I TRAFORI
- L'ENERGIA* ELETTRICA**, breve excursus - 2a parte http://digilander.libero.it/fiammecremisi/schede/scoperte.htm *Energia dal greco energheia, composta da en, particella intensiva, ed ergon, capacità di agire e **Elettricità da èlektrikos o ambra gialla, che strofinata attirava altri corpi
- GLI
ESPERIMENTI D'ILLUMINAZIONE ANTE LAMPADINA * Humphry Davy,(Penzance 1778-Ginevra 1829) era un chimico inglese (da non confondere col cugino Edmund Davy 1785/1857 anche lui chimico) che per le modeste origini borghesi aveva trovato lavoro come praticante di farmacia. Dopo essersi fatto ben volere e notare per la serietà dei suoi studi e per l'intelligenza, si trasferì a Bristol dove poté dedicarsi pienamente alla chimica ed ottenere i primi brillanti risultati. His obvious talents attracted the attention of Gregory Watt and Davies Giddy (later Gilbert), both of whom recommended him to Dr. Thomas Beddoes for the position of superintendent of the newly founded Pneumatic Institution in Bristol. He worked there from October 1799 to March 1801.The Pneumatic Institution was investigating the idea that certain diseases might be cured by the inhalation of gases. Davy, sometimes perilously, inhaled many gases and found that the respiration of nitrous oxide produced surprising results. Inhalation of "laughing gas," (gas esilarante) as it was soon called, became a novel form of entertainment, although nearly 50 years passed before it was actually used as an anesthetic. Davy also experimented with the newly invented voltaic pile, or battery. Nel 1803 divenne insegnante e cominciò ad occuparsi di elettrochimica. Con questo procedimento (celle elettrolitiche) scompone la calce e la magnesia, rispettivamente in ossigeno e calcio e ossigeno e magnesio; scopre inoltre il sodio e il potassio, isolati rispettivamente dalla soda e dalla potassa ed isola il bario e lo stronzio (tutto questo 14 anni dopo la tavola di Lavoisier) 1807-1808. Nel 1813 si associa come aiuto un giovane, Faraday, che lo accompagna nel "viaggio in Italia" (all'ora molto in voga) alla scoperta di un paese che di scientifico aveva poco ma abbondava di rovine e vulcani.
When he
returned to England, he was asked by a group of clergymen to study the problem
of providing illumination in coal mines without exploding the methane there.
Davy devised the miner's safety lamp and gave the invention to the world without
attempting to patent or otherwise exploit it.. Al
ritorno gli venne chiesto di studiare un sistema per proteggere i minatori dagli
scoppi del Grisou cosa che fece senza chiedere registrazioni di brevetto e soldi
affinché questa scoperta fosse utile a tutti al prezzo più basso. Era la retina fitta
che avvolgeva la lampada dei minatori. Nel 1820/7 è presidente della Royal Society. Sua la riscoperta del
cloro (dal greco "verde") come elemento chimico distinto e della composizione
del diamante costituito da carbonio puro cristallizzato.
La riflessione totale interna si conquistò un posto nella storia
della scenografia teatrale e in quella della progettazione di fontane. Nel
1849 l'Opera di Parigi stava cominciando a prendere in considerazione le
lampade ad arco voltaico per illuminare il teatro e per ottenere speciali
effetti scenici. Invitato a collaborare alla messa in scena del Faust di Gounod, Colladon usò il trucco della luce intrappolata in una scena che
allora fece molto scalpore. Mefistofele versava una botte di vino facendone
uscire un fiotto rosso fiammeggiante. La platea rimaneva a bocca aperta
tutte le sere, non appena l'arco voltaico illuminava il getto d acqua fatto
passare per un tubo di vetro rosso
da storia della fibra ottica di
Roberto de Martino
(nota) i primi
generatori si confondevano fra motori elettrici e generatori di elettricità (Pacinotti),
con questi ultimi che si possono suddividere in alternatori e dinamo. La prima
macchina che sfruttava la teoria di Faraday per produrre corrente elettrica fu
realizzata da Hippolyte Pixii (1808-1835) e presentata all'Accademia
delle Scienze di Parigi nel 1832. Dopo ulteriori perfezionamenti il londinese E.
