Sono ormai passati vent'anni dall'ultimo concerto tenuto al "Casablanca" di Bari; tante cose son cambiate, ma ho sempre avuto il desiderio di tornare a suonare per il semplice gusto di fare musica e di sfogarmi un po', liberandomi dallo stress routinario della vita q uotidiana.

Certo, il mio sogno è sempre stato quello di suonare in un grande concerto dinanzi a migliaia di persone. Bé, diciamo che in parte ho potuto vivere tale sogno quando, all'epoca, avevo la mia band, "Il Banchetto di Mister Ohm". L'immagine che vedete su, in apertura di pagina, è quella relativa proprio all'ultimo concerto tenutosi nel luglio del 1984.

Si concludeva così un ciclo di concerti che, a partire dall'agosto del 1977, per ben sette anni hanno allietato e segnato quel periodo della mia vita.

Tutto comincia ai primi anni di liceo. Avevo quattordici anni e mio padre mi regalò il mio primo strumento musicale: una tastiera, per l'esattezza l'Hit Organ della Bontempi.
Cominciavo così a strimpellare i brani musicali del tempo e scoppiazzavo le musiche che erano in foga in quegli anni, mettendoci, però, del mio.
Avevo curato parecchi arrangiamenti di brani famosi e ricordo che un amico di mio padre, maestro di musica, mi fece i complimenti per la mia inclinazione per la musica. Suonavo ad orecchio e mi riusciva di una facilità estrema trovare le note di qualsiasi musica mi si facesse ascoltare.

Più tardi, a diciotto anni, ebbi in regalo il mio primo grande e vero strumento: un organo a due tastiere con mobile, più una tastiera supplementare che si collocava sulla consolle. Quest'ultima era una tastiera eccezionale che era stata appena sfornata dai laboratori elettronici di una nota marca italiana. Si chiamava mellothron. Poteva emettere suoni di violini oppure di violoncello. E poi c'era un effetto, appunto mellothron, che rendeva il suono accattivante e spaziale.

Ero al settimo cielo!Finalmente potevo suonare la musica con grande fedeltà. Ricordo che appena ebbi questo regalo, ascoltando per puro caso
alla radio un brano di J.S.Bach, ebbi il desiderio di provare a riprodurre quella musica stupenda e così, dopo circa tre mesi di studio accanito, cioé di ricerca delle note, riuscii ad eseguire l'introduzione di quel brano. Ero riuscito a suonare la Toccata e Fuga in Re minore di Bach. Certo con molte imperfezioni tecniche, però, più tardi un mio amico che studiava pianoforte al conservatorio, ascoltandomi, mi diede dei consigli su come eseguirla correttamente; e così riuscii a riprodurla seguendo le vere note.

Tutti mi consigliarono di studiare musica, ma ero troppo pigro per seguire le lezioni di solfeggio ed altro. Volevo suonare e subito. Così continuai ad eseguire musica ad orecchio. Peccato, oggi riconosco che avrei potuto studiare musica, mio padre voleva questo. Ma io ero troppo ribelle. Il sangue nelle vene ribolliva dal desiderio di fare musica, quella che mi piaceva tanto: il rock.

Di lì a poco cominciai subito a comporre brani. Era il 1976. Durante gli anni di liceo, mi ritrovavo con alcuni amici e con loro si trascorrevano le ore a improvvisare pezzi di musica rock.
In quegli anni fui molto influenzato dalla musica dei formidabili Genesis, degli Emerson Lake & Palmer e della Premiata Forneria Marconi. Mi piaceva molto questa musica, specialmente quella dei Genesis. E così tirai fuori alcuni brani di progressive-rock che presto attirarono l'attenzione di un mio grande amico e chitarrista autodidatta, col quale, più tardi, fonderò la band.

Avevo ripreso i contatti con un mio grande amico d'infanzia, Tonio Vurro. Quest'ultimo nel frattempo era diventato un chitarrista straordinario, un vero e proprio talento, un virtuoso della chitarra. Fu lui che mi fece conoscere per la prima volta la famosa Fender Stratocaster. E fu sempre lui che mi fece conoscere le grandi amplificazioni: Fender, Montarbo, Lem, Lombardi, Marshall, Peavey etc. etc.

