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"Sotto Accusa"

Un incipit in giallo e 5 diversi finali.

NOTE AL RACCONTO: questi che seguono sono i 5 “Soggetti Cinematografici Polizieschi” dal titolo “Sotto Accusa” con i quali Monia Di Biagio ha partecipato al Concorso “Giallo on-line”, indetto dalla regia della fiction televisiva “Distretto di polizia”. Si rende noto che i fatti narrati e le persone coinvolte nei 5 racconti, sono puramente casuali e di fantasia. Si fa partecipe altresì il lettore, del fatto che Monia Di Biagio è univoca Autrice di questi racconti, dei quali quindi detiene la piena paternità e che dopo la partecipazione al concorso, tutti i racconti gialli che seguiranno, e che sono stati inseriti in questa raccolta dall’autrice, sono stati completamente modificati e che i nomi dei protagonisti ed i luoghi dove si svolge la vicenda sono stati del tutto cambiati, per non incorrere in un plagio della fiction televisiva ancora in onda, su Canale 5.

SINOSSI: Un solo inizio uguale di racconto, per cinque finali gialli differenti, tra i quali c’è solo l’imbarazzo della scelta, per scoprire se quell’ accusa, fatta ad una poliziotta apparentemente integerrima, è infondata oppure no! E nel caso che lo sia, errata ed infondata, chi l’ha tratta in questo tranello e perché? Ognuno dei 5 finali risponderà dettagliatamente con indizi alla Sherlock Holmes, degni della “Signora in giallo”, a queste due domande!

INCIPIT: Giulia Samperi è una poliziotta del 5° distretto della Capitale. E’ un po’ di giorni che Giulia è continuamente disturbata da telefonate mute, messaggi in segreteria, squilli durante la notte. E' convinta che si tratti di nuovo di Marco, il suo ex che non si rassegna al fatto di esser stato lasciato e ogni tanto si rifà vivo tormentandola. Ma stavolta ha una sorpresa: l'ex fidanzato le fornisce delle prove certe di essere estraneo alle telefonate. Nel frattempo si accorge di essere seguita da uno sconosciuto. Deve per forza essere quello delle telefonate, pensa. Cerca di raggiungerlo ma il ragazzo fugge scomparendo. Giulia è esasperata perché la cosa si ripete ormai troppo spesso. Un giorno Simone, così si chiama il ragazzo che segue Giulia, si presenta in commissariato. Giulia non c’è ma lui si mette a parlare con due suoi colleghi Danilo e Fernando. Subito appare loro come un ragazzo molto innamorato ma immensamente e sinceramente preoccupato per Giulia. Racconta infatti di aver avuto in passato una relazione con lei e di esserne ancora innamorato, anche se da qualche tempo Giulia finge inspiegabilmente di non conoscerlo. Che voglia per sempre cancellarlo dalla sua vita? Continua difatti spiegando che secondo lui Giulia ha sicuramente dei problemi, e chiede agli agenti di aiutarlo a starle più vicino, perché lui la conosce bene e sa come prenderla. E' così convincente che Danilo e Fernando iniziano a preoccuparsi seriamente e decidono di parlarne a Giulia. Forse lei avrà bisogno di confidarsi con qualcuno. Ma al contrario la reazione di lei è tutt’altro che innocua, anzi è a dir poco esagerata, comincia a sbraitare in faccia ai colleghi attoniti che si tratta di un pazzo, un mitomane, <<Mi segue ovunque, se volete davvero aiutarmi dovete solo arrestarlo. Io non lo conosco capito! E mi stupisce come voi abbiate potuto credere a quel pazzo e non a me!>> Simone si rifà vivo e gli agenti hanno di nuovo uno scambio con lui, ma stavolta gli intimano di stare alla larga da Giulia. A questo punto la storia narrata da lui si fa sempre più convincente, fornisce dei dettagli incredibilmente verosimili sulla loro collega e la sua vita privata. Anche l’amico più caro di Giulia, Francesco Risco, un altro suo collega, un agente scelto come lei al 5° distretto, comincia a preoccuparsi per lei.

Perché effettivamente durante gli ultimi pattugliamenti insieme, l’ha trovata alquanto strana, e sconcertata da qualcosa che lei si rifiutava dal raccontare, reagendo sempre nello stesso modo permaloso, se qualcuno provava con lei ad affrontare l’argomento. I suoi colleghi così iniziano a nutrire dei veri dubbi nei suoi confronti, spiazzati dal suo scostante atteggiamento, un giorno sembra sempre la cara Giulia di un tempo altri giorni invece dà fuori di testa. Giulia si accorge di quei strani sguardi indagatori che è costretta a subire ogni mattina e questo la rende ancora più nervosa, facendo si che si chiuda sempre più. Intanto Simone continua a tormentarla a distanza, con telefonate, biglietti e regali di ogni tipo che sempre le giungono non solo a casa ma anche sul posto di lavoro.

