Curiosità
Le quarantadue
confessioni negative |
Scoperta tomba di
un medico egizio. |
Osiride e Orione |
Pericolo per la
Sfinge
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Calendario |
Una mummia
rinasce a Torino |
Le piaghe
d'Egitto |
Un
nuovo re egizio |
La "Stele del
Sogno" della Sfinge |
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La maledizione di
Tutankhamon |
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Il saluto degli
Egizi |
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Pulci Egizie
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Ipotesi sulla
colonna DJED |
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Protesi di 3000
anni fa |
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Elettricità? |
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Fra le curiosità religiose segnalo
alcune delle
quarantadue confessioni negative che
lo spirito del defunto nega di aver commesso. Leggendole attentamente evocano
alla nostra mente di cristiani lontani ricordi.
Egli dice davanti al giudice
assegnatogli:
-
Non ho commesso ingiustizie
-
Non ho rubato esercitando violenza
-
Non ho commesso atti violenti
-
Non ho rubato
-
Non ho ucciso né uomo né donna
-
Non ho agito in modo ingannevole
-
Non ho rubato oggetti di proprietá divina
-
Non ho pronunciato il falso
-
Non ho pronunciato malvagitá
-
Non ho attaccato altri
-
Non ho violato la donna d'altri
-
Non ho commesso peccato contro la
purezza
-
Non ho intimorito altri
-
Non ho vissuto nella rabbia
-
Non ho finto sorditá alle parole
giuste e veritiere
-
Non ho incoraggiato conflitti
-
Non ho abusato d'altri
-
Non ho espresso giudizi affrettati
-
Non ho contaminato le acque
-
Non non stato insolente
Non ho perseguito alcuna distinzione
Osiride e Orione
A quanto pare per gli Egizi,
Osiride salito in cielo sarebbe identificabile con la costellazione di
Orione, verso la quale sono orientati tutti i monumenti funebri, comprese le
piramidi. Le tombe si trovano tutte sulla sponda ovest del Nilo, in omaggio al
regno dell'Occidente di Osiride.
Il giorno della morte di Osiride sarebbe il 17: è da allora che il 17 avrebbe
assunto il suo significato funesto.
Il calendario
Gli Egizi furono i primi a
tracciare precise piante del cielo. La tradizione attribuisce all'anno 2769 a.C.
e al saggio Imhotep l'invenzione del primo calendario di
trecentosessantacinque giorni e un quarto. Nel 238 a.C. fu poi introdotto l'anno
bisestile. Tale calendario fu poi preso tale e quale da Giulio Cesare, che lo
introdusse a Roma. Perfezionato da Gregorio XIII nel 1582 è quello che noi
ancora oggi usiamo.
Le piaghe d'Egitto
E' diventato ormai un modo di dire,
anche da parte di chi non ha alcuna convinzione religiosa: quando si vuole
indicare una situazione particolarmente disastrosa dell'ecosistema in cui
viviamo si fa riferimento alle"piaghe d'Egitto". E in effetti è davvero
truculento lo scenario dipinto nel libro biblico dell'Esodo, una delle parti
fondamentali dell'Antico Testamento. Raccontano le Sacre Scritture che
dieci terribili eventi si susseguirono lungo le sponde del Nilo: l'acqua del
fiume trasformata in sangue, l'invasione delle rane, la polvere della terra
tramutata in pidocchi (o zanzare), l'assalto dei mosconi, la peste che colpisce
il bestiame, le ulcere, la grandine, le cavallette, le tenebre e la più tremenda
di tutte la morte dei figli primogeniti.
Tutto questo sarebbe accaduto nel
Tredicesimo secolo avanti Cristo, sotto il regno di Ramesse II e di suo figlio
Mernephtah, per tramite di Mosè, allo scopo di consentire la fuga del popolo
ebraico dall'oppressione dei governanti egiziani.
