POVERI E RICCHI A ROMA

 

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I romani ricchi si alzavano presto, a colazione (Jentaculum in latino) mangiavano gallette secche, formaggio, uova o frutti accompagnati da fette di focaccia all’olio o al miele. Conoscevano molti frutti, ma i più gustati erano le mele e i fichi. Mangiavano tanta uva e a tanti piacevano i frutti del bosco, come le more. A pranzo (Prandium in latino) mangiavano uova, pesce, e verdure, si bevevo acqua o vino. L’ultimo, ma il più importante pasto era la cena (Coena in latino) che consisteva in tre portate: la prima era costituita da antipasti come insalata, e molluschi. Alla fine gli schiavi portavano via l’intera tavola e ne mettevano un’altra, con frutta, noci e dolci di miele. 

La portata principale era la terza, che consisterà in sette piatti diversi a base di carne, pesce, pollame e selvaggina, serviti con legumi e salse. La più apprezzata era il Falerno, proveniente dalla Campagna, quattro Le ultime due portate erano accompagnate da diverse qualità di vino, scelte tra le cento provenienti da ogni parte dell’Impero.volte più caro dei vini mediorici. I poveri invece avevano solo un pasto, mangiavano il pane, era alla base della loro alimentazione: un pane non lievitato, adatto quindi ad essere conservato a lungo; consumavano minestre di legumi, pesce salato, e, nelle grandi occasioni, carne ovina o suina.