M. Clarke costruì su scala commerciale un generatore magneto - elettrico (1834).
Tale macchina era essenzialmente utilizzata in laboratori scientifici perché
poteva fornire corrente in modo più economico (ed a maggiore intensità) delle
pile. Se ne faceva anche uso terapeutico facendo passare la corrente nel corpo
umano !!. La quantità di corrente che avrebbe dovuto alleviare le pene dei
pazienti poteva essere variata variando la velocità di rotazione della manovella
(a mano). Nel 1850 vi fu il primo tentativo da parte del francese F. Nollet
(1794-1853), di utilizzare queste macchine (con molta più potenza) per
l'illuminazione mediante fari e quindi per scopi civili. La compagnie in cui era
socio anche F.H. Holmes fallì ma l'esperienza si trasferì in Inghgilterra dove
questi tra il 1856 ed il 1860 ottenne vari brevetti per generatori
magneto-elettrici poco potenti però che non davano più di 2 Kw (una abitazione
senza elettrodomestici ad alta assorbenza) e per un ulteriore decennio le novità
furono poche.
I TRAFORI e i treni ad aria compressa
Frejus o Moncenisio http://www.treni2000.it/art/art8/art8.htm Germano Sommeiller
- St. Jeoire (alta Savoia) 1815 - 1871.
L'Aria compressa: Con l’installazione nei due versanti degli impianti idraulici che sfruttavano le naturali cadute d’acqua (in seguito usate per produrre elettricità) i lavori avanzarono molto velocemente. L’aria compressa serviva anche per ventilare il tunnel e abbassare la temperatura dopo le esplosioni. Le perforatrici montate a gruppi di dieci su affusto scorrevole su rotaie (foto sotto) perforavano ca 2 m/h. Nei fori si facevano poi esplodere le cariche. Verso la fine dei lavori si usò anche dinamite (vedi paragrafo esplosivi), per cui l'opera fu finita il giorno di Natale del 1870, con notevole anticipo sul progetto. Il 25 dicembre, mentre in Francia si combatteva, la sonda passò attraverso l'ultimo diaframma. Con l’esercizio il problema ventilazione non era diminuito perché le locomotive a vapore spesso creavano grosse concentrazioni di gas in galleria (per la pendenza venivano aggiunte macchine). Anche a finestrini chiusi erano frequenti le intossicazioni. Si cercò di rimediare con la costruzione di macchine più potenti a quattro assi accoppiati, anche per evitare doppie trazioni, e si installò presso Bardonecchia un ventilatore "Saccardo", dal nome del suo inventore. Tale apparecchio consisteva in un ventilatore centrifugo che soffiava aria verso l'imbocco di Modane attraverso dei condotti aperti nelle pareti interne del tunnel, ed era posto in un apposito fabbricato. Con tali provvedimenti, si riuscì ad ottenere una buona riduzione dei fumi e dei gas venefici, che, in alcuni casi, in altre gallerie avevano provocato gravi sciagure mortali. Ma Sommeiller non vide la fine perché morì quell’anno. Del resto, per la sicurezza dei treni che ormai avevano raggiunto notevoli velocità e affrontato pendenze inimmaginabili, erano stati predisposti, inventati (1869) da George Westinghouse i Freni ad aria compressa. Ferrovia del Moncenisio: si deve forse a un precedente manufatto ferroviario lo scambio o la sovrapposizione della parola Moncenisio al tunnel ferroviario Frejus che tutti conosciamo. La ferrovia (provvisoria!?) che venne montata in parte in sede stradale e che scavalcava il Frejus lungo la strada tracciata da Napoleone nel 1803 la conosciamo invece molto meno. Nessuno poteva immaginare che in poco tempo la grande opera sarebbe terminata e di fatto cancellava quella fatta arditamente