-1° finale-

Accade poi che un giorno, durante una difficile operazione di polizia, Giulia si accorge che la sua fondina è spaccata a metà e si rende conto di aver perso la sua arma, e per questo viene sospesa dal lavoro. Dovrà restare a casa, disoccupata in attesa di chiarimenti. Nei giorni passati a casa, comincia a pensare che potrebbe averla rubata Simone. Così individua la sua abitazione e finalmente se lo trova davanti. Gli ordina di farla finita e di ridarle la sua pistola, ma il ragazzo nega di averla presa. Il giorno dopo Giulia ritrova la sua arma. Felice, torna al lavoro, ma qui ad attenderla c’è un'informativa della Scientifica: con quella pistola è stato commesso un omicidio. La vittima è… La vittima è Simone. Quel povero ragazzo ucciso a bruciapelo con un solo colpo alla tempia forse non era poi solo un mitomane e forse aveva qualcosa di veramente importante da confessare a Giulia, che però non aveva mai voluto ascoltarlo fino in fondo dicendogli solo di lasciarla perdere con quelle strane fantasie su lei e Marco, suo ex. Nei giorni passati a casa, questa volta non perché esonerata ma perché implicata in un omicidio e quindi agli arresti domiciliari in attesa di giudizio Giulia, comincia a pensare che la sua pistola potrebbe averla rubata veramente Simone per suicidarsi e metterla nei guai per vendicarsi di non essersi lasciata andare alle sue strane ed ossessive avances. Ma al momento del ritrovamento, sul luogo del delitto, l’arma no c’era, Giulia infatti l’aveva già ritrovata, evidentemente scivolata sotto il sedile della sua macchina. Inoltre il cadavere non aveva i guanti e se si fosse sparato avrebbe dovuto lasciare le sue impronte sull’arma e risultare positivo al guanto di paraffina, ma entrambe le ipotesi non si erano verificate: niente polvere da sparo sulle dita, nessun impronta sul calcio della pistola, se non quelle di Giulia. Doveva esserci qualcun altro con lui la sera dell’omicidio, ma chi? Di certo la stessa persona che il giorno della difficile operazione di polizia, durante la quale Giulia perde la sua arma, si trovava lì sul posto ed ad operazione conclusa aveva subito approfittato di appropriarsi dell’arma, che giaceva a terra incustodita. Chi poteva essere costui? Partendo da questo presupposto Giulia, espertissima della navigazione in rete, visti i suoi trascorsi poco compatibili con la legge che rappresentava ora da Hacker, inizia a fare da casa le sue personali indagini via Internet. E scopre così, che dopo una retata di polizia di due anni prima nel covo di una bisca clandestina tra gli arrestati risultano i nomi di Marco Mantovani, suo ex, e quello di Simone Lambriate, che per 48 ore erano stati compagni di cella, poi rilasciati entrambi per insufficienza di prove a loro carico. Quale segreto univa Simone a Marco? Giulia doveva scoprirlo, prima che terminassero i giorni di fermo e che gli arresti domiciliari si trasformassero in carcere a vita perché condannata come unica responsabile dell’omicidio di Simone. Comincia così a mettere insieme i pezzi e ricorda che il giorno dopo che era andata a casa di Simone, ritrova la sua pistola sotto il sedile della sua autovettura personale. Chi l’aveva messa lì dopo averci ucciso Simone? La decisione è presa si veste di tutto punto chiama Francesco Risco sul suo cellulare chiedendogli un favore personale deve uscire alcune ore da casa e per farlo deve essere accompagnata da un agente scelto -Ti prego Francesco…fidati di me, questo è l’ultimo favore che ti chiedo!- Francesco decide di fidarsi ancora della sua collega che di certo non poteva aver commesso quell’atroce omicidio, ma prende le dovute precauzioni giunto a casa di lei le fa indossare un ciondolo con una microspia, e le vieta di portare con lei qualsiasi tipo di arma se non le manette che lui gli presta, ovunque lei voglia andare lui ascolterà tutto e non la lascerà un momento appostato sotto casa di....Marco!Era infatti lì che Giulia voleva andare! Giunti a casa del suo ex, Giulia sale ed entra nella tana del lupo, lui appena la vede scoppia a piangere: -Amore mio…- Lei lo abbraccia e gli sussurra ad un orecchio: -Questi giorni di solitudine mi hanno fatto capire quanto avessi ancora bisogno di te…Ti prego torniamo insieme....- Lui la bacia intensamente, lei lo lascia fare, ma il volto di lui improvvisamente si oscura: -Io non posso stare più con te, tu sei una poliziotta, e i poliziotti hanno rovinato la mia infanzia portandomi via mia madre, io vi odio tutti!- Lei prende dolcemente le sue mani -no, Marco…ti sbagli io non sono più una poliziotta, hanno fatto del male anche a me lo sai, mi tengono chiusa in casa ed io credo di impazzire- Marco sembra credere a quelle sentite e sincere parole, ormai lei è di nuovo sua solo sua perché ha finalmente capito che quel mondo non faceva per lei. Sollevato da questi dolci pensieri, subito le comincia, istintivamente, a raccontare il come sarà il loro nuovo futuro insieme -Ma la nostra vita cambierà amor mio, io e te abbiamo un segreto, un segreto che vale 600.000€, ah, ah, ah- una risata isterica -non mi dire che no li hai mai visti, eppure li hai avuti sempre lì sotto il tuo naso, la tua camera, la nostra camera, conta con me: 3 mattonelle dalla porta, poi 5 a destra, sposti il cassettone, rimuovi quattro mattonelle “et voilà”, lo scrigno dei desideri....una vita di viaggi ci attende, non ci prenderanno mai.... Cambieremo nome, città, colore dei capelli ogni volta che lo vorremo, ci circonderemo solo di cose belle e costose....E pensare che quello scemo di Simone stava per rovinare tutto, ma l’ho sistemato.... Sai due anni fa quando siamo stati scagionati, questa è una lunga storia che poi ti racconterò, quel pupazzo senza fegato mi disse contento “fortuna che noi siamo due pesci piccoli, loro puntano più in alto!” Mi offese terribilmente con queste parole, forse lui era un pesce piccolo, non certo io che avevo un mucchio di quattrini al sicuro a casa di una bella poliziotta! Lo so ho sbagliato non avrei dovuto raccontargli questa storia, lui ha iniziato a ricattarmi se non gli avessi dato la metà del bottino ti avrebbe raccontato tutto, perchè in questi due anni non ha fatto altro che cercare di scoprire chi fosse la bella poliziotta...Ma ormai lui non è più un ostacolo per noi! Ah, mi spiace aver utilizzato la tua pistola ma nel caso in cui tu non fossi tornata da me quei soldi li avrei goduti solo io…ah, ah, ah....- Giulia lo ringrazia della buona notizia che cambierà loro l’esistenza, fingendosi ancora di più sua complice fa per abbracciarlo, invece gli afferra un braccio e glielo piega sulla schiena, poi lo ammanetta e grida -Francy intervieni l’ho preso, sono libera, ce l’ho fatta!- Il giorno dopo al commissariato a Giulia l’attende una graditissima sorpresa: sulla sua scrivania il suo distintivo ed infiocchettata un’arma d'ordinanza nuova nuova!

