Amnesty Italia gruppo 208 Fidenza e Fiorenzuola
Gruppo 208 Fidenza e Fiorenzuola

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San Jose de Apartado a Barcellona

Costruendo vita e speranza

Venerdí 11 novembre 2011. Barcellona (Catalunia). Ore 18.30.
Noelia e Jesús Emilio arrivano a Barcellona giovedi 10 di novembre 2011 dopo aver attraversato diverse cittá Europee, accompagnati da Amnesty International.
Li incontro, finalmente, venerdi pomeriggio, giorno in cui é prevista la conferenza pubblica.
Vederli, dopo un anno, mi dá una grande emozione! É un grande regalo, per me, poterli riabbracciare e riincontrare in questa loro presenza.
Le persone venute a questo primo incontro conoscono tutte –direttamente o indirettamente- Noelia y Jesús Emilio.
Sono tutte persone facenti parte di diversi collettivi ed associazioni che si occupano di Colombia e Comunitá di Pace. Si conosce la lotta di San José de Apartadó. Si condivide la loro resistenza nonviolenta.
Non sono necessarie né premesse né  presentazioni: Jesús Emilio e Noelia vanno direttamente al nocciolo della questione.
Raccontano, innanzitutto, il loro incontro con i rappresentati del Parlamento Europeo, in occasione del premio Sájarov, che vede la Comunitá di Pace di San José de Apartadó tra i tre finalisti.
Jesús Emilio e Noelia ci tengono a sottolineare che la criminalizzazione ingiusta dei lideres della Comunitá di Pace sta diventando sempre piú forte, e le stesse Associazioni ed Organizzazioni che lavorano al loro fianco, appoggiando e solidarizzando la scelta non violenta della Comunitá, si vedono accusate di essere portavoce e difenditrici della guerraglia.
Cosí, al grande dramma della situazione attuale che si vive nella zona di SJA, si aggiunge la falsa informazione che accusa i membri della Comunitá di Pace di essere parte attiva della guerriglia, macchiando e diffamando in maniera totalmente arbirtaria ed ingiusta i portavoce di questa alternativa pacifica e neutrale nel mezzo del conflitto armato colombiano.
Il paramilitarismo ed il narcotraffico giocano un ruolo determinante in tutta questa situazione e la politica del terrore viene attuata senza nessun limite da parte del Governo: piú la gente ha paura, piú lo stato si garantisce il silenzio della popolazione davanti a queste violenze.
Il Governo vuole creare divisione, diffondere l’odio tra gli stessi colombiani, disinformare.

Jesús Emilio ci spiega, inoltre, di come un’ uccisione effettuata da parte di un guerrigliero (e quindi la morte di un paramilitare), é l’annuncio di un massacro imminente ed aggiunge: “La matanza en Colombia acaba de empezar” (“Il massacro in Colombia é appena cominciato”).
Il cuore si ferma a questo pensiero.
Noelia, con la sua tenerezza di donna, riesce a dare un po’ di luce a questo dato cosí drammatico, affermando il valore delle vita, dicharando che non si puó mai celebrare l’uccisione di nessuno, di nessuna persona, chiunque essa sia.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, ed ogni persona che viene uccisa é il terribile segno che le cose non stanno migliorando.
Ci parla di come la Comunitá si organizza per dare opportunitá ai giovani di San José de Apartadó, ci racconta di come funziona la loro scuola, un’educazione autonoma in cui gli stessi studenti, una volta cresciuti, diventano gli insegnanti dei piú piccoli.
Ci spiega dell’impegno di tutti all’interno del lavoro comunitario; parla di difesa e denuncia; e per piú volte ripete la necessitá di “andare avanti”, essere coerenti, fare memoria per ogni vittima, pretendere -senza tregua- al governo il rispetto della vita ed il diritto a vivere nelle loro proprio terre.
Jesús Emilio aggiunge la necessitá di arrivare alle Universitá e ai politici, in modo tale da diffondere il piú possibile questo messaggio di Pace e di giustizia, perché la vita deve essere affrontatá con “umanitá”, un’”umanitá” che é sparita: “Il mondo”, dice Jesús Emilio “É come se fosse stato anestetizzato. È come se si fosse addormentato”.
Ed aggiunge: “Questa é una dittatura che viene chiamata democrazia. Magari l’umanitá fosse capace di unirsi e cambiare tutto ció che va male! O facciamo una seria riflessione adesso, o l’intera Umanitá verrá sterminata”.

Sabato 12 novembre 2011. Sabadell (Catalunia). Ore 18.00.
L’incontro di oggi riunisce un buon gruppo di persone che, per la prima volta, sentono parlare della Comunitá di Pace di San José de Apartadó.
Il messaggio di Noelia e Jesús Emilio é un flusso di energia che riempie la sala ed invade i cuori. Non si puó spiegare con le parole la forza ed il calore di queste ore cosí intense e dense.
Difficile non tornare a sentire le lacrime davanti allo sguardo profondo di Jesús Emilio che ci ricorda che ogni vittima non é un morto, ma un seme che nasce nel nostro cuore.
Impossibile non pretendere giustizia davanti alla voce soave di Noelia che racconta di quella sua figlia, e di tutti gli altri figli di questa terra, uccisi e massacrati per volontá di un potere assurdo e senza senso.
* * * * *
Oggi, finalmente, sono riuscita a fare un po’ di ordine ai miei pensieri, anche se non penso di poter dare un nome unico e preciso ai mille stati d’animo nati in questi giorni.
Le cene e le parole scambiate con Jésus Emilio e Noelia e i volontari di varie associazioni, la mattinata ed il pomeriggio passati insieme a loro, gli incontri pubblici, i piccoli gesti, i racconti di questo dramma, i loro occhi lucidi e la loro capacitá incredibile di sorridere e scherzare...ogni attimo, ogni secondo, sarebbe degno di un lungo racconto.
Noelia e Jesús Emilio ripartono domenica: é quasi mezzo giorno quando ci salutano mentre si dirigono verso il loro treno. Viaggiano leggeri e mi rendo conto dell’inutilitá di tante nostre cose.
Le nostre strade in un qualche modo continuano ad essere unite, anche se il nostro tempo insieme, per ora, si ferma qua. Mi legano a loro con un sorriso. “Speriamo di vederti presto in Colombia”, aggiungono.
Me ne torno a casa con la forza ed il calore del loro abbraccio e mi porto dentro all’anima il regalo della loro resistenza e del loro essere infinitamente Vivi.
Davanti a tutto questo non possiamo sederci e dormire. Davanti a tutto ció non possiamo “restare in silenzio”.


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ultimo aggiornamento 23 Nov. 2011