salire con un treno a "cremagliera" Fell. La ferrovia fu costruita per rendere più rapide le comunicazioni tra Italia e Francia tramite il valico napoleonico dopo aver constatato l'aumento sempre più intenso del traffico e le asperità invernali. Si pensò alla sua realizzazione mentre era già in atto e procedeva a rilento la realizzazione del Tratto Ferroviario del Frejus in galleria. La costruzione della ferrovia del Moncenisio fu portata a termine in soli due anni con manufatti in corte gallerie, o gallerie artificiali antivalanga, ed entrò in esercizio il 15 giugno 1868, funzionando con alterne vicende fino al primo novembre 1871. Il superamento delle difficoltà del percorso si ottenne con l'adozione di locomotive a sistema Fell ad aderenza artificiale. Questo accorgimento permise di superare un dislivello di 158 metri sul versante italiano, da Susa al colle, e 1360 metri sul versante francese, da Saint-Michel-de-Merienne, con una pendenza che arrivava a toccare l'8,3 per cento. Per compiere l’intero percorso il trenino, che viaggiava anche durante l’inverno, sfidando neve e gelo, arrivava ad impiegare anche 5 ore. Le carrozze come la locomotiva erano corti per le curve che dovevano affrontare e per la potenza impiegata non espandibile. Quando venne completato il Traforo Ferroviario del Frejus, la ferrovia venne definitivamente chiusa e smantellata. La linea, a scartamento ridotto, prende anche il nome dell'ingegnere J.B. Fell, inventore del particolare tipo di sistema di aderenza ruota-rotaia.. LA CADUTA DELL'ULTIMO DIAFRAMMA DEL FREJUS come raccontato fuori dai confini
HARPER'S
NEW MONTHLY MAGAZINE. No. CCLIV.—JULY, 1871.—VOL. XLIII. Gottardo (Svizzera) Mentre si lavorava al Frejus veniva approntato in Svizzera il grande traforo del Gottardo (km 15) con tutte le difficoltà, viste sopra. La forza motrice, l'illuminazione e la sicurezza restavano un obiettivo. Era responsabile dell'area tecnica (meccanica, termica, elettrica) Jean-Daniel Colladon (1802/1893), avvocato mancato e già famoso per la riflessione totale (vedi sopra), per l'illuminazione a Gas di Genova e Napoli e per la vittoria conseguita nel 1827 al "Grand Prix de l’Académie des Sciences de Paris" per «Mémoire sur la compression des liquides et la vitesse du son dans l’eau», i cui studi s'erano concretizzati con le perforatrici sperimentate al Frejus http://www.lanternafil.it/Public/Rubrica/Ansaldo/Moncenisio.htm . Il lavoro in galleria per l'accresciuta lunghezza diventava il problema principe tanto che nel 1873 Colladon (71enne) si dovette occupare della progettazione di una locomotiva ad aria compressa per lo sgombero del materiale di scavo (alla fine vennero asportati in totale 880.000 metri cubi di roccia) e per l'armamento delle volte. Dall'autunno del 1872 al febbraio 1880 sui due lati, 7.750 m e 7.170 m (sud) erano comunque morte subito o in seguito per malattia e incidenti professionali 177 persone: lo scultore Vincenzo Vela è l'autore del monumento al lavoro sul piazzale di Airolo ora a Roma. L'illuminazione in galleria nonostante il progresso e tentativi di illuminazione elettrica (accennati nei testi, forse l'ennesimo voltaico) restò a olio, oltretutto a carico degli operai. La temperatura, per i macchinari impiegati e la natura del terreno, si alzò fino a 33° con necessità di riduzione dei turni di lavoro da 8 a 5 ore. Alla fine dei lavori l'asse longitudinale era sbagliato di 33 cm e quello verticale di pochi cm. Il geometra Favre responsabile dell'allineamento e dei lavori