Masseria Caffariello

 

La masseria si trova nei pressi della strada provinciale n. 54 Palese-Modugno vicino all'Ospedale S. Paolo. Essa fu commissionata dal cantante bitontino Gaetano Maiorano, detto Caffariello, che possedeva molti tenimenti anche nel territorio di Ruvo di Puglia e di Terlizzi, come risulta dal Catasto Onciario del 1754. Nel 1782 la proprietà venne divisa tra i cinque nipoti del cantante; nel XIX secolo l'acquistò Pietro Capitaneo, probabilmente lo stesso che fece edificare a Palese l'omonimo Palazzo. Per accedere alla masseria bisogna percorre un lungo viale terminante contro un recinto ad esedra che delimita uno spazio aperto, antistante il fabbricato. All'interno del semicerchio, interrotto da un varco con due pilastri quadrati, sono state ricavate le mangiatoie per i cavalli. Un compatto fabbricato a due piani domina la corte; esso ospitava la residenza padronale e vi si accede tramite la scalinata antistante con balaustra gradonata che immette sul ballatoio esterno che funge da copertura alla grande stalla a piano terra e divisa da nove campate a crociera. Sempre a pian terreno si trovano i locali destinati a deposito, fienile e alloggio per i salariati, caratterizzati da aperture ad arco ribassato. Altri ambienti, le monumentali cisterne e il giardino recintato sono collocati verso est. L'andamento delle cortine a scarpa individua un preesistente corpo di fabbrica seicentesco.  Il prospetto principale presenta semplici aperture con architrave sormontate da un gocciolatoio rettilineo e da un cornicione aggettante che mette in evidenza il parapetto del terrazzo di copertura da cui svettano i tipici camini a forma di strette torri con caditoie ai lati e tetto a cono. Gli ambienti interni della residenza al primo piano risultano intercomunicanti e coperti da volte "a schifo"; dalla cucina con solaio in legno si può accedere al terrazzo tramite una scala ricavata nello spessore della muratura.

Nei pressi della masseria si possono vedere un tozzo menhir, il Titolo della "Chianca" e una pietra fitta di quelle che segnavano il confine tra Bitonto e Modugno.

A tutt’oggi tale masseria appartiene ancora alla famiglia Capitaneo.

 

Fronte laterale

 

Cortile interno

 

Portale di ingresso

 

Veduta interne di una stalla con volta a botte