-2° finale-

La vittima è sempre Simone, ma….
Ucciso a bruciapelo con un solo colpo alla tempia. La pistola di Giulia viene ritrovata stretta nella mano destra del cadavere, ed è proprio lei a ritrovarla – Ma questa è mia!- Adesso capiva perché dopo giorni passati in casa perché sospesa dal servizio, l’avevano contattata per partecipare a questa indagine, volevano semplicemente metterla davanti al fatto compiuto, farle ritrovare la sua pistola dove lei stessa l’aveva lasciata la sera prima ovvero tra le mani del cadavere. Continuava a gridare – non sono stata io, io Simone l’ho incontrato ieri nel pomeriggio ed era ancora vivo!- La stavano portando via, le sue parole non facevano che peggiorare la sua posizione anche perché la dinamica dell’omicidio ormai era chiara in quanto sull’impugnatura le sole impronte di lei e di lui. Nei giorni trascorsi in casa agli arresti domiciliari Giulia inizia a pensare ad ipotesi più o meno realistiche perché forse Simone non era solo un mitomane e forse aveva qualcosa di veramente importante da confessare a Giulia. E se avesse veramente rubato lui la pistola di Valeria per suicidarsi e metterla così nei guai per vendicarsi del suo rifiuto amoroso? Forse c’erano le impronte di lui perché si trattava di un suicidio? No. La scientifica proclamò omicidio! Infatti il guanto di paraffina, sulla mano del morto risultò negativo ed inoltre l’autopsia aveva confermato che non poteva trattarsi di suicidio, infatti la dinamica balistica dimostrava che lo sparo era stato esploso da una distanza di circa 2 metri. Giulia ora è veramente nei guai, è lei l’unica ad essere sospettata ed in attesa di giudizio, viene esonerata dal servizio e sorvegliata in casa. Allora chi aveva sparato a Simone con la sua pistola? Giulia inizia a fare le sue personali indagini via Internet e scopre, che dopo una retata di polizia nel covo di una banda di abili truffatori, per il riciclaggio di denaro sporco, tra gli arrestati risultano i nomi di Marco Mantovani, suo ex, e quello di Simone Lambriate, che per 48 ore avevano condiviso la stessa cella prima di essere scagionati entrambi per insufficienza di prove. Quale segreto univa Simone a Marco? Giulia doveva scoprirlo, subito, prima che terminassero i giorni di fermo e venisse condannata come unica responsabile dell’omicidio di Simone. Doveva assolutamente avvertire un collega della sua scoperta -Ciao Francesco sono io, ci sono novità, senti qui cosa ho scoperto…Ti prego fidati di me questo è l’ultimo favore che ti chiedo: devi contattare Marco e farti dire tutto del suo legame con Simone!- Francesco decide di aiutare Giulia, prima però mette al corrente della novità scoperta Danilo e Fernando, il primo Ispettore l’altro Ispettore capo, i tre sono d’accordo in fretta svicolano dal commissariato e si dirigono all’appartamento di Marco: se lui sa qualcosa glielo tireranno fuori. Giunti sul posto però, una sgradita sorpresa li attende, ai piedi del palazzo un’ autoambulanza e dei vigili del fuoco, dalla finestra del terzo piano esce un fumo nero intenso, chiedono ai condomini che spaventati fanno comunella sul marciapiede –Polizia, cosa è successo?- -Il gas, la cucina è esplosa…E lui è lì, povero…Speriamo che lo salvino…- -Fernando eccolo, è ancora vivo, dove lo portate?