Tonio era un musicista straordinario, un chitarrista eccezionale. Mi fece conoscere la musica di autori come: Jimi Hendrix (il suo preferito), John
Mc Laughlin, Al Dimeola, Mahavisnu Orchestra, Stanley Clarke, Billy Cobham. Tonio suonava da Dio, aveva una velocità di esecuzione strabiliante. Suonava coi denti, si proprio così, come il grande Jimi Hendrix. Era eccezionale!
La sua capacità di improvvisazione era grandissima e fu questo il punto d'incontro con la mia musica. Io e Tonio ci capivamo al volo. Quando ci
incontravamo, suonavamo assieme e ci intendevamo alla perfezione. L'improvvisazione, per noi, era la nostra vera forza. L'uno seguiva l'altro e ognuno di noi sapeva quello che valeva sul proprio strumento. Che bei tempi! Era il 1977.

Tonio, purtroppo, è venuto a mancare recentemente, lo scorso dicembre 2004 e per me è stata una cosa bruttissima. Ho appreso la notizia della sua morte da un mio cugino e ho pianto per tutta la notte, ricordandomi di lui, della sua simpatia, del suo essere musicista e grande amico. A tutt'oggi non ce l'ho fatta a visitare la sua tomba, ma credo che al più presto andrò a fargli visita, non posso dimenticare un grande amico come lui, col quale abbiamo vissuto i migliori anni della nostra gioventù, abbiamo condiviso emozioni eccezionali, quando eravamo lì, tutti e due, assieme, sui palchi di quei paesi dimenticati della nostra Terra, la Puglia, dove la nostra musica accendeva gli animi di tutti quei giovani e non. Quante emozioni, quanti concerti, Tonio era grande con la sua chitarra e faceva grande tutta la nostra Band, "Il Banchetto di Mister Ohm" i Genesis di Puglia, come ci definivano gli addetti ai lavori che ci seguivano nei nostri concerti. Non eravamo famosi, ma la nostra musica piaceva tantissimo, grazie anche a Tonio Vurro; la nostra popolarità, sul finire del 1977, nei dintorni di Minervino Murge (Ba) stava crescendo e tutti ci volevano in concerto.

Ricordo che nell'agosto del 1977, dopo aver vinto al Festival dell'Ultrapop di Minervino (un concorso per band emergenti), suonammo al Cine Teatro Buccomino di Spinazzola. Quella sera dissi a Tonio, prima di salire sul palco: "Tonio, stasera ho paura di suonare. Qui la gente segue tanto la musica melodica, la musica napoletana. Noi che ci facciamo qui, con il nostro rock?". E lui mi rispose, ridendo:"Mimmo, stasera spaccheremo tutto!Siamo troppo forti, vedrai, andrà bene, e poi...tu sei in gamba alle tastiere. Sta tranquillo".

E così suonammo e mandammo in visibilio tutto il pubblico che affollava il cine-teatro. Anche qui andò bene. Ricordo che ricevemmo nei nostri camerini la visita, coi complimenti, dei comici, famosi a quel tempo, fratelli Mario e Pippo Santonastaso, freschi di Rai, che erano lì, assieme a noi per quella serata organizzata dalla Pro Loco locale per i festeggiamenti ferragostani.

Quella sera presentammo un brano inedito, fino ad allora, di Tonio Vurro. Il brano si intitolava "Old Times" e ricordava molto, come genere, la famosa Celebration (E' Festa) della Premiata Forneria Marconi. All'uscita del teatro ricevemmo tanti complimenti per la nostra musica e tutti ci stringevano la mano. Qualche settimana più tardi altro grande concerto ad un meeting delle più forti bands della zona. Stavolta eravamo a Lavello (Pz). L'esibizione andò benissimo, anche qui trionfo assoluto. Ricordo che si erano presentate alcune bands con l'esecuzione di brani famosi come quello dei Pink Floyd, "Shine on you crazy Diamond". Le bands a noi concorrenti erano davvero forti, suonavano molto bene. Ma noi, evidentemente, eravamo piaciuti di più; la nostra era una musica nuova, di nostra composizione e poi...ricordava molto i Genesis, quelli di Peter Grabiel. Dopo il concerto fummo intervistati da Radio Lavello Stereo; al nostro paese, Minervino Murge, erano tutti incollati con l'orecchio alla radio. Che emozione, che soddisfazione!

Qualche giorno più tardi fummo avvicinati da un discografico locale, tale Maurantonio Gravinese che ci invitò a registrare presso i suoi studi di registrazione a Lavello. Eravamo arrivati in sala di registrazione. Ero fuori dalla pelle!

