Le Piramidi

Un popolo molto religioso come quello egizio (vedi pagina della religione) non poteva trascurare un aspetto molto importante come quello della sepoltura di quei corpi che trattavano con tanta attenzione e cura (vedi pagina delle mummie). Infatti dedicavano molto tempo, denaro e risorse alla costruzione di quella che si può definire " l'ultima casa " e altrettanta cura ponevano nel corredo funerario che accompagnava i loro cari nel lungo viaggio nell'aldilà. 

A questo proposito è doveroso precisare che tutto quello che  ci   hanno   tramandato  i  colossal   televisivi, cinematografici o lo stesso Erodoto su coloro che venivano impiegati nella costruzione di tali monumenti è falso, frutto di fantasia. La schiavitù così come la intendiamo noi era sconosciuta agli Egizi.  A  questo concetto  si è ricorsi per spiegare (malamente, aggiungo) un modo di pensare troppo distante da quello dell'uomo di oggi; infatti ogni egiziano viveva in funzione di un unico uomo, il sovrano e quando era necessario  tutti si trovavano uniti per raggiungere uno scopo unico.  La bassa manovalanza era costituita, principalmente, da contadini che, nella stagione dell'inondazione del Nilo, restavano disoccupati. Erano ben retribuiti  e si può dire che il periodo della costruzione delle piramidi costituiva per loro una specie di primitiva "cassa integrazione".

Oltre ai contadini, partecipavano alla costruzione delle piramidi architetti, capomastri, tagliapietre, scultori, pittori e un nutrito stuolo di scribi che provvedeva all'amministrazione e all'inventario delle giornate di lavoro, dei generi alimentari distribuiti e degli strumenti utilizzati.

Prima delle piramidi, i nobili e i funzionari di grado elevato si facevano tumulare in sepolcri rettangolari dal coperchio piatto, costruiti con mattoni di fango, alti circa 3 metri noti con il nome di:

Mastaba

La mastaba era costituita da una parte sotterranea con il sarcofago, dove venivano depositati la salma e il suo corredo e da una parte sopra terra simile ad una grande cassa muraria rettangolare con copertura piana. Si dovette arrivare alla terza dinastia perchè la tomba del re si differenziasse  da quella degli altri nobili, in particolare fu sotto il re Gioser (o Djoser) che avvenne la prima rivoluzione. Il suo architetto Imhotep aveva idee grandiose voleva realizzare qualcosa di straordinario, di grande, qualcosa che superasse per idea e materiali tutte le altre tombe. Innanzi tutto cominciò ad usare anche la pietra in blocchi e non più solo mattoni di fango crudo e paglia. Si servì della mastaba come modello ma volle che fosse gigantesca; cambiò più volte progetto, ingrandendola sempre più fino ad avere l'idea innovativa. Anzichè una sola mastaba il re ne avrebbe avute quattro di grandezza decrescente e sovrapposte. Nacque così la: 

Piramide a gradoni di Sakkara

Il primitivo progetto cambiò ancora; le mastabe furono ampliate e ne vennero aggiunte altre due, formando la piramide a sei gradoni ancora oggi esistente e visibile nella necropoli di Sakkara. Lo scopo di Imhotep era raggiunto: fornire al sovrano una "scala" per raggiungere il cielo, per elevarsi a dio. 

Si può dire che questa, unitamente all'uso di pietre,  fu l'idea che portò i futuri architetti del re alle piramidi nella forma a noi tanto nota.

Un successivo passo nella realizzazione delle piramidi si ebbe al finire della terza dinastia con il re Snefru il quale tentò di ricoprire una piramide a otto gradoni del suo predecessore con lastre calcaree cercando di dargli forma e si arrivò alla:

Piramide Romboidale

I progettisti dovettero cambiare l'idea originaria  poichè la struttura stava per collassare su stessa a causa della cedibilità del terreno e comprometteva la solidità degli ambienti interni; infatti ad un certo punto cambiarono pendenza dando a questa piramide un aspetto molto singolare (essa è chiamata anche "a doppia pendenza").

La struttura era però compromessa e fu abbandonata.

Ne fu costruita una seconda, poco distante dalla prima, . nota come:

Piramide Rossa

Così chiamata perchè costruita con le pietre rossastre del luogo (Dashshur).

Essa aveva una pendenza più lieve che risultò più solida, ma con problemi nella compensazione dello scarico delle forze al suo interno; infatti nel granito posto a copertura nei passaggi fra gli ambienti si possono notare delle spaccature.

A quanto pare questa fu la vera sepoltura del Faraone.

Fra le due ci sono differenze sia nella struttura che nella composizione interna.

  La descrizione continua a questa pagina