Si è trovato persino un "colpevole", un micidiale
microrganismo recentemente studiato, la Pfiesteria piscicida, che rese rosse e
venefiche le acque del Nilo, innescando poi la ben nota serie di altri guai. "
La vicenda è stata ricostruita da due ricercatori americani: John Marr, capo
epidemiologo della città di New York, e Curtis Malloy. I due studiosi, lavorando
su alcuni dinoflagellati (alghe unicellulari marine, da alcuni zoologi
considerate protozoi), hanno concentrato la loro attenzione su una specie che
infesta alcuni fiumi della costa orientale statunitense e la cui tossina
fa letteralmente strage di pesci: la Pfiesteria piscicida appunto. " Un
organismo Pfiesteria simile è stato ipotizzato come possibile origine della
colorazione delle acque del Nilo, che divennero mortali non solo per i pesci che
le popolavano, ma anche per tutti gli esseri viventi che a esse facevano
riferimento. Come andarono scientificamente le cose? " Quando le acque divennero
tossiche le rane, che sulle rive del Nilo sottoposte a periodiche inondazioni
trovavano un habitat ideale, si "rifugiarono" in massa verso le zone più
abitate. Zone asciutte, queste, dove un po' per cause naturali, un po' per la
caccia indiscriminata cui furono sottoposte da parte di quanti non amavano
trovarsi nel letto un rospo, le rane morirono. Con la scomparsa di questi
anfibi fu grande festa per mosche e mosconi, delle rane cibo prediletto: il loro
numero letteralmente esplose.
Siamo adesso nel campo delle ipotesi
verosimili, non legate a ricerche e scoperte recenti. Quelli che la Bibba
definiva semplicemente pidocchi (la terza piaga: "tanti, da sembrare polvere che
si sollevasse dai sentieri, penetrasse dalle finestre") non sarebbero altro che
Culicoides, responsabili anche dell'encefalomielite africana dei cavalli e della
febbre catarrale maligna delle pecore. Simili a moscerini, provocano irritazioni
simili a quelle date dai morsi dei pidocchi, ma trasmettono virus che uccidono
in poche ore il bestiame. Da notare che nella versione italiana ufficiale della
Bibbia i pidocchi sono divenuti "zanzare". La peste del bestiame(quinta piaga:
"su cavalli, asini, cammelli, sulle mandrie e sul gregge, scenderà una peste
molto pesante") potrebbe essere molto simile all'antrace, patologia micidiale
per gli allevamenti, il cui virus è trasmissibile anche all'uomo." Ulcere
pustolose cadute dal cielo su uomini e bestie, e persino sui maghi, che con le
loro arti cercavano di dimostrare al faraone che le piaghe non erano opera
divina: questa la sesta piaga che John Marr e Curtis Malloy (i due studiosi
impegnati a dare una spiegazione scientifica di quegli eventi biblici)
attribuiscono alla mosca cavallina (Stomaxys calcitrans).
L'insetto, infatti, è capace di trasmettere un'infezione
batterica da Actinobacillus mallei, conosciuta già dai Romani." Per la
devastazione prodotta dalla voracità delle locuste (ottava piaga: "copriranno la
faccia della terra, mangeranno ogni albero, riempiranno le case di tutto
l'Egitto") non occorre formulare strane ipotesi. Ancora ai nostri tempi il
fenomeno è drammatico: nei territori africani questi insetti distruggono
l'economia agricola di interi Paesi e sono causa di gravi carestie. L'ultima
disatrosa invasione della Locusta migratoria, nel 1988, ha divorato il 90 per
cento dell'intera produzione agricola del Madagascar. Anche la settima piaga,
una eccezionale grandinata, capace di spezzare i rami degli alberi, sfondare i
tetti delle case e uccidere uomini e animali, non è difficile da immaginare."
Ambivalente la nona, l'oscuramento del cielo durato tre giorni. è possibile,
secondo i due studiosi, attribuire il fenomeno sia a una prolungata tempesta di
sabbia, sia a un violento terremoto nella vicina Rift Valley, cui seguì
un'imponente eruzione di polveri." Fin qui tutto chiaro: la scienza può ben
spiegare la sequenza di fenomeni, dalla prima alla nona piaga. L'ultimo osso
duro resta la morte dei primogeniti. " Come è possibile che solo i primi nati
delle famiglie egiziane siano stati colti da prematura morte? Secondo Marr e
Malloy, anche questa è una diretta conseguenza dei disastri alle colture
provocati dalla grandine e dal passaggio delle locuste. Timorosi della vendetta
divina minacciata da Mosè, gli Egizi immagazzinarono nei silos grano umido che
ammuffì e venne pervaso da velenose tossine. Per tradizione i primogeniti
ricevevano doppia razione di cibo, sicché non resistettero all'attacco dei
funghi micidiali.
