L'interesse per l'Egitto antico ci è giunto come eredità della cultura greca, non c'è dubbio. E nella Valle del Nilo, pur non potendola considerare come un precedente diretto della nostra cultura, possiamo scorgere quello che già gli scrittori greci vi vedevano: una civiltà <veneranda per la sua antichità> e per aver realizzato, così almeno credeva Platone, uno stato governato da uomini sapienti e dalla vita santa. L'Egitto sembrava insomma corrispondere all'ideale della sua <Repubblica>; un modo, questo, di rendere nostro ciò che in realtà ne era molto lontano sia come origini che come sviluppo.

Tenendo conto di tutto ciò, divenne più facile capire   il   significato   di   questa    civiltà, dominatrice del Mediterraneo:un'esperienza che ha accompagnato e sempre si è svolta vicino a quella greca, proponendo tuttavia un modello di diversità rispetto alle soluzioni poi adottate dal mondo ellenico.

Ma cosa significa la parola "Egitto"? Il primo a usare la parola Aigyptos fu Omero; questa parola era la versione greca di "Hikuptah" che in babilonese indicava il tempio di Ptah a Memphis. Gli antichi Egizi, invece,  chiamavano il loro paese Kemet cioè "terra nera", riferendosi alla terra coperta dal nero limo lasciato dalle piene del Nilo.

La zona desertica era invece chiamata Dashret cioè "la terra rossa". Il paese era diviso in Alto e Basso Egitto, il primo rappresentato col simbolo del giunco e il secondo con quello dell' ape (oppure rispettivamente col loto e col papiro). L'alto Egitto comprendeva tutta la Valle del Nilo da Assuan ad Heliopolis (presso l'odierno Cairo). Il Basso Egitto, invece occupava tutta l'area del Delta del Nilo. Ma perché gli Egizi divisero la loro terra orientandosi al contrario? E' presto detto: si orientavano rivolgendosi verso il sud geografico da dove  nasceva  il Nilo ( Lago Vittoria nel centro Africa). 

Geograficamente    l'Egitto   occupa   la  parte nord-orientale dell'Africa  e  più  precisamente  la  zona nord-orientale  del deserto del Sahara. Deserto che unitamente al Nilo furono fattori geografici determinanti nella sua storia; il primo perchè ne   ha favorito l'isolamento e la difesa e il secondo perchè lo ha reso fertile, un'oasi in mezzo al deserto. E' certo che non tutto fu un dono della natura poichè i primi abitanti dovettero piegare la realtà geografica, trasformarla e sfruttarne i lati positivi dopo millenni di fatiche  e lotte. Infatti si dovette lottare contro le periodiche inondazioni, benefiche e distruttrici nello stesso tempo, scavando canali, argini, costruendo serbatoi, sopraelevando le abitazioni e seppero distribuire e prevenire la piena delle acque per sfruttarne appieno la loro forza positiva. Quindi una società agricola con particolari esigenze organizzative  che   diedero  senz'altro  una   spinta  alla realizzazione  dell'unità  del   paese.          

I primi insediamenti si possono far risalire agli inizi del Neolitico forse nel VI millennio a.C.  ma sembra che già nel V millennio gli agricoltori avessero raggiunto  un livello tecnico e sociale tale da iniziare una coltivazione sistematica della fertile fascia di terreno vicino al fiume. 

In questo sito parlerò di questa straordinaria civiltà e di cosa mi ha reso così appassionato; del loro modo di vivere, di creare, di costruire, di come concepivano la religione, di come concepivano la scrittura, del culto dei morti, cercherò di sfatare alcuni miti che gravano su questo popolo. Vedremo anche alcuni aspetti della moderna archeologia con le scoperte più importanti fino ad arrivare ai nostri tempi e cercherò di risalire ai motivi che segnarono il declino di una delle più belle e affascinanti civiltà del passato.