- -Gemelli- L’ambulanza parte con le sirene spiegate. Brutte notizie per Giulia, Marco è in rianimazione. Si sarà trattato solo di un incidente casalingo? Francesco, Danilo e Fernando non ci vedono chiaro, riprendono in mano i risultati dell’autopsia: Simone ha solo un rene, a chi ha donato l’altro? Tornano al Commissariato e chiedono a Valerio, l’addetto alle indagini informatiche, mostro dei click portati a segno, di scovare nella rete la cartella clinica di quel trapianto, Simone ha un fratello gemello, Giovanni è lui che ha ricevuto il suo rene. Giovanni è schedato, piccoli furtarelli, e la dicitura tossicodipendente. Bisogna trovarlo. Inizia per i poliziotti il Tour dei ritrovi dei tossici della città. Intanto a Giulia sola in casa giunge imprevisto un messaggio nascosto tra le pagine del quotidiano, consegnatole dall’agente di Guardia -Verrò presto a trovare anche te…io conosco il tuo segreto puttanella!- -Agente, chiami subito al Distretto…riferisca che mi è appena arrivato questo messaggio anonimo!- Intanto è il momento del cambio della guardia, davanti la sua porta: -Giulia Samperi, sono l’Agente Giovanni Fabi, di servizio fino alle 23- Poco dopo, suonano alla porta di Giulia:-scusi agente Samperi, so che sono in servizio ma avrei bisogno di bere un po’ d’acqua- -Sei nuovo del mestiere è….dai entra!- Giulia lo precede, lui l’afferra per il collo, con un calcio chiude la porta dietro di sé -Te lo avevo detto che sarei venuto, puttanella.. allora dov’è?- -non so cosa cerchi, chi sei che vuoi da me?- -Oh, oh, quante cose vogliamo sapere…il tuo amichetto Marco, ha raccontato al mio povero fratellino, che qui nascosta a casa tua c’è una bella chiavetta, che apre una cassettina, dentro la quale ci sono tanti bei soldoni….povero angelo non dirmi che tu non ne sai niente…Allora ti aiuto dimmi dov’è il quadro con la donna blu di Matisse!- -In camera mia, ma di che soldi parli?- -Zitta! Adesso per evitare che tu combini guai ti lego a questa seggiola…e smettila di agitarti….buona….Oh vedi è stato facile- -Bastardo….Cosa vuoi da me?- -Uff….sei ripetitiva….tappiamo anche la boccuccia di rosa và….Lo sai cosa voglio, te l’ho detto, magari poi oltre la chiavetta ti chiederò anche qualcos’altro…Dopo!- Intanto al commissariato -Anche per oggi nulla di fatto, dobbiamo riuscire a scagionare Giulia, caschi il mondo dobbiamo farcela- Disse convinto Francesco agli altri due quando furono appena rientrati dal droga tour -A proposito di Giulia– esordisce il vice sovrintendente Mei, di servizio alla portineria del distretto –Vi ha cercato, forse è meglio che andate da lei, parlava di un messaggio anonimo- Danilo, Fernando e Luca ripartono di corsa, cosa sarà accaduto? Sono sotto il palazzo di Giulia stanno per suonare quando si accorgono che il portone è aperto, la luce dello scantinato è accesa e la porta socchiusa, la aprono c’è un uomo seminudo ed esanime a terra –Respira ancora, chiamate un ambulanza!- Danilo e Fernando estraggono le pistole e salgono quatti le scale. Sono davanti la porta di Giulia, nessun agente di guardia, delicati manomettono la serratura e silenziosi entrano. Ora la vedono è legata ed imbavagliata ad una sedia davanti a lei uno in uniforme, le parla -Eccola bambolina, la chiave dei desideri, se l’avesse avuta mio fratello, beh…quello era un cialtrone si sarebbe fatto beccare subito con le mani nel sacco, e per quanto riguarda il tuo fidanzatino, beh, lui è stato un po’ troppo chiacchierone, mai svelare certi segretucci, ma ho sistemato anche lui, gli ho fatto vivere un momento esplosivo, adesso vado signorina, scusa se non mi trattengo ma la ricchezza mi attende!- L’assassino sta per andarsene, un ultimo inchino verso la generosa damigella, è il momento di agire: Danilo gli salta addosso da dietro, lo disarma –Errore, la prigione ti attende!- Giulia è salva. Il giorno dopo al commissariato a Giulia l’attende una graditissima sorpresa: sulla sua scrivania il suo distintivo ed infiocchettata un arma d'ordinanza nuova-nuova, dietro di lei un gruppetto di colleghi festanti!

