L'Ottocento
Vicende relative alla famiglia Capitaneo La Carboneria e la vendita "Spirito Santo"
I contratti agrari Il Villaggio Riunito della Marina L'istruzione nel Villaggio Riunito
Vertenze tra il Comune di Modugno e il Riunito Il Cimitero
Vicende relative alla famiglia Capitaneo
Nel XIX secolo la famiglia Capitaneo consolidò le sue proprietà nella zona di Palese, acquisendole
in maniera definitiva sino ai nostri giorni.
Nel 1802 il sacerdote Raimondo Zanchi (figlio di Vincenzo che aveva realizzato nel Settecento l'omonima masseria),
dopo la morte del fratello Giuseppe ereditò la villa paterna.
Nel
1815 la casina Zanchi risultava appartenere a Giuseppe Zanchi cognato di Pietro
Capitaneo (1795-1871 avendone
sposato una sorella della moglie di questi Anna Maria Loiacono. Probabilmente lo
Zanchi non ebbe eredi e le sue proprietà passarono all’altra cognata
Elisabetta Loiacono.
Grazie a questo matrimonio i Capitaneo poterono tornare in possesso
dell'immobile acquistato dall'antenato Francesco nel XVII secolo. Nel
1881 Clarice Capitaneo, nata a Modugno nel 1823 e nipote di Pietro Capitaneo, ereditò dalla madre Elisabetta
Loiacono, tra l'altro, casa Zanchi con il giardino, i palmenti e la cappella di Santa Maria del Rosario con 17 aratri
di terra in zona "Chiuso Vecchio" alla Marina. Nel 1919 villa Zanchi passò al secondogenito di Clarice
Giuseppe Capitaneo (1867-1940) e, alla morte di questi, la proprietà fu divisa tra i figli Nicola e Clarice;
nel 1956 a Nicola Capitaneo subentrò il figlio primogenito Giuseppe Carlo; la parte di Clarice, maritata
a Vito Di Ciaula, passò nel 1977 ai figli Leonarda, Agostino e Giuseppe.
Sempre nella prima metà dell'Ottocento e sempre grazie ad un matrimonio, i Capitaneo divennero proprietari
di una costruzione con torre cinquecentesca (esistente sino al 1969, quando fu abbattuta) posta sopra a Palese,
appartenuta prima al marchese Stella e poi alla famiglia De Rossi. In questo luogo nel 1840 il
barone Pietro Capitaneo
fece edificare, su progetto dell'architetto bitontino Luigi Castellucci, un palazzo portato a termine nel 1887. Un viottolo collegava
villa Zanchi a tale palazzo. Successivamente questa proprietà fu ereditata da
don Antonio Capitaneo,
discendente del barone Pietro; alla sua morte subentrarono i figli Francesco e Giuseppe.
Palazzo Capitaneo
I Capitaneo avevano anche altre proprietà nella zona compresa tra Modugno e la sua Marina; in particolare:
la masseria Caffariello, acquistata dal barone Pietro; Torre Sforza appartenuta nel XVIII secolo alla famiglia
Zanchi e poi passata ai Capitaneo. A seguito del matrimonio di Giovanna Capitaneo con il generale dei bersaglieri
Alberto Crispo nel 1919 divenne museo militare. Oggi versa in stato di totale abbandono.
La Carboneria e la vendita "Spirito Santo"
Anche nella nostra zona a partire dai primi decenni del XIX secolo fu attiva una società segreta nota come
Carboneria, sorta nel Regno delle Due Sicilie all'indomani della Restaurazione. Essa reclutava i propri seguaci
in diversi strati della popolazione: professionisti, artigiani, piccoli proprietari, commercianti, ufficiali e
sottufficiali dell'esercito, basso clero tutti uniti da un comune desiderio di rinnovamento che si esprimeva nella
richiesta di una Costituzione. La Carboneria riprendeva i simboli e i rituali dal lavoro dei carbonai, era organizzata
in vendite sparse sul territorio, con una struttura verticistica e clandestina. I carbonari ispiravano la loro
azione a ideali di costituzionalismo e liberalismo moderato.
A Modugno nel 1817 fu fondata una vendita carbonara denominata "Spirito Santo" e aveva 91 affiliati.
Contava una decina di professionisti, 70 proprietari, alcuni artigiani e 9 ecclesiastici. Essa non era antireligiosa,
anzi si proponeva la ricostruzione della Patria sul Vangelo e sulla croce; infatti molte vendite avevano nomi religiosi
e spesso ad esse vi appartenevano sacerdoti e frati. Gran Maestro della vendita modugnese era il ventiseienne
Pietro Capitaneo, lo stesso che fece realizzare Palazzo Capitaneo a Palese, discepolo del dotto Alessandro Sessa.
Il Capitaneo era stato firmatario dell'indirizzo rivolto a Gioacchino Murat con cui chiedeva la Costituzione come
"necessaria garanzia di libertà per tutti". È probabile che alla vendita "Spirito
Santo" vi facessero parte anche dei Palesini. Infatti nella riunione segreta di massoni e liberali di Terra
di Bari, tenuta a Santo Spirito nella notte tra il 20 e il 21 giugno 1848 presso la villa di don Marco Cioffrese,
vi parteciparono due carbonari di Palese entrambi affiliati alla vendita "Spirito Santo" di Modugno:
Vincenzo Lasarachella e Vincenzo Maiorano. Ciò testimonia che anche nel Villaggio Riunito della Marina vi
erano liberali anti-borbonici che si opponevano alla politica reazionaria di Ferdinando II e diedero il proprio
contributo ai moti dal 1848 al 1860 per la realizzazione dell'Unità d'Italia.
I contratti agrari
Nella borgata di Palese agli inizi del XIX secolo si verificò uno sviluppo urbano e demografico di notevole
portata testimoniato dall'istituzione della vicaria, dall'invio di un "Aggiunto" per lo stato civile,
dal riconoscimento ufficiale quale frazione di Modugno. Tale sviluppo trova anche un riscontro dal punto di vista
economico, infatti in quel periodo si registrarono parecchi contratti agrari di compravendita o di affitto di fondi
rustici. L'agricoltura era l'attività principale del villaggio e braccianti e piccoli contadini prendevano
in fitto poderi di limitata estensione coltivati ad ulivo o, a volte, a vite. Nel "Repertorio degli atti
stipulati dal notaio B. Sisto di Bitonto (1814-1817)" disponibile presso la Biblioteca Provinciale "De
Gemmis" di Bari sono riportati i seguenti contratti: don Bonaventura Traversa di Bitonto comprava da Domenico
Sblendorio, domiciliato a Palese, un "podere di due vigne e diciotto ordini di terra olivetata, nel territorio
di Modugno luogo detto Palese, per il prezzo di lire 1.557 e 60 centesimi"; Leonardo Maiorano comprava da
Saverio Galiano e Maria Sgaramella, domiciliati in Palese, "dodici ordini e mezzo di terra con olive a Palese
nel territorio di Modugno accanto ai possedimenti di Domenico Palermo per ducati 52 e 50 grani (nell'anno 1816)";
Nicola Maiorano di Bitonto, comprava da Nicola Ferrante di Modugno "ventiquattro ordini e quarantasei viti
con viti d'uva in territorio di Modugno detto Palese per ducati 84 e 20 grani."