ARNOLD CLASSIC 2006

 

1) WINNER: Dexter Jackson
2) Branch Warren
3) Victor Martinez
4) Gustavo Badell
5) Melvin Anthony
6) Lee Priest
7) Mustafa Mohammad
8) Darrem Charles
9) Toney Freeman
10) Troy Alves
11) David Henry
12) Ahmad Haidar
13) Johnnie Jackson

Negli ultimi anni, l’Arnold Classic si sta rivelando una delle gare più difficili da interpretare. Consuetudine vuole che i giudici lascino intendere il loro orientamento con un confronto finale tra due atleti. Stavolta gli ultimi confronti riguardavano la parte inferiore della classifica, ma si è già capito che i primi quattro posti verranno assegnati (in ordine alfabetico per ora) a Gustavo Badell, Dexter Jackson, Victor Martinez e Branch Warren. Complimenti alla giuria IFBB per aver saputo creare questa atmosfera ricca di suspense, rimescolando tutti i confronti in modo da paragonare tutti con tutti, o quasi. All’inizio delle eliminatorie, Gustavo Badell appariva leggermente al di sotto della forma esibita in occasione del terzo posto all’Olympia 2005 e sembrava avere qualche difficoltà a controllare l’addome. Dopo un anno di pausa, agonisticamente parlando, il campione in carica Jackson appariva… più Jackson che mai, il che significa un pacchetto fisico strepitoso, nonostante qualcosa di poco chiaro a livello addominale. Martinez si sarà stancato di sentirselo dire, ma non aveva la condizione fisica vincente della Night of Champions 2003 o dello Show of Strength 2004: più grosso, è vero, con dorsali impressionanti ecc., ma meno definito di altre volte. Branch Warren ha fatto subito colpo grazie alla massa mostruosa e alla strepitosa definizione. Migliorato sotto il profilo della simmetria, se riesce a limare un po’ alcune pose sarà ancora più formidabile. Come si è già accennato, si è trattato di una gara di difficile lettura. Dexter sembrava appannarsi man mano che procedevano le eliminatorie, forse perché era crollato a terra ansante dietro le quinte dopo il primo round. Opposta la traiettoria di Badell (un’evoluzione già vista in altre gare) che pareva sempre più duro e asciutto, e potrebbe essere proprio questa la sua carta vincente. Ma forse il vero fuoriclasse è Warren, l’unico tra i primi quattro classificati che può dire di essersi esibito nella sua forma migliore in assoluto. Chissà, forse stavolta potrebbe servire a qualcosa. Altri pensieri sparsi: Darrem Charles meritava l’opportunità di stare tra i primi quattro già citati; David Henry ha pagato il prezzo di una definizione meno marcata rispetto all’Ironman; Lee Priest non è riuscito sfruttare la carica dell’Ironman ed è capitolato di fronte ad avversari più completi di lui; perdere un sacco di peso nel tentativo di evidenziare bicipiti femorali e glutei non è bastato a Troy Alves; Melvin Anthony, pur essendo più pesante che mai e probabilmente definito al massimo, non era in grado di superare l’ultradefinizione dei primi quattro; Toney Freeman… guardandolo non riesco a smettere di chiedermi che cosa abbia che non va e perché non l’abbiano confrontato coi migliori; Chris Cook deve ancora lavorare sia sullo spessore che sulla definizione del petto e del dorso; Ahmad Haidar è svanito nella confusione generale; Mustafa Mohammad, più definito rispetto all’Ironman dove è arrivato sesto, probabilmente qui avrà difficoltà a rientrare tra i primi otto; Kris Dim è apparso un po’ più piatto rispetto all’Ironman e può fare molto meglio di così; Johnnie Jackson non era al massimo ed è probabilmente destinato ad un posto in coda alla classifica.