Purtroppo, successe qualcosa fra noi e Gravinese, percui il disco che avremmo dovuto registrare e incidere sfumò nel nulla. Non sono mai riuscito a capire cos'era successo, anche perché non seguii direttamente la faccenda. Va bene. Comunque sia, si continuava a suonare e l'ultimo concerto, con quella prima formazione, di cui ora parlerò, fu quello tenuto alla festa patronale di Minervino Murge nel settembre del 1977. Tripudio in piazza super gremita alla follia. Ora eravamo popolari!La gente ci applaudiva, divertita; ed era questo che contava per me e per Tonio: vedere tanti giovani gioire, esultare ed essere sereni, mentre ascoltavano la nostra musica. Che spettacolo!

Dopo quel concerto, però, le mie idee cominciarono a scontrarsi con quelle di Tonio. Così, la band di sciolse e Tonio continuò la sua strada con altri gruppi in altre piazze. Peccato. Nel frattempo, avevo ripreso il mio vecchio lavoro di deejay.

Questa la storia, in breve, di come nacque il "Banchetto di Mister Ohm". Ora vorrei ricordare la prima formazione della band: il sottoscritto (tastiere, voce); Tonio Vurro (chitarra solista, voce); Micky Di Paola (basso); Michele Balice (chitarra accompagnamento); Claudio Giorgio (batteria).
Tra i brani più eseguiti ricordo: la Toccata e Fuga in Re minore di J.S.Bach, da me arrangiata con l'utilizzo di sintetizzatori e ripresa dalla mano virtuosa di Tonio, con la quale aprivamo i nostri concerti; il brano "Old Times" (di Tonio Vurro/arrangiamento Mimmo Balice); i brani "The Experience of Living Life" (di Mimmo Balice/arrangiamento di T.Vurro e M.Di Paola); "Turn up the Lights" (di Mimmo Balice/arrangiamento di T.Vurro) e "Lifebox" (di Mimmo Balice/arrangiamento di T.Vurro e M.Di Paola).

Nell'autunno del 1977 decisi di fermarmi coi concerti, e quindi concentrai la mia attenzione sulla radio privata, appena nata, presso cui svolgevo l'attività di disk-jockey.
Negli anni che seguirono misi un po' da parte le tastiere, però già avevo in mente di preparare, contemporaneamente al lavoro di dee-jay, un ritorno alla musica suonata, alla band etc. etc.

Nel 1982 avevo ripreso a comporre brani e mio fratello Paolo, anche lui tastierista, mi diede una mano negli arrangiamenti. Si faceva qualche esibizione davanti ad una cerchia di fedelissimi amici, coi quali trascorrevamo intere serate a suonare. Con me c'era mio fratello, come ho già detto, e fu lui che mi spinse a tornare al concerto.
Nel frattempo Paolo mi presentava amici come Massimo Nardi (pittore e scenografo), Carlo Stragapede (chitarrista) e Tommy Insalata (bassista) e Aldo Maiullari (batterista).
Quest'ultimo si era ben presto presentato come un virtuoso della batteria, e ne aveva dato prova. Batterista autodidatta eccelso, proveniva da esperienze di jazz-rock e fusion. Aveva suonato con il Maurizio Grondona Group, band conosciuta a Bari.

Intanto avevo perfezionato ancora di più i miei brani che ora ricordavano tanto i Genesis. Un fusione di progressive-rock e musica classica, in cui basso e sinth-bass avevano grande risalto. Ma nel brano "Walking in the Park" è piucchealtro presente un'inflenza di tipo psichedelico, come il rock dei Pink Floyd, per intenderci. Un'influenza che mi fu suggerita da mio fratello, anch'egli molto sensibile alla musica dei Pink Floyd e dei Genesis.

Una sera, durante una cena, l'amico Massimo Nardi ci prospettò l'idea che avremmo potuto tenere un concerto in un noto club privato della città, grazie all'interessamento di suo fratello Amedeo. Ci mettemmo al lavoro a cominciammo a provare. Massimo fu molto disponibile e ci assicurò la sua piena collaborazione come scenografo del concerto. Anzi, fece di più. Ci presentò un ballerino barese, Nicola Valenzano che avrebbe curato anche la coreografia dei balletti che si sarebbero dovuti tenere sul palco, durante l'esecuzione dei nostri brani.

