Contact Us
Info
Alessandro Vanzini

STRUMENTI A PERCUSSIONE

TIMPANI

(KETTLE DRUMS, PEDAL DRUMS, MACHINES DRUMS / PAUKEN, KESSELPAUKEN, PEDALPAUCHEN / TIMBALES, TIMBALES A PEDALE, TIMBALES CHROMATIQUE)

Le testimonianze antiche confermano che il timpano ha origine orientale.

Era conosciuto dai Sumeri con il nome di "TYMPANON" e si diffuse in tutta la Grecia dal V secolo a.C. Introdotto dall’oriente insieme ai culti di Dioniso e di Cibele è spesso raffigurato nelle mani delle menadi e dei sileni.

 

In illustrazioni indiane e cinesi del II secolo a.C., possiamo vedere tamburi la cui struttura ricorda il timpano dell’epoca moderna.

Durante l’invasione della Spagna del 511 a.C., i Mori usavano i timpani montati sui cavalli. Si ritiene che la diffusione nel resto dell’Europa sia avvenuta tramite i Crociati, che al ritorno dall’Oriente portarono con se piccoli timpani di origine saracena montati sui cavalli. Erano conosciuti come "ATABAL" (Spa), "ATABALE" (Fra), e "NAGGARA" (Turco).

 

Nel XIV secolo comparvero in Inghilterra con il nome di "NACKERS"; gli strumenti da cui deriva il timpano attuale però sono quelli introdotti in Europa dagli Ungheresi nel XV secolo , che li ebbero dagli eserciti Turchi dislocati nell’Europa sudorientale.

In Germania si rintracciano all’inizio del XVI secolo, con il nome di "HEERPAUKEN" o di "TYMPANUM". Da questo periodo in poi nei paesi Europei fu limitato all’uso nelle case regnanti. Eccezione era fatta per alcuni reggimenti di cavalleria e artiglieria. I reggimenti di artiglieria e cavalleria avevano trombe e timpani, quelli di fanteria pifferi e tamburi. Venivano quindi utilizzati solo con le trombe che talvolta li aiutavano nelle partiture con note lunghe a sostenere la frase.

 

Solo nel XVIII secolo, entrarono ufficialmente in orchestra, ma solo in alcuni brani perché allora i timpani erano disponibili con due sole note. In questo periodo i timpanisti erano ancora organizzati in corporazioni e istruiti secondo le tradizioni militari e di corte. Nelle prime scritture per timpani, venivano indicate con precisione solamente le prime battute del brano, mentre il resto veniva lasciato interpretare a discrezione dell’esecutore. Il primo vero compositore, abile timpanista egli stesso, a scrivere parti dettagliate per i timpani, fu probabilmente Haydn.

 

All’inizio del settecento, le corporazioni di timpanisti e trombettieri cominciavano a smembrarsi, ed era sempre più difficile trovare timpanisti adeguatamente preparati.

L’introduzione dei timpani in orchestra potrebbe essere attribuita all’italiano Orazio Benevoli (1605-1672), che prescrisse due coppie di timpani nella messa per l’inaugurazione del duomo di Salisburgo (1628), scritta nel 1628. Il problema era che se in un brano cambiava la tonalità, i timpani non suonavano finché ritornava la tonalità originale. Questo perché intonare i timpani richiedeva molto tempo. Si poteva cambiare l’intonazione ai timpani solo tra un tempo e l’altro.

 

Con l’andare del tempo i compositori davano al timpano in orchestra sempre più importanza, tanto da introdurne anche 4, 5, 6, e addirittura otto. Al proposito citiamo Johann Wilhelm Hertel che scrisse la "Sinfonia in Do Magg." (manoscritto), con otto timpani obbligati per un solo esecutore.

