TURCHIA
Questione kurda

Con il trattato di Losanna nel 1923 il Kurdistan viene smembrato fra Turchia, Siria, Iran e Iraq. Il popolo Kurdo, che conta circa 24 milioni di persone, perde così ogni diritto di sovranità e vive come una minoranza in ciascuno dei quattro stati. La maggior parte dell'ex-Kurdistan è situato all'interno dei confini turchi, occupando il 30% del territorio turco, cioè le zone orientali e sud-orientali.

Dall'inizio del secolo il governo turco adotta una politica di non riconoscimento e di repressione del popolo Kurdo, in quanto la questione Kurda ("questione orientale") viene vista dal governo, che eredita così l'ideologia kemalista, come una minaccia per le basi dello stato stesso al punto da giustificare diversi episodi di repressione politica e militare e la "turchizzazione" di villaggi e provincie di etnia Kurda.

Nel 1984 il Partito dei lavoratori Kurdi (PKK) iniziò la lotta armata contro il potere centrale, scatenando una vera e propria guerra civile nel sud-est della Turchia. Dal '84 fino ad oggi sono morti più di 30 000 persone tra soldati turchi, miliziani del PKK e civili, mentre tremila villaggi sono stati distrutti.

Attualmente nel Sud-est della Turchia, dove la libertà di stampa è totalmente soppressa e al superprefetto sono stati conferiti poteri straordinari, la popolazione Kurda è vittima di episodi di tortura, violenze e omicidi da parte della polizia. Ad Ankara invece diversi personaggi politici e intellettuali che hanno sollevato o semplicemente nominato la questione Kurda, sono processati alla stregua di terroristi e incarcerati con pene fino a 15 anni di reclusione.

In particolare la situazione di prigionieri Kurdi nelle carceri turche è talmente grave da aver spinto migliaia di essi ad uno sciopero della fame tutt'ora in atto e di cui si registrano centinaia di morti.

Il caso Ocalan infine ha ulteriormente frustrato le speranze di emancipazione del popolo curdo. Il leader del PKK è stato catturato in Kenia nel 15 Febbraio del 99 (dopo aver lasciato l'Italia nel 16 Gennaio) e condannato alla pena di morte, pena in attesa di essere eseguita.



[RC - Limes 3/99]