero punto di rubare il tomo (in questo punto, la leggenda ricalca
fedelmente quella del libro sottratto al mago compreso il trucco di
legarsi a un ponte).
Alla morte del
pontefice, l'imperatore rese Gerberto il 139° papa, con il nome di
Silvestro II° (2 aprile 999). Il nome permette di mascherare quello di
battesimo, eccessivamente germanico, con un nome tradizionalmente latino
e sanciva il suo legame con Ottone III (l'imperatore si riteneva infatti
il nuovo Costantino e, secondo la leggenda, questo ultimo era stato
guarito dalla lebbra dal pontefice Silvestro I°).
Subito dopo essere
stato eletto papa, Silvestro II conferma la nomina dell'ex rivale,
Arnolfo, come arcivescovo di Reims.
Il pontefice collabora con la restaurazione imperiale, ispirata ai
valori dell'antichità classica, condanna pesantemente la simonia e il
concubinaggio (diffuso nel clero), intuisce l'importanza della
cristianizzazione degli slavi sostenendo l'istituzione di chiese
nazionali.
Nella Basilica di
San Pietro a Roma, Silvestro II° celebra l'ultima messa prima dell'anno
1000, ma poco prima dello scadere del tempo stabilito, secondo la
leggenda, porta 'avanti' il calendario evitando la fine del mondo.
Nell'anno 1000,
Silvestro II incorona Stefano (futuro santo), del casato degli Arpad,
sovrano del Regno di Ungheria. Al neo sovrano, il pontefice affida il
compito di organizzare la chiesa del suo paese.
Il papa fonda l'arcidiocesi di Gienzo (futura Polonia), incoraggiò le
crociate e patrocinò la riforma dinastica di Cluny.
La rivolta della
popolazione contro l'imperatore (1001) costringe Ottone III e Silvestro
II, a rifugiarsi a Ravenna.
Ottone guida tre spedizione per riconquistare la città, ma muore durante
la terza (23 gennaio 1002).
Silvestro II torna a Roma poco dopo, sebbene la città sia sotto il
dominio dei Crescenzi. Il papa muore nel 1003, per sospetto
avvelenamento.
In un ampliamento
ulteriore del mito, la Meridiana fata/la Meridiana Testa di Bronzo
prevede che, quando Gerberto dirà messa a Gerusalemme, il diavolo
sarebbe venuto a prenderlo. Gerberto messo sull'avviso, cancella un
pellegrinaggio a Gerusalemme, ma la profezia si avvera quando il
pontefice dice messa nella Chiesa della Santa Croce di Gerusalemme a
Roma (chiamata anche Chiesa Gerusalemme).
Vedendo Meridiana, Gerberto si rende conto che la morte e prossima.
Sentendosi male poco dopo, dà pubblica confessione, ordina che da tale
momento l'ostia e il vino vengano consacrate con il viso rivolto ai
fedeli, che il suo corpo sia messo su un carro di buoi e seppellito dove
i buoi si fossero fermati (in un'altra versione chiede ai suoi cardinali
di tagliare il suo corpo e spargerlo per la città. In un'altra leggenda,
viene attaccato dal diavolo durante la messa. Gli vengono quindi cavati
gli occhi che sono donati ai demoni perchè possano giocarci all'interno
della chiesa. Pentito, Silvestro II° si taglia orecchie e lingua).
In seguito alla
morte di Gerberto, tutte le sue invenzioni vengono distrutte compreso,
quello che si ritiene essere un planetario.
La tomba di
Silvestro II riporta l'iscrizione 'Iste locus Silvestris membra
sepulti venturo Domino conferet at sonitum' (Questo luogo, all'arrivo
del Signore, renderà al suono dell'ultima tromba i resti sepolti di
Silvestro II°).
Una traduzione errata, di 'conferet at sonitum' in 'emetterà suono' dà
vita alle leggenda che le ossa sbatacchino poco prima della morte di un
papa.
In un'altra
leggenda, la tomba si inumidisce alla morte di un cardinale ed emette
acqua alla morte di un papa.
La tomba viene
aperta nel 1684.
Il corpo, intatto sino all'apertura, al contatto con l'aria diventa
polvere. Rimane solo l'anello con la dicitura 'sic transit gloria mundi'
('così passa la gloria di questo mondo') ovvero, le parole ripetute al
papa dopo la sua investitura, atte a ricordare la transitorietà della
gloria terrena.
§§§ ° §§§ ° §§§
NOTE:
1 = secondo alcune versioni,
Gerberto non si innamora ma fa semplicemente amicizia.
2 = la Dinastia Ottomana è la
casata degli imperatori del Sacro Romano Impero, originaria di Sassonia
e che prende nome dal Capostipite Ottone I°.
§§§ ° §§§ ° §§§
BIBLIOGRAFIA:
Documentario
trasmesso nella trasmissione Voyager del 16.04.2008
Miti e leggende del Medioevo (1992_Ed. Newton &
Compton editori S.r.l.) di Erberto Petoia
http://www.storiaonline.org/mi/fidanzia.silvestroii.pdf
http://www.croponline.org/gerbertodaurillac.htm
http://www.satyrnet.it/joomla/index.php?option=com_content&task=view&id=1195&Itemid=134
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