Ben
presto le orchestre bianche di New Orleans presero ad imitare lo stile di quelle
di colore. L’hot-jazz divenne, attraverso la Original Dixieland Jazz Band di Nick La
Rocca, il
Dixieland (terra di Dixie: con questo nome era chiamata una banconota da 10
dollari stampata, qualche anno prima, negli stati del sud).
Questo non era altro che la rielaborazione dello stile nero con un tempo più
veloce
e
sincopato e con precisi arrangiamenti indubbiamente spettacolari, ma privi di
spontaneità. Il
colore della pelle giocò un ruolo fondamentale in un paese ancora a forte
componente razzista. La nascente industria discografica affidò alla Original Dixieland Jazz Band, orchestra
composta esclusivamente da bianchi, il compito di soddisfare la crescente richiesta
di musica.
Il jazz è sicuramente una forma d’arte che si esprime attraverso l’esibizione
esclusiva dell’interprete del brano musicale. Esclusiva perché, pur seguendo
uno schema anche rigorosamente definito, lascia ampio spazio non solo all’interpretazione
ma soprattutto all’invenzione, all’assolo che diventa caratteristica unica
di quell’artista. In questo contesto le registrazioni in studio o dal vivo
acquistano un valore storico che supera il concetto d’interpretazione
(classica) per approdare all’originalità dell’evento.
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