IL GRATTO TRA I VICHINGHI

 

I Vichinghi usavano i gatti come cacciatori di ratti e come animali da compagnia e a loro viene spesso attribuito il passaggio del Norvegese delle Foreste a gatto domestico, o SkogKatt. La dea Vichinga dell’amore, della fertilità e della guerra, Freya, era molto legata ai gatti, che erano considerati i suoi animali sacri. La dea era spesso ritratta su un cocchio trainato da due gatti alati grandi come cavalli. I cuccioli erano spesso dati nel suo nome alle spose, vincolando l’autorità di Freya sia sui gatti che sulle storie d’amore.

 

IL GATTO NELL'ISLAM

 

I gatti sono molto rispettati nella cultura islamica a causa dei racconti secondo cui il profeta Maometto approvò la sua addomesticamento  attraverso uno dei suoi discepoli. Questo discepolo era soprannominato Abu Hurairah o Padre del Piccolo Gatto. Per l’Islam, è considerato un gesto lodevole dare del latte a un gatto. Ci sono numerose storie a proposito dei gatti nella cultura islamica: una di queste storie narra di un gatto che salvò Maometto dal essere raggiunto dal morso mortale di un serpente. In un'altra leggenda, quando un giorno Maometto fu chiamato a pregare, si accorse che il suo gatto Muezza si era  addormentato sulla manica della sua veste: il profeta preferì tagliarsela piuttosto che disturbare il suo gatto. In un famoso hadith (trasmissione orale di una testimonianza riguardante un detto, un fatto, un atto, un comportamento del Profeta), una donna fu condannata all’inferno dopo che affamò a morte un gatto.

 

IL GATTO IN ASIA

 

In Asia, il gatto è un degli animali dello zodiaco Vietnamita formato da un ciclo di 12 anni. Tuttavia non appare nello zodiaco Cinese. La leggenda vuole che il ratto, che invitò gli animali nel palazzo dell’imperatore Jade per essere scelti per lo zodiaco, si dimenticò di invitare il gatto, che quindi lo dichiarò suo naturale nemico. Un'altra versione di questa storia riguarda un tradimento: quando il gatto e il topo stavano attraversando un fiume sulla strada del Palazzo sulla schiena di un toro, il topo spinse il gatto nel fiume così che non potesse battere il topo al Palazzo. Numerose religioni antiche credono che i gatti siano anime elevate, compagni o guide per gli uomini, che hanno tutta la conoscenza, ma essendo muti non possono influenzare le decisioni degli uomini stessi. In molte culture occidentali, i gatti sono raramente mangiati al di fuori di periodi estremamente tragici. Tuttavia, la carne di gatto è in alcuni casi usata nella cucina tradizionale in alcune aree della Cina. Ci fu uno scandalo quando i gatti furono confusi con lo zibetto, un animale asiatico imparentato con la mangusta che assomiglia leggermente al gatto domestico e che a volte è utilizzato come fonte di cibo per gli uomini.

 

IL GATTO IN ORIENTE

 

 Fino agli inizi del XVI secolo, in Europa erano noti solo i gatti con il pelo corto a mantello tigrato o pezzato.Da allora gli europei hanno potuto apprezzare razze provenienti dall'oriente come Il sacro di Birmania (Birmania), il Siamese (Thailandia), il Burmese (Thailandia) e il Persiano. Il gatto arrivò in oriente grazie agli intensi scambi commerciali che agli inizi del primo millennio vi erano tra la Cina e le civiltà mediterranee. Ebbe subito un gran successo legato al suo fascino e alla sua ben nota qualità di cacciatore di topi tanto da farlo elevare a simbolo di pace, fortuna e serenità domestica.A segno della considerazione che i cinesi avevano e hanno del gatto sono le numerose ceramiche e dipinti che lo raffigurano.Nello stesso periodo il gatto arrivò anche in India dove venne divinizzato con il nome di Sasti, simbolo della maternità. La devozione fu tale che la religione induista obbligava a ospitare ed accudire almeno un gatto.Alla fine del primo millennio il gatto dalla Cina arrivò in Giappone. Fu subito elevato come animale imperiale a cui erano dovute attenzioni regali. Solo nel XVII secolo in seguito ad ripetute esplosioni demografiche di topi fu concesso loro di praticare la caccia che però come istinto, con la selezione durata secoli, era quasi scomparsa.

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Freya