-3° finale-

La vittima è Luca, il compagno di Francesco. In pochi conoscono la reale sessualità dell’agente scelto Francesco Risco. Tra i colleghi che egli sia effettivamente un omosessuale lo sa solo Giulia sua migliore amica. Ma come è stato ucciso Luca? Un colpo al petto, è stato ucciso con l'arma d'ordinanza di Giulia. Luca saputa la notizia proprio dai colleghi del distretto è sconvolto, piange isterico, afferra Giulia per il collo -perché mi hai fatto questo....- urla delirante, - Eccola la tua pistola sei contenta di averla ritrovata? Peccato che questa andrà alla scientifica, spero ci siano le impronte dell’assassino, e che quello non sia tu! Giulia perché…- Danilo libera Giulia dalla stretta soffocante di Francesco. Dopo poche ore, è tempo che Giulia venga nuovamente esonerata dal lavoro, tutti gli indizi portano a lei, sull'arma solo le sue impronte! Per di più era un po’ di tempo che Giulia sembrava sempre più interessata ed attenta alla vicinanza di Francesco sul lavoro e non solo, tanto da dirgli in tono ironico, varie volte -Non ti sei annoiato di mangiare Sushi? perché qualche volta non vieni anche a cena da me? Solo io, te e la cucina mediterranea!- Francesco inizia fermamente a credere che poteva trattarsi di un delitto passionale: Giulia voleva liberare Francesco della presenza, secondo lei innaturale, di Luca, ed allo stesso tempo Luca poteva aver iniziato ad odiare Giulia perché stava cercando di mettere a repentaglio la sua storia con Francesco. Era una soluzione facile, banale, ma non c’erano altri indizi che potessero contrastarla. Ad ogni modo l'agente scelto Risco non vuole prendersi dei giorni di riposo, ma seppur troppo coinvolto nell'amara vicenda, vuole partecipare alle indagini. Danilo e Fernando, per ordine del Commissario Salvati del 5° distretto e sotto indicazione dell’esperto Valerio, l’addetto alle indagini informatiche, iniziano ad indagare sulle strane telefonate che Valeria ora sorvegliata a vista in casa sua ed in attesa di giudizio, riceveva ripetutamente ogni notte. Tutte le telefonate effettuate tra le 0re 24 e le 2.00 provengono dal “Sushi Bar”, il locale di Luca. Forse lei lo aveva scoperto prima di loro dai tabulati telefonici, decide di incontrare Luca per delle spiegazioni sul suo comportamento ossessivo, ma nell'animazione della discussione parte un colpo che ferisce mortalmente Luca al petto. Giulia sconvolta per il repentino susseguirsi dei fatti lascia cadere la pistola che resta e viene ritrovata al “Sushi Bar”, accanto al cadavere. Non ci sono più dubbi tutto conferma che è stata lei. Giulia, su ordine del Commissario Salvati, amaramente viene prelevata da casa proprio da Danilo e Fernando, che increduli e più sconvolti di lei la conducono in carcere senza fare un fiato, la loro gola era secca e la loro mente completamente annebbiata dal riuscire a proferire verbo. Soltanto Giulia, con la voce rotta in gola, da dietro le sbarre riesce solo a dire -Vi prego credetemi non sono stata io!- Tornati al distretto trovano una situazione di scompiglio generale tutti i colleghi ed il commissario Salvati sono attoniti intorno ad una strana scatola anonima giunta inaspettata sulla ex scrivania di Giulia, dentro c'è una bambola che continua a ripetere con vocetta stridula -come farò ora senza di te?- Solo un indizio sul braccino della bambola un tatuaggio fatto con una penna a forma di cuore con le iniziali M. G. Chi è M? L'unico mitomane che finora aveva ossessionato con strani regali del genere era Simone, ricordavano tutti ancora bene quando giorni addietro lui le recapitò sempre in ufficio una Barbie vestita da poliziotta con allegato un bigliettino che diceva- tu 6 più bella! Simone- Dovevano vederci chiaro, Simone era stato, preventivamente schedato da loro, più che altro per mettergli paura e dissuaderlo dal mantenere questo atteggiamento tormentoso nei confronti di Giulia, ma a tutti loro era sfuggito che il vero nome di Simone era Maria Simone Lanzetti. Subito si fecero dare un mandato di perquisizione dal Procuratore distrettuale: Commissario Salvati, Danilo, Fernando e Francesco dopo pochi minuti erano già sotto casa di Simone. Buttarono giù la porta a casa non c'era nessuno, ma la sorpresa fu grande, un'intera parete della camera da letto era ricoperta di foto di Francesco scattate di nascosto, mentre lui era in servizio: di pattuglia, sulla volante, mentre entrava o usciva dal Distretto. Sull'altra parete, due sole foto attaccate al muro con delle freccette:quella di Giulia e di Luca. In quel momento stava rientrando a casa Simone che era andato a fare Jogging, ignaro di quello che stava succedendo a casa sua e che era stato ormai scoperto, quando vide la porta aperta si precipitò per le scale per fuggire al suo destino, ma Francesco se ne accorse, perché aveva udito nel silenzio generale dei passi sull’uscio. Ebbe inizio un inseguimento senza fiato in mezzo al traffico romano, finché Simone venne bloccato perché erroneamente aveva imboccato un vicolo cieco, Francesco ebbe l'onore di ammanettarlo -Ma chi sei tu?- -Francesco io ti amo da quando ti ho visto per la prima volta al Sushi, accanto a quell'uomo triste che era Luca e che non ti meritava. Tu mi sei entrato nel cervello, troppi ostacoli però tra di noi. Il destino però ci voleva insieme, tanto che il giorno che seguii Giulia per confessarle che ero innamorato di te, lei coinvolta nella sparatoria della Banca, nella foga persa la sua arma che raccolsi io. Lì sul momento nacque il mio nuovo piano: dovevo screditare lei, far credere che fosse perseguitata da Luca, ma prima dovevo fare in modo che tutti pensassero che io mi fossi innamorato di lei, da qui i regali, che ogni giorno le facevo recapitare a casa ed in ufficio. Per quanto riguarda le telefonate invece, non fu difficile farmi prestare ogni sera il telefono del Sushi per chiamarla in fin dei conti ero un cliente fisso... così io sarei stato l'innamorato e lui quello ossessionato dalla gelosia, di lei sempre vicino a te. Chi avrebbe potuto arrivare a me? Io ero solo il povero ragazzo di turno innamorato di una poliziotta crudele e meschina. Sai Luca si stava per innamorare di me, perché io c'ero sempre invece tu preso solo dal tuo lavoro lì con lui non c'eri mai, sempre con Giulia, solo con Giulia, sai quante volte ho visto piangere Luca per questo? Con me sarebbe stato tutto diverso, noi non avremmo avuto ostacoli. Quella sera rimasi con lui fino ad orario di chiusura, lui ti aspettava, gli dissi che forse tu non saresti passato, perché il giorno stesso eravate stati coinvolti in una difficile operazione, io avevo con me l'arma di Giulia. Una distrazione di Luca e quando anche l'ultimo cliente se ne fu andato, l'ho colpito senza pensarci due volte....Dovevo farlo capisci per noi....Lasciai l'arma in bella mostra chiusi io il locale e me ne andai....Ho fatto tutto questo per te....Lo capisci?- -Io capisco solo che ora tu avrai quello che meriti! Portatelo via, pensateci voi a lui, io devo fare una cosa importante....- Al parlatorio del carcere Francesco con le lacrime agli occhi, dietro un vetro Valeria, le loro mani unite ma separate da quella liscia superficie: -Perdonami....collega! Andiamo ti porto via di qui! Al 5° ci aspettano!-

