Logo

Amnesty International Italia
Gruppo 208 Fidenza e Fiorenzuola

Mariposas

”MARIPOSAS:collettiva d’arte per i diritti delle donne “

Mariposas è una parola spagnola,significa farfalle.E pensando alle farfalle è immediata l’immagine di un volo libero e leggero,di ali variopinte che diventano migliaia di piccole opere d’arte se si pensa alle tante varietà presenti in natura,di migrazioni che vanno da un capo all’altro della terra,di vita che si genera attraverso l’impollinazione.Ma le fafalle sono anche insetti molto vulnerabili:è suficiente sfiorarle per pregiudicarne il volo e l’esistenza ed altra arma non hanno se non la facoltà di chiudere le ali e nascondere la loro meravigliosa bellezza per difendersi da chi vuole ataccarle.

Mariposa è anche il nome del fiore nazionale di Cuba,che,ai tempi delle guerre d’indipendenza,le donne portavano al petto come simbolo di ribellione e libertà.Ed è proprio alle donne ,che per simbologia tanto possono ricordare le farfalle,che è dedicata la mostra collettiva d’arte che nel mese di marzo sarà ospitata nel foyer del Teatro Verdi di Fiorenzuola. “MARIPOSAS”,questo è il titolo dell’esposizione, che è il frutto del contributo che sedici artiste residenti a Fiorenzuola hanno voluto dare all’impegno di Amnesty Intenational in favore dei diritti delle donne,rispondendo all’invito del gruppo cittadino ITALIA 208 Ispirate dalla loro personale sensibilità ed avvalendosi di forme artistiche differenti(dalla pittura alla scultura,dalla fotografia agli abiti) ognuna di loro ha interpretato i temi affrontati da Amnesty International nella Campagna “MAI PIU’VIOLENZA SULLE DONNE”che da marzo dello scorso anno vede impegnato il movimento su diversi fronti.

Ogni giorno nel mondo migliaia di donne sono vittime di abusi e di violazioni dei loro diritti.La situazione è allarmante e nessuno Stato ne è immune. Accanto a forme aberranti quali la lapidazione delle adultere in Nigeria,lo stupro come arma di guerra in Sudan e lo sfiguramento con l’acido in Bangladesh e in Pakistan anche la “civile” Europa si fa teatro di costanti e silenziosi fenomeni di violenza sulle donne.La violenza domestica è all’ordine del giorno e molti paesi ,tra cui l’Italia sono la meta finale di migliaia di giovani donne vittime del traffico per prostitzione o lavoro forzato.Eliminare questa piaga è un percorso lungo,ma possibile.Una trasformazione che deve vedere tutti complici  attivi,a partire dalle realtà locali. Ed è proprio una testimonianza della volontà di dare voce alle donne che nel mondo non vedono rispettati i loro diritti la mostra che verrà inaugurata il 5 marzo 2005 alle 17.30 e rimarrà in esposizione fino al 20 marzo,organizzata dai gruppi di Amnesty di Fioranzuola e di Fidenza e patrocinata dall’Assessorato alla cultura del Comune di Fiorenzuola.Un’ occasione per riflettere su un problema che non può essere ignorato, l’opportunità di sostenere concretamente il lavoro di Amnesty.Sarà infatti possibile firmare gli appelli per chiedere il coinvolgimento dei governi e delle autorità internazionali in un processo che porti al pieno riconoscimento dei diritti delle donne e naturalmente apprezzare le opere che le artiste hanno generosamente donato al gruppo di Fiorenzuola proprio per finanziare questa campagna. La mostra sarà accessibile tutti i giorni dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.00.


In troppi  Paesi le leggi, le politiche e le usanze sono discriminatorie nei confronti delle donne, negano loro gli stessi diritti degli uomini, rendendole più vulnerabili di fronte alla violenza.

La violenza sulle donne è un abuso dei Diritti Umani su scala universale.

  

Donne di continenti e paesi diversi, di religione, di cultura  e retroterra sociali differenti, istruite o analfabete, ricche o povere, sia che vivano in guerra o in tempo di pace, sono legate dal filo comune della violenza subita da gruppi  armati o dallo Stato, dalla comunità o dalla loro stessa famiglia.

 

MONDO

 

Il Consiglio d’Europa ha dichiarato che la violenza domestica è la principale causa di morte e di invalidità per le donne di età compresa tra i 16 e i 44 anni (un’incidenza maggiore di quella provocata da cancro e incidenti automobilistici).

Il premio Nobel per l’Economia del ’98 Amartya Sen ha calcolato che “mancano all’appello” più di 60 milioni di donne eliminate con l’aborto e l’infanticidio selettivo (ad esempio, in Cina il rapporto tra neonate e neonati era nel 2000 100 a 119, laddove il rapporto biologico normale sarebbe di 100 a 103).

Secondo numerose ricerche, nel mondo almeno una donna su tre è stata picchiata, costretta al sesso o ha subito altri tipi di abusi. Solitamente le violenze sono compiute da un familiare o da un conoscente.

Le Nazioni Unite calcolano in 120 milioni il numero delle donne che hanno subito mutilazioni genitali femminili. Ogni anno si registrano altri due milioni di casi.

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità almeno il 70% delle donne vittime di omicidio sono state uccise dai propri partner.

 

Stati Uniti d’America

 

Secondo statistiche ufficiali, ogni 15 secondi una donna viene picchiata.

Il Governo stima che nel 2001 si sono verificati circa 700.000 casi di violenza domestica.

Ogni anno vengono vendute tra le 45.000 e le 50.000 donne e bambine.

Secondo le Nazioni Unite, nel 1999 l’85% delle vittime di violenza domestica era costituito da donne (671.110 donne contro 120.100 uomini).