L'aver trovato le spiegazioni
"naturali" delle piaghe potrebbe riproporre l'antico dualismo fra fede e
scienza. Ma sono pochi coloro che attribuiscono a tutta la storia una
esclusiva origine divina. E' più generalizzata l'idea, accolta anche in ambienti
religiosi ufficiali, che sia stato il volere divino a raggruppare in una così
affollata e breve sequenza il verificarsi di dieci piaghe naturali.
La maledizione di Tutankhamon
Molti sono a
conoscenza della famosa "maledizione" del Faraone bambino che portò alla morte
sia Lord Carnarvon - il finanziatore degli scavi - sia altre persone che erano
entrate nella tomba. Anche a questo caso è stata data una spiegazione
scientifica che già nel 1949 lo scienziato Louis Bulgarini aveva anticipato.
Studiosi odierni partendo da questa ipotesi sostengono che gli egizi usarono per
i pavimenti e le mura delle tombe, rocce contenenti
uranio.
All'interno di sette antichi monumenti sono state trovate tracce di radon
un gas radioattivo incolore e inodore che si forma in seguito al decadimento
dell'uranio. La concentrazione di tale gas era trenta volte superiore alla
soglia di attenzione (soglia= 200 becquerel - concentrazione nelle
tombe=816/5809 becquerel). Tale concentrazione porta vari malesseri ma
soprattutto al rapido sviluppo di tumore ai polmoni.
Si pensa che nella
tomba del Re bambino chiusa da 3000 anni la concentrazione fosse ancora più
alta.
Come si salutavano gli Egiziani?
Unica testimonianza
quella di Erodoto: inchinandosi e abbassando la mano fino al ginocchio senza
scambiarsi parole di saluto. Faceva eccezione il saluto al Faraone:
incontrandolo bisognava prostrarsi a "baciare la terra".
La Stele del sogno della Sfinge
Nella stele posta fra
i piedi anteriori della Sfinge(vedi foto) c'è
un'iscrizione che narra di un giovane principe che si trovava nella piana di
Giza per una battuta di caccia. Sorpreso dal caldo egli decise di riposarsi ai
piedi della Sfinge, la quale gli apparve in sogno invitandolo a togliere tutta
la sabbia che la stava sommergendo. In cambio essa promise al principe la corona
d'Egitto. Il principe fece quanto richiesto e in più restaurò alcune parti del
monumento.
La Sfinge mantenne la
sua promessa e il giovane principe fu incoronato re con il nome di Thutmose IV (XVIII
dinastia).
Una protesi di 3000 anni fa
Recentemente a Tebe è
stata fatta un'eccezionale scoperta: in una tomba della XVIII dinastia è stata
trovata una mummia con un'amputazione all'alluce del piede destro a causa di una
cancrena.
Il dito amputato è
stato sostituito con uno di legno. E' forse la prima protesi, l'antenata delle
odierne. Essa permise ad una donna egiziana cinquantenne di 3000 anni fa di
camminare di nuovo (vedi foto).
Scoperta tomba di un medico egizio
Fonte: Le Scienze online (www.lescienze.it) - Recenti scavi
tra le sabbie vicino il Cairo hanno permesso la scoperta, dopo 4000 anni della
tomba di un medico di nome Skar al servizio dei faraoni della V Dinastia.
La parte più interessante di questa scoperta è stato il rinvenimento di 30
strumenti medici di bronzo (tra i quali bisturi, aghi e una specie di
cucchiaio) che forniscono indicazioni su quanto fosse avanzata la medicina
egizia. Ritrovati anche un altare di alabastro e 22 statue di divinità.
Un nuovo re egizio
Fonte: Le Scienze
online (www.lescienze.it) -
01.05.2002
Un re egizio in precedenza ignoto è stato scoperto da un archeologo italiano che
lavora presso il sito di Luxor. Noto come un prete di alto rango nello stato
teocratico di Amon, a Tebe, Harwa era anche il re dell'Egitto meridionale,
durante il periodo oscuro dei cosiddetti faraoni neri, i re nubiani della
venticinquesima dinastia. Grasso, calvo, con un viso ampio e occhi a mandorla,
come raffigurato in una statua, Harwa era nato nell'ottavo secolo A. C. in una
famiglia di preti tebani. Probabilmente aveva appena iniziato la sua carriera
quando Piankhy, un re sudanese nero, conquistò l'Egitto e fondò la
venticinquesima dinastia di faraoni.