-4° finale-

Un giorno, durante una difficile operazione di polizia, Giulia si rende conto di aver perso la sua arma, e per questo viene sospesa. Nei giorni passati a casa, comincia a pensare che potrebbe averla rubata Simone. Così individua la sua abitazione e va da lui. Gli ordina di farla finita e di ridarle la sua pistola, ma il ragazzo nega di averla presa. Il giorno dopo Giulia ritrova la sua arma. Si era trattato solo di uno stupido equivoco la pistola era a casa di Francesco suo migliore amico e suo collega. Felice, torna al lavoro, la prima persona che incontra è proprio Francesco, -Ah, ciao Francesco grazie per avermi chiamato ieri sera dicendomi che la mia pistola era a casa tua! Dov’è ce l’hai qui, me l’hai riportata?- Francesco però è cadaverico in volto, con voce tremolante la guarda fissa negli occhi e le dice che è arrivata un'informativa della Scientifica: con quella pistola è stato commesso un omicidio. La vittima è – Mio padre!- Francesco scoppia a piangere, Laura l’abbraccia e lo accompagna nell’altra stanza. Tutti gli altri che fino ad allora erano stati solo degli spettatori silenziosi si stringono intorno a Giulia, in preda al panico, -Dovrai stare qualche giorno sotto custodia in casa- le disse il commissario Salvati –Non ci capisco più niente cosa sta succedendo?- Chiese Giulia attonita e sconvolta dall’inverosimile notizia -Sull’arma ci sono solo le tue impronte Giulia, sei indiziata per omicidio premeditato- replicò l’ispettore capo Fernando Pavani. Giulia disperata cadde a terra in ginocchio, ciondolante, le mani tra i capelli, la voce rotta dal pianto -Non sono stata io…non sono stata io…- -Giulia, non mollà mo’- -Si Giulia, come dice Danilo, noi siamo con voi, te e Francesco, e ti prometto che scopriremo chi vi sta facendo tutto questo male! Noi crediamo nella tua innocenza e la proveremo, riscattando così anche la morte del padre di Francesco, che ora è normale ce l’abbia con te, è confuso, in fin dei conti per ora le prove a disposizione sembrano certe, dicono che la colpevole sei tu, ma noi proveremo il contrario! Paolo puoi accompagnarla tu a casa sua? Mi raccomando lascia un agente di guardia!- Così concluse il Commissario Salvati, mentre cominciava a dare altre disposizioni per cominciare a lavorare sulla possibilità di scagionare di fatto la collega Giulia:- Valerio cercami sui terminal di Roma Fiumicino quando è arrivato il padre di Francesco a Roma e quando è partito da Milano, e vedimi se aveva con se un cellulare e a chi o da chi è stato chiamato; Danilo e Fernando voi iniziate a scoprire tutti gli spostamenti che il padre di Francesco ha fatto appena è arrivato a Roma, se ha preso un taxi, dove lo ha accompagnato, dove avrebbe soggiornato, prima che fosse trovato morto sempre all’aeroporto! Su ragazzi non c’è tempo da perdere!- Il giorno successivo ci furono i funerali del Dott. Risco, padre di Francesco, pochi i presenti, la moglie, Francesco sostenuto alle spalle da Luca, il 5° Distretto al completo, e poco più distante…Sì, poggiato ad un albero c’era Simone, Danilo lo vide –Spetta mpo’- sussurrò ad un orecchio a Fernando assorto nelle parole del parroco che rendeva l’estremo saluto al feretro. Ma quando stava per raggiungerlo, Simone con passo veloce provò a dileguarsi. –Spetta ‘ndo vai Simò….mica ce devi ave’ paura….famo du' chiacchiere no….che ce fai qui?- Simone era un ragazzo estremamente timido e suscettibile con evidenti problemi anche di linguaggio: –io….io….vo….vole….vo ve….vedere….Gi….Giuli….a!- -Eh, ma Giulia non c’è, adesso la devi lasciare stare a Giulia capito….Su va a casa che non è il momento!- -si.…ma.…ma io….adesso devo stare co….n….lei….- -Ahhh, arifacce….su Simo’ va a casa!- Terminata la Funzione Francesco e Luca tornarono a casa, mentre per il resto del distretto era tempo di mettersi al lavoro, per fare giustizia per Francesco e scagionare Giulia. –Dai Francesco non fare così, tirati un po’ su, fallo per me è…dai vado a prenderti qualcosa da bere- Luca si alzò ed andò in cucina, anche Francesco si alzò dalla sedia, ma con un movimento inconsulto subito si rimise a sedere sulla poltrona. Aveva calpestato qualcosa con il fianco, un telefonino ancora acceso dal quale stava per essere inviato un messaggio –Devo parlarti!- Quel messaggio sarebbe stato inviato a lui, invece giaceva ancora sul display del telefonino, come se qualcuno non avesse avuto sufficiente tempo di inviarlo perché preso a fare improvvisamente qualcos’altro! Ma di chi era quel telefono? Non di Luca, quello di Luca Francesco lo conosceva bene glielo aveva regalato lui per il compleanno, eppure quel telefono lo aveva già visto… Provò a fare un numero a caso dal suo per farlo squillare, l’altro telefono squillò: era proprio quello di suo padre! -Aranciata o Pompelmo?