d'impresa moriva di un colpo apoplettico il 18 luglio 1879 a 5 mesi dalla caduta del diaframma stressato dalle responsabilità. Il 1° giugno1882 l'intero tratto fu aperto all'esercizio. http://www.swissworld.org/it/switzerland/speciali/i_treni_svizzeri/la_storia_della_ferrovia_in_svizzera/ - http://wn.com/gottardo_sud In Ticino si cominciò a discutere di ferrovie nel 1850, ma si mise mano ai lavori solo nel 1871 con la fondazione della Gotthardbahn. Nel 1874 furono inaugurati i tronchi Lugano–Chiasso, Bellinzona–Biasca e Bellinzona–Locarno; nel 1880 fu portato a termine il traforo del Gottardo. Dopo l’apertura del tratto del Ceneri,nel 1882 venne inaugurata l’intera linea, compreso il tronco Cadenazzo–Luino. Con un traforo di 15 km, 60 gallerie (di cui elicoidali a Wassen, al Piottino e alla Biaschina), 91 grandi ponti o viadotti e terrapieni che occuparono migliaia di operai (anche italiani) e segnarono il paesaggio. In meno di una settimana la locomotiva a vapore muoveva la stessa quantità di merci che transitava annualmente sui carri attraverso il San Gottardo: nel primo anno d’esercizio, la ferrovia trasportò mezzo milione di tonnellate di merci e un milione di passeggeri, ora bastavano dieci ore per andare da Basilea a Milano. Per attraversare il massiccio, la ferrovia doveva infatti salire per oltre 700 metri, con una serie di strette gallerie elicoidali, poi tagliare in linea retta la montagna per più di 15 chilometri e scendere dall'altra parte lungo ulteriori gallerie elicoidali. La galleria spesso si inondava d'acqua ed era sporca di sterco dei cavalli da tiro che coi 30 gradi e più che vi regnavano era perfetta per l'incubazione di batteri. Quando a fine 2010 è caduto l'ultimo diaframma del nuovo tunnel lungo 57 km c'è stato chi ha detto - «Per trasportare i medesimi carichi saranno necessarie meno locomotive di quelle che occorrono oggi per superare le gallerie elicoidali». Per superare le gallerie elicoidali infatti servivano sempre 2 motrici se il treno era passeggeri. http://www.youtube.com/watch?v=9tGEoQRQQb4 gallerie elicoidali http://www.youtube.com/watch?v=IvzYll2opzg&feature=related dentro il nuovo tunnel in costruzione http://www.catskillarchive.com/rrextra/mrgoth.Html Una bella immagine del treno ad aria compressa IL TRENO AD ARIA COMPRESSA
GLI ESPLOSIVI I lavori in miniera, come si può desumere dal testo sovrastante, erano stati grandemente facilitati dall’uso di esplosivi noti da tempo ma quello che aveva più inciso era l’ultimo scoperto risalente a pochi anni prima chiamato dinamite prodotto dai fratelli Nobel. L’impiego di esplosivi (polvere nera) nelle miniere si fa risalire ai primi anni del '600 a Freiberg ma solo nel 1643 se ne trova traccia contabile e addirittura nel '500 in Italia nel vicentino. L'uso era quello della polvere pirica o nera che era composta da salnitro 40%, carbone 30%, zolfo 30%. Le proporzioni cambiarono poi rapidamente diventando: salnitro 74%, carbone 15%, zolfo 11%. L’800, secolo della chimica e della fisica venne ben presto coinvolto nella scoperta di numerose famiglie di sostanze capaci di esplodere. La nitrazione come procedimento per ottenere esplosivi si sviluppò dopo il 1830 e nacquero così il nitrobenzolo e la nitronaftalina. Pochi anni dopo un francese, Pelouze, ottenne da carta, lino e cotone, la nitrocellulosa ma non ne intuì le proprietà. Ormai il più era fatto e bastò poco all'italiano Ascanio Sobrero (Casale Monferrato, 12 ottobre 1812 – Torino, 26 dicembre 1888) per passare alla