Era un re, un vero governante dell'Egitto meridionale per conto dei faraoni
nubiani. Gli ultimi scavi della sua tomba hanno mostrato numerose prove. Secondo
l'archeologo Tiradritti, la vastità della tomba, così come l'incredibile numero
di statuette di calcare, paragonabile solo alle tombe di faraoni famosi come
Tutankhamon, supporta la teoria secondo cui anche Harwa era un re.
«Uno dei ritrovamenti più importanti è una statuetta di calcare funeraria con lo
scettro e la frusta, gli emblemi reali, dice Tiradritti. «Harwa non era però un
faraone, perché altrimenti la statuetta dovrebbe avere anche l'ureo, il cobra
reale. Harwa era quindi uno dei re senza ureo citati nell'antico testo in cui
Piankhy descrive le sue vittorie.»
La tomba è enorme: 4500 metri quadri e quattro livelli fino a una profondità di
25 metri. Per ora, gli archeologi hanno trovato 240 statuette e pareti decorate
con iscrizioni e altorilievi. In una stanza, Harwa viene mostrato in compagnia
di Maat, la dea della giustizia e della verità, di Hu, il dio dell'autorità, e
di Sia, dea della mente.
Pericolo per la Sfinge
Allo studio un modello numerico di come le acque sotterranee si muovono
sotto i monumenti
Fonte: Le Scienze
online (www.lescienze.it)
- 04.07.2002
I monumenti dell'antico Egitto sono sopravvissuti per migliaia di anni nelle
sabbie del deserto, ma ora devono affrontare una nuova minaccia: l'innalzamento
della falda acquifera. Ayman Ahmed, dell'Università egiziana di Sohag, e Graham
Fogg, dell'Università della California a Davis, si sono messi al lavoro per
studiare il problema. I primi risultati indicano che l'innalzamento della falda
è provocato dall'agricoltura e dall'urbanizzazione vicino ai templi e alle
piramidi. Quando questo succede, l'acqua si avvicina alle fondamenta dei
monumenti, danneggiandole. Inoltre, l'acqua e i sali in essa contenuta
indeboliscono la struttura dell'arenaria, la roccia con cui i monumenti sono
stati costruiti.
"Probabilmente il fattore più pericoloso che sta influenzando i monumenti
faraonici sono l'urbanizzazione e lo sviluppo agricolo," dice Ahmed. Il danno ai
monumenti è peggiorato fin dal completamento della diga di Assuan, che permette
l'irrigazione dei campi durante tutto l'anno. Ahmed e Fogg stanno usando dati
ottenuti in vari siti, fra cui Luxor e Karnak, per costruire un modello numerico
di come le acque sotterranee si muovono sotto ai monumenti. In questo modo i
ricercatori sperano di trovare un modo per prevenire, o almeno ridurre, il
danno.
Ipotesi sulla colonna DJED
A proposito della
colonna "DJED" (o "ZED") recentemente in una trasmissione televisiva (1.9.2002)
che si occupa di misteri ed esplorazioni nel mondo, sono state formulate delle
ipotesi.
Ipotesi incredibili e insieme affascinanti se ci lasciamo trascinare dal mondo
del mistero e della magia. Però ognuno di noi è libero di crederci o meno e per
questo motivo voglio citarla in questa sezione delle curiosità.
In sintesi.
Alcuni scienziati pensano che essa non rappresenti la spina dorsale di Osiride
(una spina dorsale di sole 4 vertebre? vedi foto) ma,
basandosi su studi e decifrazioni di testi, che rappresenti la celebrazione
della venuta di un messia sulla terra ogni qualvolta l'uomo ne avesse
avuto bisogno per la sua salvezza, quando non poteva farlo da solo. E a sostegno
di tale ipotesi hanno messo in risalto il ritrovamento di una una piccola
colonna djed con 5 linee e non 4, custodita al Museo del Louvre.
Quindi un messia (o una persona in grado di salvare il mondo dalla perdizione)
che sarebbe venuto sulla terra per ben 5 volte.
L'origine della colonna si è fatto risalire alla Cina Orientale (con la prima
linea), in seguito sarebbe stata spostata al confine Cina/India (con la seconda
linea), poi in Mesopotamia dove alla convergenza dei fiumi, Tigri ed Eufrate, si
sarebbe manifestata la terza venuta e da lì la colonna djed sarebbe stata
portata in Egitto dove si sarebbe manifestata la quarta venuta di un uomo
salvatore del mondo.