- -Che ci fa qui il telefono di mio padre?- -Ah si…a volte le coincidenze…E’ passato l’altra sera, non te l’ho detto?- -No.- -Sì, ti cercava ma quando ha visto che in casa c’ero solo io se ne è andato subito- -Subito, dici? Solo dopo essersi messo seduto qui però?- -Sì, si è seduto è vero…che vuoi che ti dica Francesco…Si è fermato giusto il tempo per farmi la solita ramanzina: che ti dovevo lasciare libero!- -Devo andare!- -Ma Francesco…aspetta dove va…- la porta era già chiusa. Francesco era tornato al distretto: -E tu che ci fai qui?- -Mi servono tutti gli effetti personali ritrovati indosso a mio padre la sera che è stato ucciso! Sono questi? Ah…lo sapevo eccolo!- -Cosa hai trovato?- domandò Fernando –lo scontrino fiscale del “Sushi bar”, dunque vediamo…la data è esatta il giorno dell’omicidio, rilasciato alle ore 23.30, l’autopsia ha confermato che è stato ucciso alle 24 circa…Danilo quanto ci vorrà di tempo dal Sushi ad arrivare all’aeroporto di Fiumicino dove mio padre è stato trovato morto?- -Ma a corre….de sera….na quarantina de minuti!- -Pensi che tuo padre sia stato ucciso al Sushi?- -Andiamo!- -Eccolo ce l’ho, il mandato di perquisizione, Salvati ci ha appena dato l’ok per intervanire- Nel retro del locale erano evidenti i segni di una recente colluttazione: un foro su una cassa di Whisky, e poco più avanti una chiazza di sangue ripulita alla meglio. Ora Luca era tra gli indiziati, nel suo locale era stato evidentemente un reato, forse un omicidio, forse proprio l’omicidio del padre di Francesco…-Fate analizzare questo sangue! E al più presto fateci sapere se corrisponde a quello della vittima!- Non ci fu bisogno della risposta della scientifica perché Luca prelevato da casa sua ed interrogato dal Commissario Salvati ammise tutto e subito, certo con estrema vergogna ed intimorito per la presenza di Francesco nella stanza, che a sua volta non fosse stato un uomo di legge e fino ad allora innamorato di quell’individuo lo avrebbe ucciso con le sue stesse mani: -E’ vero, come dite voi! La pistola l’ho trovata in casa di Francesco, sapevo che non era la sua, perché la sua lo avevo visto io riporla nella fondina la mattina, a casa di Francesco ce l’ho riportata io, subito dopo averla usata e l’ho rimessa dove Giulia l’aveva dimenticata…Ma tuo Padre non l’ho ucciso io…è stato Simone…. Quell’uomo mi odiava, anche quel giorno quando è venuto a casa era per convincermi a lasciarti stare, avrebbe pagato tutte le rate rimanenti del mutuo del locale se io ti avessi lasciato facendoti credere che mi ero innamorato di un altro…ci voleva dividere, lo capisci…- Francesco infuriato si voltò verso il muro, poggiandovi i pugni e la faccia. -Portatelo via!- disse Salvati, poi aggiunse -Francesco mi spiace-. Intanto Danilo e Fernando non ci misero poi molto a trovare Simone, visto che lui era proprio lì sotto il Distretto ad attendere con un mazzo di fiori in mano Giulia: -E’ a….r….rivata….G….Giuli….a, la p….poss….o ve....vede….re?- Promettendogli che lo avrebbero portato da lei, lo portarono invece alla presenza del Commissario Salvati. –Questo signore è un amico di Giulia, se gli racconti cosa è successo l’altro giorno in quel magazzino lui ti accompagnerà da lei!- Convinto dalle parole di Fernando, del quale sembrava fidarsi, iniziò a raccontare –L…ui era lì die..tro a me e diceva….se spa….ri ti faccio….fidan….za….re co….n G.…Giuli….a. P….poi di….cev….a G….Giu….lia è mia a….mica sai? Ma io pri….ma ho rotto le bo….ttiglie hi,hi,hi. A….llora lui mi ha preso la ma….no e mi ha detto no....n te la meriti G.…Giuli….a, in.…ve....ce sì, io….io me la me....rito e ta....n….to, po....i, ma io no....n giela ho da....ta la pistola, è parti....to un colpo.…e que….l signore è ca….du….to, boom e lui è ca....du.…to, hi, hi, hi! Adesso po....sso vede….re Gi….Giuli.…a?- -Si viè Simò ti portiamo da lei, tranquillo!- Il povero Simone finì in un manicomio criminale, mentre Luca ebbe 30 per omicidio preterintenzionale e 5 per coinvolgimento di incapace di intendere e volere. Giulia, 2 giorni dopo tornò in servizio, prosciolta da ogni accusa a suo carico ed al distretto fu affettuosamente accolta da tutti, ma la prima cosa che fece fu di abbracciare Luca, insieme piansero l’uno sulla spalla dell’altro, poi insieme terminata la nuova giornata di lavoro, si recarono sulla tomba del padre di lui.

