TURCHIA
Ankara sceglie: mai più condanne a morte

Il Parlamento turco ha votato ieri l'abolizione della pena capitale. Ora l'Europa è più vicina.

La Turchia ha abolito la pena di morte. A nessuno, in una situazione di pace, potrà più essere tolta la vita. Il capo dei guerriglieri curdi Abdullah Ocalan, recluso nel penitenziario dell'isola di Imrali, da ieri sa che al massimo dovrà scontare l'ergastolo. Con questa decisione davvero storica, Ankara compie un passo fondamentale nel suo lungo cammino verso l'Unione Europea. L'abolizione della pena capitale, infatti, era una delle condizioni tassative poste dai Quindici.

(...) Non è stato facile, anche perché nessuno osava sperare nell'unanimità. Ma la maggioranza è stata ampia e confortante: 256 hanno votato sì, 162 hanno votato no. Per il primo ministro, il socialdemocratico Bulent Ecevit, umiliato dall'emorragia di deputati subita dal suo partito, provato da una lunga malattia e costretto ad accettare il ricorso alle elezioni anticipate, previste il 3 novembre, è stata una giornata bifronte: segnata da una vittoria e una sconfitta. E' naturalmente soddisfatto, il premier, perché da sempre è contrario alla pena capitale. Ma il voto del Parlamento ha anche segnato la crisi definitiva della sua fragile e innaturale coalizione di governo, accanto agli ultranazionalisti di Devlet Bahceli, braccio politico (in doppiopetto) dei lupi grigi, che si oppone duramente a una linea morbida nei confronti della minoranza curda, e quindi contrario all'abolizione della pena capitale. Ma ormai l'esecutivo, dopo il voto di ieri, non avrà altro da fare che condurre il Paese alle urne.

La voglia di Europa, e l'adeguamento ai suoi princìpi, ha avuto la meglio sulle passioni. Ieri, mentre i colleghi votavano, il deputato di estrema destra Mehmet Gul ha urlato: «Le famiglie dei martiri ci stanno guardando con le lacrime agli occhi. Vedrete, vedrete. Un giorno il terrorista Abdullah Ocalan siederà qui, accanto a noi». Ricordando poi che il conflitto con i guerriglieri curdi del Pkk è costato oltre 30000 morti.

Ma la Turchia di oggi, con un'opinione pubblica assai meno silente e più matura che nel passato, guarda avanti. (...) Delle 13 riforme, comprese nel pacchetto «pro Unione Europea», ne sono già state approvate tre: oltre all'abolizione della pena capitale, piena libertà di opinione e di associazione, a cominciare da quelle per i diritti umani. Cancellato anche il divieto di usare la lingua curda, che potrà essere diffusa e insegnata. Il sigillo finale sarà il voto (ormai scontato) per concedere alla minoranza almeno un canale televisivo.



[MC - Fonte: Corriere della Sera, Agosto 2002 ]