Le scoperte scientifiche, tecniche, le innovazioni sociali - 1a parte 1897 - Viaggio nell'etere e nei poli
Ai nostri lettori vogliamo qui presentare un disegno schematico, atto a dare
idea del nuovo sistema di telegrafia senza fili; e quindi l’attuale articolo
potrà servire di complemento ai precedenti, senza che vi sia bisogno di ripetere
le osservazioni in tali articoli già fatte. Al ministero della marina
1’apparecchio era presentato ed illustrato dall’ing. Pasqualini, direttore del
laboratorio elettrotecnico della marina alla Spezia, con una serie di
spiegazioni mirabili per la loro chiarezza e semplicità.
L’apparato
trasmettitore si trovava in una sala al terzo piano, e componevasi di un
rocchetto di Ruhmkorff, la cui scintilla andava a scaricarsi in un oscillatore
del Righi dove la scarica, passando tra due sfere metalliche immerse nell’ olio
di vaselina, si convertiva in una scintilla minore, formata da un numero immenso
di scariche oscillanti tra le due sfere; queste oscillazioni della corrente
passavano in un filo verticale, lungo circa due metri, sostenuto da un’asta di
legno, e dal filo finalmente le ondulazioni irradiavano in tutte le direzioni. E
il grande numero di siffatte ondulazioni che permette, con una debole corrente,
alle onde hertziane di far risentire la loro influenza a grande distanza in un
altro filo simile al primo. Parte delle ondulazioni penetravano, attraversando
gli ostacoli frapposti, sino al salone della biblioteca situata al primo piano,
dove trovavasi il ricevitore. VIAGGIO AL POLO La conquista del polo artico o antartico (sud), quando si conosceva ancora poco della terra, non era naturalmente in cima alla lista delle priorità e necessità. Il Polo Nord a differenza di quello antartico non è un continente benché sia ugualmente e perennemente coperto di ghiaccio. Oltre il circolo polare artico a 66°33'39 o nelle ultime terre emerse (75°) * domina il buio da settembre a marzo e il gelo per 9 mesi l'anno come la luce domina nei restanti. La calotta naturalmente non sgela mai. (*Arcipelago delle Svalbard /Spitzbergen, l'Arcip. di Francesco Giuseppe, la Groenlandia settentrionale, la Terra di Grant/Sverdrup, la Nuova Zemlja, la Terra del Nord e Russia continentale (pen. di Tajmyr) e l'arcipelago della nuova Siberia) Il polo nord entrava nel “problema” solo perché sembrava essere sulla strada del mitico “Passaggio a Nord Ovest”. Passaggio, o via marittima, per collegare l’atlantico al pacifico via stretto di Bering (esisteva anche l’altro passaggio a sud nella terra del Fuoco, ma essendo il mondo “occidentale” progredito nell’emisfero settentrionale era più urgente da questa parte in assenza del progettabile taglio di Panama). Nell'emisfero Sud col taglio di Suez (Nord) si era ovviato alla circumnavigazione dell'Africa e altrettanto si farà qualche anno dopo con quello di Panama detto. Quando ai giorni nostri si diceva - sono andato a Capo Nord in Lambretta- si è arrivati solo a 71°10' 21" di latitudine Nord di 90° che è la scala. Ogni grado sono circa 108 km. e ne mancano da qui al polo 19 per 2.050 km in linea retta come ne mancavano 1620 dal 75° !!!. In termini moderni di comunicazione non sono molti, con una slitta e il resto sono molti, troppi. Tentate per secoli, le rotte del Passaggio a Nord Ovest (alfine coronate da un successo puramente teorico perché impraticabile) ci si rivolse al Polo Nord per scopi puramente scientifici. Nel 1875 il primo tentativo inglese che partiva dalla Groenlandia su nave per l’83° parallelo poi in slitta fin dov'era possibile. Era difficile per la corta durata dell’estate che queste spedizioni si potessero fare in così breve tempo. Si allestiva quindi uno o più campi base e si lasciavano passare i fatidici 9 mesi per lanciarsi con slitte e mute. La spedizione, diretta dal comandante George. S. Nares, comprendeva due navi, la Discovery e l'Alert, di cui la seconda doveva inoltrarsi nell'Artico canadese mentre l'altra avrebbe trovato