-5° ed ultimo finale-

La vittima è un impiegato dell’anagrafe della 4° Circoscrizione di Roma, trovato morto sul posto di lavoro. Ma perché proprio un impiegato dell’anagrafe, con una vita privata regolarissima, e soprattutto perché ad ucciderlo è stata l’agente scelto Giulia Samperi? Ma Giulia questo non lo sapeva ancora, infatti stava per tornare sul posto di lavoro dopo 5 giorni di esonero, perché la sua pistola era stata finalmente ritrovata, infatti quella stessa mattina dell’omicidio, venne contattata dal Distretto di Polizia per recarsi insieme a Francesco alla Banca dove 5 giorni prima, appunto, si era svolta la rapina con tanto di sparatoria, ferimento di un bandito e arresto degli altri tre malviventi, quando cioè le era veramente scivolata la pistola dalla fondina, poi accortasi che era spaccata sul fondo, ed ora quella stessa pistola era tra le mani di un noto senza casa, Michele Renzi, che tutti i giorni si appostava davanti alla banca per chiedere l’elemosina. Arrivati sul posto, Giulia e Francesco fanno subito le prime domande all’homeless, lui conferma di aver trovato la pistola a terra il giorno della rapina e di averla tenuta tutto quel tempo per difendersi se qualcuno avesse cercato di fargli del male di notte. Questo racconto venne intervallato da parecchi colpi di tosse –Lei ha bisogno di un medico- disse Giulia –No per carità, io in ospedale non ci voglio più tornare…dormire su un letto non mi piace proprio!- -Ah, perché lei è stato in ospedale di recente?- chiese Francesco –Sì. Ben 4 giorni al S. Camillo. Un posto dove ti tolgono ogni libertà, 4 giorni di insonnia, appena tornato qui per strada ho ricominciato a dormire la notte!- Intanto le prime indagini sul luogo del delitto portarono alla luce che il volume delle nascite del 1972 era mal riposto, invece di trovarsi prima del 1973 era tra il 1974 e il 1975. Il volume venne subito controllato, mancava una pagina di recente strappata, confermò poi la Scientifica, quando analizzò il volume per controllare se ci fossero state lasciate delle impronte digitali dell’assassino. Cosa c’era scritto in quella pagina? Intanto Giulia e Francesco erano tornati al distretto ma lì ad attenderli c’era una brutta sorpresa, Giulia si sarebbe aspettata abbracci di bentornata, parole di conforto per aver finalmente ritrovato la sua pistola e felicitazione perché avrebbe ripreso una vita “normale”, invece ad attenderla c’era una missiva della Procura che la indiziava come assassina dell’impiegato Mario Monti. Come si era arrivati a Giulia? Semplice perché vicino al cadavere era stata ritrovata una medaglietta con inciso il suo nome Giulia Samperi. La sua pistola, appena ritrovata doveva essere consegnata agli inquirenti, per il confronto balistico del proiettile nel corpo della vittima e la pistola che lo aveva sparato. La risposta giunse repentina a sparare era stata proprio la pistola di Giulia, venne arrestata e scioccata ed incredula portata al carcere femminile di Rebibbia. Anche al distretto erano tutti sconcertati degli ultimi incredibili avvenimenti, bisognava mettersi subito al lavoro. Le indagini proseguivano a ritmo serrato su tre fronti: la scientifica appurò che sul volume anagrafico c’erano altre impronte oltre quelle dell’impiegato, di chi erano? Francesco controllò subito la versione dell’homeless, aiutato da Valerio il tecnico specializzato di ricerche sulla rete, la storia che aveva raccontato non era vera bisognava riascoltarlo, perché lui proprio il giorno della rapina si trovava al S. Camillo ricoverato. Poi bisognava assolutamente scoprire cosa c’era scritto in quella pagina mancante, chissà forse alcuni annali erano stati registrati su dischi magnetici, bisognava tornare alla 4° Circoscrizione! L’homeless interrogato dal Commissari Salvati, per paura della prigione e quindi un nuovo tetto sulla sua testa non ci mise niente a confermare che quella pistola gliela aveva data in custodia il giorno prima un uomo tutto imbacuccato, che elargendogli una bella somma di denaro gli aveva anche suggerito come raccontare la storia, ma lui quell’uomo non avrebbe saputo descriverlo a Laura per l’identikit, restava comunque la conferma di un uomo che aveva avuto la pistola di Giulia e forse ci aveva commesso anche quell’omicidio. Intanto Danilo e Fernando scoprirono che i dati fino al 1980 erano stati tutti salvati elettronicamente, fortuna spacciata, ma questo l’assassino evidentemente molto inesperto non poteva saperlo. Ebbene una incredibile verità si nascondeva proprio in quella pagina mancante: Giulia Samperi, Simone Samperi ora Lambriate, e Marco Samperi ora Salici erano tutti nati nel 1972 ed erano fratelli, divisi alla nascita! Simone e Giulia erano Gemelli, ma non identici nati nel gennaio 1972, mentre Marco che per un breve periodo in passato fu anche suo ex, nacque nel Novembre 1972, già a dicembre però quindi a fine anno furono registrati con altri nomi all’anagrafe perché i due maschietti vennero dati in affidamento forse per impossibilità economiche di crescerne tre, dei genitori. Simone e Marco vennero subito prelevati, dalle loro case e portati in commissariato per un interrogatorio incrociato, mentre Laura e Francesco si diressero al carcere per raccontare con estremo tatto a Giulia la nuova sconcertante verità. Lei infatti non aveva mai saputo di avere dei fratelli, ma di essere figlia unica, e tanto meno che quei fratelli fossero Marco, suo ex e Simone che ora la perseguitava senza apparente motivo, era abominevole come dirglielo? Intanto Marco davanti a Salvati confessò l’omicidio, perché: -quell’impiegatuccio era l’unico detentore rimasto della verità!- Mentre Simone interrogato da Fernando e Danilo disse che a sparare era stato Marco, mentre lui strappava la pagina e riponeva il volume, le impronte infatti venne poi confermato fossero le sue, fu inoltre Marco a cercarlo anni prima, raccontandogli quella strana storia e dicendogli che dovevano ritrovare loro sorella. In realtà Marco aveva architettato tutto questo per vendicarsi di Giulia che era stata l’unica dei tre ad essere cresciuta dai veri genitori e non aveva mai conosciuto la vita del collegio. Come faceva Marco a conoscere i nomi dei fratelli perduti? Perché dal momento della nascita aveva da sempre con sé tre medagliette con su inciso: Simone Samperi, Marco Samperi e Giulia Samperi, quella lasciata di proposito sul luogo del delitto, una semplice ricerca anagrafica con l’aiuto dello stesso impiegato che poi uccise e li ritrovò!

Monia Di Biagio.

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