E la quinta linea della colonna djed?
Qui sta il bello. Si fa risalire alla fine del dominio egizio nel mondo.....più
o meno alla venuta del Nostro Messia.
Non consideratemi eretico, per favore, mi limito a riportare l'opinione espressa
in tale trasmissione.
Ma dov'è finita la colonna djed portata dalla Mesopotamia in Egitto? Per
intenderci quella a quattro linee?
Dentro la piramide di Cheope!
Come messo in risalto dalla trasmissione, se guardate lo spaccato di tale
piramide la vedrete al centro di essa sopra la camera del re (gli archeologi
sostengono che sia una struttura utile a distribuire il peso sovrastante).
E' stata anche ventilata l'ipotesi che essa rallenti lo scorrere del tempo e chi
riposa sotto di essa tende a misurare il tempo in maniera diversa dagli altri.
L'ingegnere intervenuto alla trasmissione ha provato di persona. Si è steso
dentro il sarcofago (sotto quella che lui dice essere la colonna djed). Ha
chiuso gli occhi e dopo quelle che gli sono sembrate ore si è alzato ed è andato
nella grande galleria dove lo aspettavano gli altri della spedizione.
Per questi ultimi erano passati solo alcuni minuti.
Non aggiungo nessun commento personale. Lascio a voi, lettori del mio sito,
questa incombenza...
Se qualcuno di voi è a conoscenza di notizie autorevoli sull'argomento me lo
faccia sapere segnalandolo alla mia casella di e-mail in home page.
Una mummia rinasce a
Torino
Fonte: Giornale di Sicilia - 05.10.2002
Il volto di una
mummia conservata al Museo Egizio di Torino è stato ricostruito in un modello
fisico tridimensionale grazie al lavoro coordinato del museo stesso,
dell'Ospedale Molinette e la polizia scientifica. Sulla base di una tac e con
l'ausilio del computer gli uomini della scientifica, usando particolari resine,
hanno realizzato un modello tridimensionale di un uomo vissuto circa 3000
anni fa nell'antico Egitto. Il suo nome era Harwa (vedi
foto).
Questi esperimenti
sono già stati più volte effettuati ed hanno avuto ampio risalto sulla rivista "Focus"
per la precisione con la quale si riesce a ricostruire un volto umano partendo
da una tac. Per dimostrare la validità dell'esperimento hanno tentato di
ricostruire il volto di uno scienziato "vivente" volontario che il tecnico non
aveva mai visto di persona: il risultato è stato strabiliante, una somiglianza
straordinaria.
Pulci Egizie
Fonte:
Le Scienze online (www.lescienze.it)
Il villaggio egizio
di el-Amarna (a metà strada fra Tebe e Menfi) occupato per soli tre decenni,
ospitò operai che costruirono le tombe e le guardie ma anche le PULCI
umane più antiche mai ritrovate. Sono state ritrovati ben 35 esemplari
"mummificati" di Pulex irritans. Secondo gli studi la pulce si è evoluta
nelle Americhe e tramite l'uomo ha raggiunto il Vecchio Continente
attraversando lo stretto di Bering e l'Asia.
Elettricità già
conosciuta?
Fonte:http://digilander.libero.it/terrasenzatempo/
Recentemente l'amico
e webmaster del sito da cui cito la notizia ha fatto posare la mia
attenzione su un rilievo del Tempio di Hator a Dendera che, come per "Il
Geroglifico misterioso" citato in questa pagina più sopra, è a dir poco.......
particolare? Strano? Eccezionale? Misterioso? Lascio al lettore di questa pagina
ogni commento e mi limito a descriverlo. Da
tempo egittologi e studiosi discutono animatamente sul come abbiano fatto gli
egizi a decorare così superbamente le tombe, sottoterra, aiutandosi
con torce o candele visto che non si trovano aloni di fumo da
nessuna parte. Vi invito a guardare bene la foto nella quale sembra che due
sacerdoti siano intenti a far funzionare dei tubi oblunghi con dentro un
serpente collegati da una corda ad una scatola. Sulla scatola è seduto il
dio Atum-Ra. Teniamo presente come i serpenti nei geroglifici vengono descritti
come "seref" che tradotto vuol dire "illuminare" e come il dio Atum-Ra si
identifichi come fonte di energia.
Sul sito
http://www.egittologia.net la
spiegazione scientifica di un egittologo e nutrite discussioni sul forum.