 

Americhe

 

Una ricerca condotta a Vancouver, Canada, ha rilevato come tra il 1993 e il 1997 su 462 casi di denuncia di stupro solo il 33% ha determinato rinvii a giudizio, e soltanto l’11% sentenze di condanna.

In Cile, nel 1996, le donne vittime di violenza domestica hanno perso complessivamente reddito per 1,56 miliardi di dollari, pari all’incirca al 2% del prodotto interno lordo del paese.

 

Oceania

 

La Commissione per le riforme legislative di Papua Nuova Guinea ha calcolato che il 67% delle donne che vivono nelle zone rurali e il 56% di quelle che vivono nei centri urbani siano state vittime di abusi nell’ambito delle relazioni matrimoniali.

 

Asia

 

In Bangladesh, le donne uccise dai loro mariti ammontano al 50% di tutti gli omicidi.

In India, più del 40% delle donne sposate sono state percosse o violentate per ragioni come l’insoddisfazione o la gelosia dei loro mariti. Il governo ha stimato che 1998 oltre 6000 donne siano state assassinate (la maggior parte bruciate) per questioni di dote.

In Pakistan, nel 1999, più di 1000 donne sono state vittime di “crimini d’onore”.

 

Africa

 

In Sudafrica, ogni 23 secondi una donna subisce violenza sessuale (la maggior parte nell’età compresa tra i 12 e i 17 anni). La polizia ha calcolato che su 35 casi di stupro uno solo viene effettivamente denunciato.

Nello Swaziland, nel 2002, il 38,6% delle donne incinte che si è sottoposto a controlli medici è risultato sieropositivo.

L’Onu ha calcolato che nel periodo ottobre 2002 - febbraio 2003, nella zona di Uvira, nella provincia a sud di Kivu della Repubblica Democratica del Congo, sono state stuprate 5000 donne, una media di 40 al giorno.

 

Europa

 

500.000 donne sono vittime della tratta per essere destinate al mercato della prostituzione.

Secondo una ricerca del 1998, in Belgio più del 50% delle donne ha subito qualche forma di violenza all’interno della famiglia, per lo più ad opera dei propri partner.

In Francia, su 25 mila casi di stupro commessi in un anno, soltanto 8 mila vengono denunciati alla polizia.

In Gran Bretagna, tra il 1997 e il 1998 si sono verificati più di 2000 casi di violenza fisica e sessuale ai danni delle collaboratrici domestiche. I servizi di pronto soccorso ricevono mediamente una chiamata al minuto per violenze sulle donne in ambito domestico.

In Russia, secondo dati governativi, ogni anno 14.000 donne muoiono uccise dai loro compagni o da familiari.

 

Medio Oriente

 

La Lega delle donne irachene ha denunciato che più di 400 donne sono state rapite, stuprate e vendute nel periodo aprile – agosto 2003.

In Libano, nel 2001, i casi di donne uccise dal marito o da un altro parente maschio per “questioni d’onore” sono stati in media tra i 2 e i 3 al mese.

 

Italia

 

Rapporto Istat 1999 sulla sicurezza dei cittadini

Sono 714.000 (4%) le donne tra i 14 e i 59 anni che hanno dichiarato di aver subito uno stupro o un tentato stupro nel corso della vita.

Non sono stati denunciati il 93,2% delle tentate violenze sessuali e l’82,7% delle violenze sessuali.

Il 21,2% del totale degli stupri rilevati tramite l’indagine e il 5,9% dei tentati stupri, è avvenuto in famiglia. Da segnalare che la violenza in famiglia presenta alti tassi di non denuncia perché maggiore è il legame tra vittima e offensore e maggiore è la difficoltà a denunciare.

La violenza sessuale in famiglia presenta inoltre un’altra specificità: a differenza degli altri tipi di violenza sessuale, quando in famiglia c’è violenza sessuale difficilmente questa rimane sotto forma di tentativo di violenza, il “tasso di successo” della violenza è più alto che in tutti gli altri casi. Sul totale delle violenze ad opera di familiari il 69,2% è stupro, sul totale delle violenze opera di conoscenti, amici ed estranei il dato arriva al 12,8%.

Gli autori degli omicidi di donne in famiglia sono: nel 41,8% dei casi il coniuge o convivente;  nel 12,1% un figlio; nel 10,6% il partner/amante; nel 9,9% l’ex coniuge/ex partner; nel 9,2% un genitore.

 

Dati sulla tratta

Anche se il rilevamento di dati numerici precisi sulla presenza di donne vittime di tratta è molto difficile, è noto che l’Italia è uno dei principali paesi di destinazione per donne e ragazze vittime di tratta a scopo di prostituzione, lavoro forzato, accattonaggio. Secondo i dati del 2001 del Dipartimento pari opportunità, il 10% delle 25.000 donne che lavorano sul mercato di strada sarebbe vittima di tratta, anche se molto maggiore è il numero delle donne che si prostituiscono in strada indotte da gravi motivazioni economiche e costrette a subire pesanti forme di sfruttamento. Anche secondo le stime dell’associazione Europap/Tampep le vittime della tratta in Italia si aggirerebbero intorno alle 2000-3000 (del 2001).

  

La violenza  sulle donne cesserà solo quando ciascuno di noi sarà pronto ad assumersi l’impegno a non commetterla, a non permettere che altri la commettano, a non tollerarla, a non arrendersi finchè essa non sarà eliminata in ogni parte del mondo.

 


Chi siamo | Colombia | Mostra Fotografica | Percorsi educativi | Rapporto annuale
Terre d'Asilo | Reportage dall'Argentina | Iniziative | "No alla Pena di morte" | Links
H O M E P A G E


ultimo aggiornamento 06 Dic. 2010