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Il bene e il bello
Mercoledì 5 maggio 2003 ho visitato con i miei compagni una mostra sulla storia della medicina intitolata “Il Bene e il Bello”. Questo titolo sta ad indicare con “il Bene” la solidarietà, l’aiuto che una persona dà ad un'altra e, con “il Bello”, la bellezza che il ricevente del bene può trovare all’interno della persona che lo aiuta. Questa mostra mi ha aiutato a scoprire il mondo della medicina più approfonditamente di come lo si studia a scuola. Ho scoperto che in Egitto, la medicina era molto legata alla magia e alla potenza degli dei, soprattutto la dea Iside che curava le malattie più gravi. Si praticava il metodo dell’intubazione nei templi perché non esistevano ospedali; questo metodo consisteva nel far addormentare il malato e farlo sognare utilizzando incensi vari: nel sogno il malato aveva un apparizione e il dio lo faceva guarire oppure gli indicava la cura da seguire. Molte persone si affidavano a questo metodo ma c’erano anche persone, soprattutto in Grecia, che non credevano in questo processo magico. Uno di questi era Ippocrate, il medico greco più importante della sua era e uno dei padri della medicina. Si attribuisce a lui il concetto secondo il quale un medico deve curare qualsiasi malato indipendentemente dal ceto sociale, dalla sua origine, dal colore della sua pelle… Questo fu detto il “Giuramento di Ippocrate” che viene recitato tuttora dai medici prima di iniziare l’esercizio della professione. Con il passare del tempo la medicina si evolve e Roma eredita molte tecniche mediche proprio dai greci. A Roma nacquero le prime forme di ospedali che allora venivano chiamati “valetudinaria” e che servivano per curare i soldati e i servi. Le persone venivano curate per interesse, senza solidarietà e i poveri non venivano affatto curati. Le cose cambiano nel Medioevo in cui si ha un’importante rivoluzione medica grazie al Cristianesimo. Mentre prima il malato veniva considerato un punito da Dio ed emarginato, ora veniva riconosciuta in lui la presenza di Cristo e quindi veniva aiutato dalla Chiesa e dai laici. Nel Medioevo la Chiesa divenne un punto di riferimento non solo per i malati ma anche per i poveri: negli ospedali, infatti, i vescovi, che dovevano occuparsi dei malati, accoglievano anche le persone che non avevano bisogno di un aiuto medico e che non avevano una casa dove andare. Proprio vicino alla Chiesa, nacquero i primi veri e propri ospedali; questi venivano chiamati “Hospitalia”. Vicino a questi c’erano anche delle case di accoglienza chiamate “Xenodochia” (dal greco, casa per gli stranieri) dove le persone che non potevano permettersi una casa venivano ospitate. In questa casa venivano anche accolti i cosiddetti “affetti da povertà vergognata” cioè i ricchi che dopo aver maltrattato e umiliato i poveri, si ritrovano ridotti anche loro alla povertà e si vergognavano. Nacquero anche i “Brefotrofi” che erano degli orfanotrofi dove i monaci insegnavano ai ragazzi a leggere e a scrivere. Alla fine del XIV secolo il malato viene trattato da essere umano e non da oggetto con il cui malessere ci si può arricchire. Dal XV agli inizi del XVIII secolo la medicina si evolve attraverso le ricerche mediche e i medici iniziano a specializzarsi ma si va perdendo il rapporto umano tra medico e paziente. Gli ospedali assumevano nuove strutture architettoniche ed erano forniti di una Chiesa con un grande altare dove si celebrava l’Eucaristia, e degli altri altari più piccoli nel punto di incontro tra quattro corridoi. Mentre l’architettura si evolveva, il rapporto tra medico e paziente crollava. A questo punto S. Camillo si sente in dovere di cambiare un po’ le cose poiché, dopo essere stato ricoverato in un ospedale, aveva potuto notare di persona l’indifferenza che avevano i medici nei confronti dei pazienti; S. Camillo affermò che “il medico deve trattare il paziente come suo signore e re”. Questa frase colpì molto i medici, tanto che le cose incominciarono a migliorare. La medicina si afferma ancora di più dal XVIII al XIX secolo con l’Illuminismo. In questo periodo vediamo infatti il notevole contributo degli studi di scienziati e medici come Koch che scopre il bacillo della tubercolosi. La struttura degli ospedali diventa più pratica con la costruzione a fiocco di neve in cui gli ammalati vengono collocati a seconda del loro male in “reparti”. Con l’arrivo del ‘900 arrivano anche nuove malattie come l’AIDS e altre causate dalle nuove armi nucleari. E così è finita la mostra! Per me è stata molto istruttiva e proprio grazie a questa mostra ho cambiato parere sul mondo della medicina che prima mi sembrava noioso e ora mi sembra molto interessante. Ho anche capito che i medici devono seguire il principio di “sussidiarietà” secondo il quale prima dello stato c’è la società civile e prima di questa c’è la persona. Ho trovato molto giusto il Giuramento di Ippocrate e quello che afferma. Tutti i medici dovrebbero comportarsi secondo questo giuramento. Devo dire che questa mostra mi ha aiutato a capire che “la miglior cura per un malato è la solidarietà e la carità”. Negro Veronica III C |
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