Itinerario tra le chiese e le cappelle
di Palese e Macchie
Le cappelle delle masserie
L'origine delle cappelle annesse alle masserie è da far risalire ai secoli XVII - XVIII, quando vi fu un
cospicuo sviluppo nella costruzione di edifici rurali, e servivano alle celebrazioni religiose per i lavoratori
e le loro famiglie che dimoravano presso la masseria. Esse, di solito, appartenevano a nobili o comunque a persone
altolocate, che spesso ricoprivano incarichi importanti sia nella gerarchia ecclesiastica che in quella politico-amministrativa
(ricordiamo nell'ambito della zona di Bari le famiglie Lamberti, Gironda, Dottula, Fanelli, Tresca). Le cappelle
venivano in tal modo ad evidenziare il legame con il potere ecclesiastico delle famiglie di appartenenza e le loro
dimensioni erano correlate alla posizione sociale ed economica dei proprietari, i quali, fondando la cappella,
si impegnavano contestualmente ad assicurare una somma annua di denaro per il mantenimento delle suppellettili
della chiesa e per pagare i servigi del prete, che si recava alla cappella settimanalmente per le celebrazione
della messa e la dispensa dei sacramenti.
Le cappelle rurali erano quasi sempre posizionate a ridosso del recinto ed erano costituite da un unico ambiente
quadrangolare absidato, coperto da una volta a botte, a crociera o a stella ed erano accessibili dalla corte interna
della masseria tramite un portale architravato. Spesso all'esterno, ma talvolta anche all'interno, vi erano affreschi
della Vergine o del Santo patrono della contrada a cui la cappella era dedicata. Nei secoli XVII - XVIII si ebbero
diverse ristrutturazioni delle già esistenti abitazioni rurali, ed anche delle cappelle, e l'edificazione
di nuove. Le chiesette vennero adornate di timpani, altari ricchi di strucchi, paraste, rosoni, epigrafi, stemmi
gentilizi, pale d'altare, etc… Nell'Ottocento alcune cappelle furono nuovamente ristrutturate con la sostituzione
di pavimenti e rivestimenti marmorei con l'alterazione dell'aspetto originario, altre furono completamente abbandonate.
Con l'inurbanesimo tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX le campagne furono lasciate progressivamente e
con esse le masserie e le loro cappelle vennero a perdere quella funzione sociale di punto di aggregazione per
i lavoratori e loro famiglie che consentiva loro di partecipare ai riti religiosi senza dover abbandonare i campi
durante i lavori stagionali. L'arredo interno era abbastanza semplice e comprendeva: l'altare, con i relativi arredi
sacri, quadri, affreschi o tempere recanti le immagini dei santi cui l'edificio era dedicato, - si trattava di
figure molto vicine alla religiosità popolare, fra cui quella maggiormente diffusa era la Vergine del Carmelo
- spesso di fattura naive, talvolta invece opera di artisti in voga, e le panche per il pubblico.
Le campagne intorno a Palese-Macchie erano alquanto ricche di torri secentesche e masserie settecentesche, molte
delle quali era dotate di cappella.
Di notevole interesse era la cappella annessa a Torre di Brencola (non più esistente)
dedicata a San Giovanni Battista come poteva leggersi su di un'epigrafe datata 1617 e sormontata dallo stemma gentilizio della
famiglia proprietaria. La cappella era a pianta quadrangolare e probabilmente sulla parete frontale vi era un affresco
di San Giovanni Battista del quale non vi era più traccia a causa della forte umidità delle pareti.
Spostandoci verso la strada dell'Annunziata in direzione di Bitonto incontriamo due masserie con cappella: Cazzolla
o Fenicia e Maselli. La cappella della masseria
Cazzolla risale al XVIII secolo e si può ancora vedere
il campanile a vela. Versa in stato di abbandono totale ed è in pericolo di crollo. La cappella della masseria
Maselli era dedicata a San Vito e anch'essa fu edificata nel '700: presenta un campaniletto, un portale architravato e un
gocciolatoio rettilineo sottoposto ad un'apertura lobata. Dalla località "Quattrostrade" andando
verso il quartiere San Paolo si incontra l'imponente masseria Caggiano con l'annessa cappella posizionata
sul lato sud-est del recinto. Essa è costituita da un ambiente con volta a botte e presenta due ingressi:
uno esterno e l'altro interno alla corte che è sormontato da una lastra in pietra lavorata raffigurante
San Girolamo in
stile secentesco, epoca a cui può farsi risalire la cappella. All'interno la muratura è ricoperta
da un intonaco bianco, con un riquadro per l'alloggio di una grande pala d'altare oggi non più esistente,
insieme all'antico altare settecentesco, mentre è rimasta solo un'acquasantiera in pietra posta in prossimità
dell'ingresso laterale. La cappella è devastata e utilizzata come deposito; tuttavia le condizioni non eccessivamente
precarie la rendono ancora recuperabile. Proseguendo verso il quartiere San Paolo si incontra la masseria Prete,
anch'essa dotata di una cappella settecentesca con campaniletto.