nitroglicerina (era il 1847). Tutti voi ricordate per averlo visto in film (Giù la testa di Sergio Leone) quelle piccole ampolline di nitroglicerina dove bastava una goccia agitata o riscaldata per far saltare tutto. Le tecniche di trasporto e di imballaggio del liquido si sprecavano ma i morti erano sempre molti. Bisogna arrivare al 1867 quando Alfred Bernhard Nobel scoprì (casualmente) che un impasto di nitroglicerina con Kieselgur (farina fossile, o diatomite o tripoli usata come imballo) era ancora un potente esplosivo. Il composto più solido insensibile agli urti era la dinamite. Un difetto della dinamite però era la trasudazione che dava vita alle solite goccioline tremendamente instabili come detto sopra. Con la nitroglicerina era stato aperto, nell'anno 1858, il traforo di Hoosac (7 km, in roccia dura nel Massachusetts (U.S.A.) già avviato con polvere nera (Gli altri due fratelli Robert e Ludwig si occuparono poi di ricerche petrolifere http://www.highnoonbooks.com/pdfs/adv_in_history_nobel.pdf ). Scoperta la dinamite il problema era il brillamento gia in atto con diverse sostanze ma poco attuato con l’ultima scoperta che poteva provocare scintille, l’elettricità. La prima applicazione risulterebbe essere quella avvenuta nel 1851 in una miniera di ferro in Francia. Poiché l'umidità provocava numerosi colpi mancati, un ingegnere di nome Dumas ebbe l'idea di servirsi di una pila Bunsen, la cui corrente arrivava con due fili di rame a un sottile filo di ferro sistemato al centro della carica di polvere nera: il filo si scaldava e accendeva la polvere. Il sistema perfezionato veniva già diffuso dal 1862. All’epoca del traforo del Gottardo (1873-1880) lungo quasi 15 km tutte le più moderne tecniche erano conosciute ed applicate. Usando Dinamite commerciale (o nitroglicerina gelatinata) l'avanzamento fu di 3/4 m/h per 24 ore. All’uopo era stata costruita una fabbrica a Isleten nel cantone di Uri che sarà uno dei tanti “dinamitifici” (vedi Avigliana-To 1873) sparsi per il mondo. L'ILLUMINAZIONE ELETTRICA Per il Carnevale del 1882 fu illuminato il ridotto della Scala (dopo gli esperimenti del 1878) e, nel novembre dello stesso anno, i portici e i negozi del palazzo settentrionale di piazza Duomo in occasione della loro inaugurazione. Nel 1885 Galileo Ferraris formulò i teoremi fondamentali delle correnti alternate e nel 1888 presentò al mondo scientifico il modello di motore elettrico asincrono. La costruzione di centrali termiche (il trasporto di energia a distanza non era ancora possibile) o idroelettriche (piccole anche locali) andò al passo con i consumi dapprima di pubblica utilità (illuminazione strade e uffici) poi borghesi e nel tempo popolari. Le prime centrali erano sui fiumi o sui canali in prossimità dei grandi centri urbani. Prendendo spunto da un forte aumento del prezzo del carbone verificatosi nel 1889 (il carbone le cui riserve venivano stimate in esaurimento tendeva ad aumentare), la Edison aveva infatti presentato una domanda di concessione di una derivazione d'acqua sull'Adda, alle rapide di Paterno. A causa della crisi che coinvolse la società nella generale recessione dell'economia la centrale (era a quel tempo la più grande d'Europa con 9.500 kW) entrò in servizio solo nel 1898. Non serviva solo per illuminare, ma ora anche per far marciare tram ed industrie. E’ tuttora in funzione con il nome di Centrale Bestini. Dalla produzione elettrica da 66 milioni di kwh del 1898 si passò ai 2.000 milioni di kwh del 1913. Nel 1905 il