Nell’"Idomeneo" di Mozart viene introdotto il metodo dove si copre una parte della membrana per ottenere un suono smorzato e cupo. Con Beethoven l’uso dei timpani si estende molto con la scoperta di nuovi effetti. La nuova autonomia espressiva è dimostrata in brani come il finale della VIII Sinfonia o lo Scherzo della IX Sinfonia in Re min., in cui sono proprio i timpani a suggerire il tema iniziale. E’ la prima volta nella storia della musica che i timpani vengono trattati con la stessa dignità ed importanza degli altri strumenti dell’orchestra.

 

Le mazzuole fino al XVIII secolo erano costituite da un asta di legno, modellata secondo lo stile dell’epoca, e da un pomello oppure un disco di legno in cima; a volte erano interamente di avorio. Solo in casi rarissimi venivano ricoperte di cuoio o di panno.

 

L’intero XIX secolo fu un periodo di valorizzazione dell’uso delle percussioni in orchestra, specialmente dei timpani, e questo forse grazie all’eccezionale maestria di certi esecutori come "M. Poussard" musicista dell’Opera di Parigi.

Un grande compositore dell’ottocento che diede un ruolo fondamentale ai timpani nella "Symphonie Fantastique" fu Hector Berlioz, nel 1830. Fu inoltre il primo a prescrivere l’uso delle mazzuole a testa morbida (baguettes d’eponge) in sostituzione di quelle di legno per allargare la gamma degli effetti.

Sia Richard Wagner nel "Rheingold" (1854), che Bruckner nella "Nona sinfonia" (1891-96), che Jules Massenet nella "Hanon" e nel "Werher" danno ai timpani una parte solistica.

 

I maggiori compositori nelle partiture moderne e contemporanee furono: Gustav Mahler, Richard Strauss, Maurice Ravel, Béla Bartok, Igor Stravinsky, Carlos Chavez, Goffredo Petrassi e Benjamin Britten. E’ in questo periodo che cominciano ad essere utilizzati diversi e nuovi tipi di mazzuole, si scoprono nuovi tipi di colpo, e in diversi punti della membrana, e aumentano i cambi di intonazione. Questo grazie anche ai primi timpani a pedale.

 

 Evoluzione storica dei timpani

 

 In Francia fin dal 1700 i timpani venivano costruiti con la caldaia in ottone, mentre in Germania e in Inghilterra, con la caldaia in rame con un piccolo foro che serviva a scaricare la pressione del colpo sulla pelle.

Nei timpani ordinari in un primo momento la pelle veniva tesa stringendo 4 o 6 tiranti a vite (in seguito anche otto), disposti in modo regolare lungo tutto il bordo della caldaia, che premevano il cerchio applicato intorno al bordo. In origine questi tiranti venivano girati con apposite chiavi per accordare il timpano , ma questo procedimento risultò essere troppo lento, scomodo e molto rumoroso, e nell’ottocento le viti tiranti vennero costruite a forma di T, in modo da poterle girare con le mani. Nonostante ciò la durata delle accordature era sempre eccessiva rispetto ai tempi musicali, ed era difficile ottenere una buona intonazione. Per ovviare a tali inconvenienti nella seconda metà del 1800 si idearono nuovi sistemi basati principalmente su un meccanismo centralizzato azionato da una maniglia o da un pedale. Un’altra ragione che spinse alla ricerca di un nuovo meccanismo di tensione della pelle fu la nuova libertà modulatoria dell’epoca. Tre timpani non erano più sufficienti per le nuove esigenze musicali, e anche l’introduzione di più strumenti non si poteva fare per mancanza di spazio, soprattutto in sale e teatri.

 

Nel 1812 il timpanista Gerhard Kramer, di Monaco ideò un meccanismo grazie al quale, facendo girare una manovella, si permetteva ai tiranti di regolare simultaneamente l’intonazione, che però risultava scadente.

J.C.N. Stumpff nel 1821, ad Amsterdam, tentò la costruzione di un modello di timpani in cui la tensione della pelle veniva effettuata tramite una chiave che tirava una corda, ma non ebbe successo perché la membrana non si tendeva in modo uniforme.