Il concerto si tenne nel marzo del 1984 al club "Le Privé" di Bari. Ancora un successo di pubblico e di critica. Anche il quotidiano "Puglia" ci dedicò un bel servizio sul concerto a firma di Gigi Cavone (giornalista che avrebbe poi collaborato con RTL 102.5).

Quella sera suonammo con questa formazione: il sottoscritto e mio fratello Paolo alle tastiere e voce, Micky Di Paola (basso), Aldo Maiullari (batteria) e il maestro Mimmo D'Avenia, partecipazione straordinaria, un grande amico e insegnante di musica che, dopo tanti inviti, aveva accettato di suonare per me. Mimmo D'Avenia era un altro grande chitarrista, diplomato al Conservatorio.

Nelle settimane successive ci fu un meeting a cui presero parte, oltre a me e mio fratello, Massimo Nardi e Aldo Maiullari. Avevo deciso di mettere su una rock-opera. I brani c'erano, lo scenografo pure, Nicola Valenzano avrebbe potuto curare le coreografie e l'amico Piero Paparella ci avrebbe assicurato la collaborazione tecnica (illuminotecnica, impiantistica e amplificazione) e logistica. Cosa mancava? Mancava un produttore. Massimo Nardi, intanto, cominciò a lavorare sulle bozze per la scenografia con decine di disegni. Ma occorrevano i soldi per realizzare tutto questo.
Il nome della rock-opera sarebbe stato "The Experience of Living Life". In attesa di incontrare un produttore che fosse interessato alla nostra idea, continuammo a provare e ci dedicammo molto all'arrangiamento dei brani. Conoscemmo un bravo ingegnere del suono e musicista, Piero Arcieri. Con lui registrammo alcuni brani, di cui posseggo, ancora oggi, alcune registrazioni primarie.

Si era giunti all'estate del 1984 e nacque, in tutta fretta e approsimazione, quello che avrebbe dovuto essere il nostro ultimo concerto, quello del Casablanca. Il concerto si tenne, ma sinceramente non andò proprio come avrei voluto. Dopo quell'esibizione, decisi di fermarmi nuovamente con i concerti e prendermi un bel periodo di riflessione. Ero rimasto anche molto deluso dal fatto che non eravamo riusciti a trovare un produttore per la nostra rock-opera. Ci consigliarono di recarci a Milano, avremmo avuto più possibilità. Ma nel frattempo si erano spenti gli entusiasmi in tutti noi. E poi...e poi è storia. Ancora una volta la band si sciolse e ognuno per la propria strada. Continuai a comporre brani ma, intanto, la mia vita stava cambiando: il lavoro, nuove esperienze, nuovi amici e amori avevano preso il sopravvento sulla mia voglia di fare musica. Vendetti tutta la mia strumentazione e riposi nel cassetto i miei sogni di diventare qualcuno sulla scena musicale.

Oggi, a distanza di vent'anni, è tornata in me la voglia di riprendere a fare musica, ma questa volta per il semplice e puro gusto di suonare. Oggi ho una mia famiglia e ci sono altre responsabilità. Vorrei suonare per il puro piacere di farlo; con le attuali tecnologie, posso anche fare a meno di una band, ma questo è un altro discorso!

Di questa voglia di fare musica ne riparleremo nella pagina di Musica Digitale. A presto!

I brani della rock-opera "The Experienxce of Living Life" : 1) Toccata e Fuga in Re Minore di J.S.Bach (mio arrangiamento); 2) Old Times (di Tonio Vurro/arrangiamento Nunzio Balice); 3) Turn up the Lights (di Nunzio Balice); 4) Let Me Alone (di N.Balice); 5) Lifebox (di N.Balice); 6) I Feel You (di N.Balice); 7) Over Sky (di N.Balice); 8) The Legend of King Minstrell (di N.Balice); 9) The Gentle Child (di N.Balice); 10) Walking in the Park (di N.Balice/arrangiamento Paolo Balice); 11) One of Us (di N.Balice); 12) Just Like Jesus (di N.Balice); 13) Out of Life (di N.Balice/arrangiamento Tonio Vurro); 14) Domino (di N.Balice).

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1984- L'ultima formazione del Banchetto:
Paolo Balice (sx.) - Nunzio Balice (centro) - Aldo Maiullari (dx.)

 

 

concerto club "Le Privé"

concerto del casablanca


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Ultimo aggiornamento: 10/04/2008

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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