Alessandro Vanzini | |||||||
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STRUMENTI A PERCUSSIONETAMBURELLO BASCO (BASQUE DRUM, TAMBOURINE / SCHELLENTROMMEL, BASKISCHES TAMBURIN / TAMBOURIN)
Tamburi a cornice simili in forme quadrate o poligonali di varie dimensioni, erano comuni a tutte le civiltà antiche dai Sumeri agli Ittiti, dagli Egiziani agli Ebrei. Più tardi lo strumento passò dall’Asia alla Grecia.
Il tamburello finisce in Europa con le invasioni arabe nell’Italia meridionale e nella Spagna. Isidoro di Siviglia riferisce di uno strumento simile detto "Margaretum", suonato con una bacchetta. Nel XIII secolo in Europa si trovava un tipo di tamburo a cornice con sonagli noto come "Tymbre", "rotumbes", o "timbre". Nel Medioevo la sua forma corrispondeva a quella attuale, ma i sonagli erano più larghi e pesanti.
Era uno strumento rozzo usato dai menestrelli, dagli attori e dai giocolieri; grazie a loro divenne nel 1550-60 circa molto famoso in Italia, Spagna e Francia del Sud, tanto da assumere nel 1564 il nome di "Tamburo Basco".
Tra il tardo Rinascimento e il Barocco, sopravvisse solo come strumento popolare in Spagna e Italia. Nel XVIII secolo prima della rivoluzione, la Francia lo incorporò nella sezione delle percussioni.
E’ tuttora molto diffuso in Turkestan, Persia, Turchia, Serbia, Albania, Siria e Marocco dove costituisce uno strumento indispensabile per le danze popolari e sacre. A seconda del paese di origine si differenzia per la presenza di sonagli, anelli o piattini. Il primo compositore ad usarlo in orchestra fu Gluck in "Paride ed Elena" nel 1770. Attualmente è costituito da un cerchio di legno o metallo con diversi interstizi, su cui vengono montati i piattini di ottone, lamiera o argento (da sette a venti). E’ munito di una pelle di vitello, capra o materiale sintetico che va dai 15 ai 50 cm. di diametro e un’altezza del bordo di 5-7 cm.
Ci sono diverse tecniche per ottenere gli effetti di "tremolo" e "trillo", e per la percussione con le mani o con le bacchette per ottenere le diverse dinamiche. |
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