Nel 1827 un portalettere di nome Labbyae ideò un timpano accordabile mediante un sistema regolatore meccanico.

 

In seguito molti miglioramenti furono apportati dal fabbricante inglese di strumenti musicali Cornelius Ward, che nel 1837, brevettò un timpano con un sistema di tensione collegato tramite cavo d’acciaio.

 

Nel 1843 un meccanico tedesco applicò al timpano una ruota dentata collegata ad un pedale a catena. Nel 1849 all’Opera di stato di Lipsia, si usavano timpani costruiti da Ernest Gotthold Benjiamin Pfundt, molto pesanti di rame, con il pedale troppo rigido e lento.

 

Nel 1855 Gautrot a Parigi, inventò un sistema ripreso nel 1872 da Pittrich a Dresda, che permetteva di tendere la membrana mediante un sistema di leve, che agiva sul cerchio di tensione, ed era azionato da un piccolo pedale. Nei timpani senza pedale si faceva girare la caldaia intorno ad un perno filettato.

Nel 1876 Ceneny e nel 1897 il francese Lyon, introdussero altri due modelli che non ebbero successo.

 

Il sistema che si divulgò più rapidamente fu quello del tedesco C. Pittrich. I timpani potevano ottenere un’intonazione quasi istantanea, e l’esecutore poteva modificare l’accordatura mentre stava suonando agendo su di un pedale, ottenendo frasi melodiche ed effetti di "Glissando", oggi molto usati.

 

In America la prima serie di timpani a pedale fu costruita e brevettata nel 1911 da William F. Ludwig, timpanista della Pittsburgh Symphony Orchestra. Costruì un timpano a pedale portatile, togliendo i sostegni della caldaia e del pedale, e costruendo un sostegno unico smontabile, usando un perno centrale con una pompa a fluido di pressione all’interno. Questa pompa veniva controllata da un anello di compressione espansiva che serviva per la tensione della membrana ed era azionata da un pedale bilanciato. Il timpano era leggero rispetto agli altri, il pedale era ripiegabile ed era comodo da trasportare, l’intonazione era semplice e veloce, ma rimaneva il limite nell’equilibrio della tensione della membrana.

 

Nel 1944 comparve un timpano ulteriormente perfezionato da Ludwig con caldaie paraboliche sospese ad azione bilanciata, con otto tiranti. Il meccanismo di bilanciamento a molla è situato nella base di sostegno. Viene munito di ruote con freni, per agevolarne lo spostamento in sale e teatri.

 

Per facilitare l’intonazione nel 1872 da Pittrich e Gautrot fu inventato un meccanismo munito di quadrante e una freccia per indicare la nota emessa dal timpano. L’indicazione allora, con le pelli naturali, non era comunque sicura, perché subivano alterazioni notevoli causate dalle variazioni atmosferiche. Oggi con le membrane di plastica è più affidabile.

 

Dimensioni.

 

I timpani moderni sono costruiti con caldaia in rame o anche fiberglass (più leggero ed economico, ma scadente).

Le pelli più utilizzate oggi sono sicuramente quelle sintetiche di polietilene tereftalato, detto "mylar", ma si trovano ancora quelle di vitello. Quelle di vitello hanno un suono molto più bello, soprattutto nelle note gravi, ma sono estremamente sensibili alle variazioni atmosferiche, e difficili da intonare. Quelle di mylar hanno un suono meno bello, più metallico e scadente nelle note gravi, ma sono più facilmente intonabili e praticamente insensibili alle variazioni atmosferiche.

Le case costruttrici più famose sono: Ludwig, Premier, Adams, Yamaha, Rogers, Slingerland, Ringer Gunter.

La ditta Ludwig costruisce timpani con pedale munito di sospensione a molla che controbilancia la tensione della membrana. I formati sono : 20, 23, 26, 29, 32 pollici.

La ditta Premier costruisce timpani con un pedale centrale dotato di innesto a cuscinetto a sfera. Le misure sono 22.5, 25, 28, 30, 32 pollici.