riparo in un porto sicuro, per andare in soccorso della prima se necessario. La Discovery ancorò nella Baia di Lady Franklin (Groenlandia), a 81°44'; l'Alert raggiunse gli 82°27' nella Terra di Grant; da lì il comandante Clements R. Markham si mise in marcia con un ufficiale, 15 uomini, 3 slitte e provviste per 70 giorni che era il tempo stimato per andata e ritorno ad una media teorica ipotizzata di 25 Km al giorno !!!. Dopo 60 miglia (100 km ca) ci rinunciarono per gli immensi problemi che si erano creati. Non era epoca di conoscenze mediche, fisiologiche e di attrezzature o perlomeno non si era studiato abbastanza per questi climi. Non era neanche la forza che mancasse o il troppo freddo, ma il pack che non era un biliardo. I ghiacci si muovevano (le correnti) e si increspavano. In pratica si formavano colline, montagne da scalare, crepacci e tratti di mare liberi pericolosi oltre che faticosi per uomini e bestie. Potevi andare in una direzione e la corrente ti portava al punto di partenza. Esistevano popolazioni nordiche come gli eschimesi adatte a questo clima ma a loro non interessava il "bisogno del Nord" e quindi erano i continentali a doversi adattare. Non stupisce quindi l’alto numero di morti che comporterà questo obiettivo. Lo aveva capito il norvegese Fridtjof Nansen che sperava di farsi trasportare dalle correnti con la nave intrappolata nei ghiacci fin sull’uscio di casa del Polo !!!. Nansen fece pertanto approntare (1893) una nave (Fram http://www.coolantarctica.com/Antarctica fact file/History/antarctic_ships/fram.htm con la chiglia arrotondata, quasi piatta come una saponetta che nella presa sarebbe sgusciata verso l’alto, sfuggendo così alla pressione del pack che tutto distruggeva) e tutto andò come previsto. Lasciata la Norvegia alla fine di giugno del 1893, la Fram, a settembre, si trovò a circa 108 miglia dalla costa nord occidentale della Nuova Zemlja, a circa 78°45' di latitudine; fu presa nella stretta dei ghiacci e ne seguì la deriva, che la spinse oltre l’84°. Tuttavia nel dicembre del 1894, dopo 18 mesi di deriva, erano sempre li. Non restava che scaricare le slitte per l’ultimo pezzo di strada. All'inizio di aprile del 1895 Nansen e il suo luogotenente arrivarono alla latitudine 86°13' e a circa 227 miglia (miglio marino o miglio nautico internazionale uguale a 1853 m) 420 km ca dal Polo. Il ghiaccio accidentato ed altre difficoltà li spinsero sulla via del ritorno ma non verso la nave che chissà dov'era ora. Ripresero la strada del ritorno verso la Terra di Francesco Giuseppe poi le Spitzbergen dove incontrarono - come Nansen aveva previsto - la nave inglese "Windward", della spedizione Jackson-Harmsworth, e fecero rientro in Norvegia il 13 agosto 1896, per riunirsi ai compagni della "Fram" che nel frattempo l'esploratore Sverdrup aveva ricondotto in patria. La Fram aveva vagabondato verso ovest e, dal febbraio 1896, verso sud ritrovando il mare aperto all'altezza delle Spitzbergen.
Il pallone, perché non
tentare !!. Così avrà pensato l’Ingegnere
esploratore Svedese Salomon August Andrée (1850 –
1897) scienziato (assistant at the Royal Institute of Technology). Si fa risalire al 1882–1883 la sua prima spedizione alle Spitzbergen con Nils Ekholm
in occasione del Primo anno internazionale dei Poli
1881/84** (12 countries participated, and 15 expeditions to the poles were completed (13
to the Arctic, and 2 to the Antarctic). Beyond the advances to science and
geographical exploration, a principal legacy of the First IPY was setting a
precedent for international science cooperation).
Per il resto degli anni S. A. Andrée lavorò all’Ufficio Brevetti
di Stoccolma. E’ nel 1896 che progetta il sorvolo del Polo Nord on pallone. Ne fa costruire
uno a
Parigi che battezza Ornen (Aquila in svedese). Tenta una prima volta a partire
dalle Spitzbergen ma deve desistere per via dei continui venti contrari ma anche
d’altro.
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