Le mummie

Grazie alla copiosa documentazione giunta fino a noi e allo   storico   greco  Erodoto  si  sa  abbastanza  del processo di mummificazione usato dagli Egizi.

ramsete2.jpg (39865 byte)La mummificazione dei corpi e la  loro  conservazione   unitamente a beni terreni cari al defunto risaliva alle credenze egiziane di una vita oltre la vita nella quale il defunto lavorava (ecco a che servivano gli ushabti - le statuette che rappresentavano uomini occupati  nelle mansioni quotidiane, di aiuto al defunto)  si riuniva con gli dei, di cui era stato intermediario in vita, mangiava (vari sono stati i ritrovamenti di cibo nelle tombe); insomma gli egizi credevano in una "vera" e propria vita molto simile a quella terrena.  

Nei  primi   anni   della  loro  storia  i corpi venivano seppelliti nel deserto che grazie alla disidratazione si conservavano in buono stato. Quando  le  sepolture si fecero   più   elaborate  e  si  volle  preservare dalla decomposizione  i   corpi   nel   chiuso   delle  camere mortuarie,  bisognò cercare un nuovo metodo.        

mummia_seti.jpg (76505 byte)Ve  ne  erano  diversi usati  per la preparazione della salma ma   a   quanto   pare  il   più   sofisticato   fu   quello praticato negli  anni  dal  1550  al  1070 a. C. . Veniva praticata  un'incisione  con  un  coltello  di silice e gli organi   interni   che   erano  i   più   difficili   da conservare,  venivano   rimossi,   essiccati  col  sale, trattati   con   olii  e resine e poi posti in contenitori   chiamati    vasi  canopici(I vasi canopici erano quattro  e rappresentavano i figli di una delle divinità egizie, chiamata Horus. Ognuno di loro era destinato a conservare e proteggere  un particolare organo)  che   venivano   sistemati vicino   al   sarcofago.  Solo   il   cuore,   considerato l'organo   della   saggezza  e   dei sentimenti,   veniva lasciato  nel petto. La cavità veniva allora  pulita con vino    di   palma,  olii,   essenze  e spalmato di resine profumate  e  il  taglio  ricucito.   Il  cervello veniva parzialmente estratto con uncini dalle cavità nasali e in parte veniva liquefatto immettendo delle sostanze nel cranio.

Il corpo veniva, allora,   immerso  per 40 giorni in un composto salino detto natron  per  fare in modo che il corpo cedesse tutti i liquidi.  Alla fine lo si lavava con una cerimonia nelle acque del Nilo  per togliere il sale residuo  e  lo si  fasciava  con bende di lino. Alcune volte le bende erano spalmate di resine e unguenti che avevano lo scopo di sigillare e profumare. Per gli occhi solo in tardo periodo si usò inserire dei bulbi oculari in   pietra  o   addirittura  delle  piccole  cipolle  per ripristinare la curvatura delle  palpebre. Molta cura si ebbe per le unghia delle  mani  e dei piedi. Le dita erano fasciate una   ad   una  e  se  si   trattava   di   faraoni   spesso piedi_tut.jpg (26846 byte)inguainate da lamine d'oro. 

 

Il procedimento di mummificazione durava, in totale, 70 giorni.

Per salvaguardare il defunto durante il suo viaggio nell'aldilà gli imbalsamatori infilavano diversi minuscoli amuleti portafortuna  tra le bende. Erano svariate centinaia ed ognuno di essi aveva un particolare significato o uno scopo.

Lo SCARABEO simboleggiava la risurrezione  ed era posto sopra o dentro il petto. Aveva la forma di uno scarabeo stercorario ed era stato scelto perchè a quanto pare è in grado di rigenerarsi spontaneamente dai propri escrementi.

La colonna DJED conferiva stabilità e fermezza e simboleggiava la spina dorsale di Osiride.

L'appoggiatesta WERES indicava che il capo del morto sarebbe rimasto sollevato per sempre.

L'amuleto più potente era l'Occhio di Horus o WEDJET dispensatore di salute.