Il Movimento: ma è davvero in... - 25-11-02 - Fulvio Del Deo |
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IL MOVIMENTO: MA E' DAVVERO IN MOVIMENTO?
- parte V -
"Dobbiamo dare di più ai paesi poveri": lo dice il Papa, lo dicono i
noglobal, lo dicono tutte le persone buone.
Ora, quali sono i paesi "poveri"?
Se noi avessimo un centesimo delle ricchezze che hanno
loro, vivremmo tutti di rendita. La vera ragione della loro povertà è
solo e semplicemente la dittatura. Cancellare
i debiti di questi paesi significherebbe cancellare i debiti personali
dei rispettivi dittatori. La gente che patisce la fame
e che non ha nulla oggi, continuerebbe a non avere nulla domani.
Ecco cosa scrive un'amica che ha vissuto e lavorato per molti anni in
Africa:
"Ti racconto una cosa che ho visto coi miei occhi
quando vivevo in Somalia. Un bel giorno è arrivata una nave carica di
riso mandato dall'Italia. L'ho visto, quando l'hanno scaricato:
chilometri e chilometri di camion traboccanti di sacchi di riso. Due
mesi dopo un chilo di riso costava l'equivalente di un mese di
stipendio di un professore di scuola media, di un impiegato di banca,
di un poliziotto, perché in tutta la Somalia praticamente non si
trovava un chicco di riso: tutto quello che avevamo mandato noi era
finito in parte nei magazzini di Siad Barre per l'esercito, e in parte
venduto per comprare armi (oltre a tutte quelle che gli fornivamo
direttamente noi, tramite CAF), in modo da continuare a mantenere il
popolo affamato e sottomesso. Quel pochissimo che c'era in
circolazione, con tutta probabilità, era rivenduto dai militari che
l'avevano ricevuto dal dittatore. Per una ricca documentazione sul
fenomeno degli aiuti dirottati raccomando "Silenzio, si
uccide" di André Glucksmann e Thierry Wolton, Longanesi. E'
di una quindicina d'anni fa, e forse sarà difficile reperirlo, ma
magari in qualche biblioteca si trova.
Dimenticavo: l'informazione. Hai mai sentito parlare di Hargeisa? Suppongo di no. Hargeisa era una città nel nord della Somalia, con 100.000 abitanti. Un bel giorno gli è venuta l'idea di non essere più tanto d'accordo col signor presidente, e questo ha deciso di dargli una lavatina di capo: OTTANTAMILA morti (con le nostre armi, beninteso). Nessuno ne ha mai parlato..."
Infatti non ne avevo mai sentito parlare. Non si parla (o se ne parla molto velatamente) delle infinite stragi quotidiane in un'infinità di paesi "poveri".
I noglobal sostengono che negli ultimi anni il reddito
medio sia cresciuto a dismisura nei paesi ricchi e calato in quelli
poveri.
Anche in questo, caso spero che pecchino di
disinformazione: è ingenuo parlare semplicemente di reddito,
tralasciando tutti gli altri fattori che, nel complesso,
determinano il maggiore o minore benessere della popolazione.
Ad esempio: qui da noi il reddito medio è aumentato
negli ultimi anni, ma è aumentato di gran lunga anche il costo della
vita. Risultato: siamo ricchi né più né meno di prima.
Per avere un'idea seppur molto vaga di quanto accade nei paesi
"poveri", ci basterà dare un'occhiatina a un atlante. La prima cosa
che salta agli occhi è che troppo spesso le grandi risorse naturali si
accompagnano a conflitti e a condizioni di vita peggiori per la
popolazione. Andiamo poi a sbirciare la crescita della ricchezza
effettiva procapite: scopriremo che da noi è cresciuta di un valore
impercettibile e in qualche paese d'Europa è addirittura calata. Anche
in diversi paesi africani è calata, non c'è dubbio, ma vi sono paesi
in cui è cresciuta perfino dell'8%, senza che ciò si sia tradotto
in beneficio diffuso alla popolazione locale, poiché quella ricchezza
si è fermata nelle mani dei pochi che, come troppo spesso accade,
hanno provveduto a "investirla" in armi o altre "belle cose".
Conclusione: il problema non è di ordine economico, bensì politico.
non si fa altro che rinvigorire l'attuale "organismo", che
reagendo coi suoi "anticorpi", ne uscirà "vaccinato".
Il movimento noglobal, in questo contesto, rappresenta
semplicemente l'ennesimo mattone che va ad aggiungersi all'odioso
"muro" costruito da quest'ottuso, folle, spietato sistema.
(continua...)
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