nostro paese con circa il 70% della potenza installata di derivazione idraulica, occupava il terzo posto nella produzione mondiale di energia idroelettrica e risultava il primo in Europa. Con la guerra l’incremento dell’energia non si fermò e si rafforzò il sistema idroelettrico vista la difficoltà di approvvigionamento di carbone (le zone carbonifere del nord Europa, Inghilterra esclusa) erano tutte interessate dal conflitto). Intanto la richiesta di energia elettrica nel periodo bellico era aumentata sensibilmente fino a toccare i 3500 GWh annui. Lombardia e Piemonte producevano insieme la metà del fabbisogno. Dopo la grande guerra il mercato, oltre che ad essere in mano alle municipalizzate era monopolio di poche società (SIP, Edison, Sade, La Centrale, SME, SGES, SRDA). La produzione di energia elettrica delle municipalizzate (AEM di Milano, Torino, ACEA di Roma, l’azienda consortile di Merano e l’ente autonomo Volturno di Napoli) arrivò a coprire nel 1928 il 7,6% di quella nazionale. Lo sviluppo idroelettrico maggiore del futuro, per la conformazione fisica dell’Italia, era possibile solo nelle tre macro regioni alpine, Piemonte Lombardia Veneto. Il Sud veniva quindi lasciato ad un distacco tecnologico e industriale incolmabile. Alla fine del 1940 l’energia idroelettrica prodotta copriva circa il 90% dei consumi totali con 17 miliardi di KWh. La domanda era cresciuta in maniera vorticosa per lo sviluppo dell’industria e l'elettrificazione dei trasporti. Anche la crisi del '29 non incise che in maniera ridotta controbilanciata dall’intervento nell’economia dello stato con l’IRI. Nel 1937 lo stato controllava direttamente ed indirettamente ampie fette dell’industria nazionale, del sistema creditizio e il 30% dell’industria elettrica. Non penso, coi brani che precedono d'aver detto tutto sulla euforica corsa alla luce (e alla energia perché ricordiamo che l'energia elettrica ha avuto svariati impieghi prima di quello illuminante) e a tante altre cose che distinguevano la fine dell'800. Come e dove erano nate queste distinzioni faranno la differenza fra le società industrial-capitaliste che conosciamo e il resto del mondo. La corsa al progresso poi trascinava con se tanti altri "effetti collaterali" che in questa sede non vengono affrontati. La pubblicità di inizio XX secolo (vedi a fianco) riportava quindi ancora altri di modi di illuminare che erano prevalenti nella seconda metà del secolo XIX e a tal fine postiamo il brano di un libro di Luis Figuier ( tanti altri si possono leggere on line alla sua pagina di Wipedia) del 1862. Luis Figuier edizione italiana Treves Milano 1876 La Scienza in famiglia - Nozioni scientifiche sugli oggetti comuni della vita (Le Savant du foyer ou Notions scientifiques sur les objets usuels de la vie 1862 ) passi da Cap. VIII. GLI APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE
Debbo dire la verità: quando mi sono trovato davanti questa ed altre pubblicità (che descrivo per questioni di spazio) la parola "Alcoolène gaz di alcool" mi ha messo in difficoltà: lo potete digitare anche voi e ne verrà fuori il nulla o quasi. Descrizioni univoche pubblicitarie: impianti autonomi per la luce ad "incandescenza", assoluta sicurezza, nessun cattivo odore, semplicità di funzionamento, - sezione apparecchi a gas d'alcool. Anche l'impianto nella illustrazione per uno digiuno di scienza come me dice poco. I fornelletti ad alcool liquido da tavolo, barbecue, campeggio o addirittura solido come nelle razioni k militari li conoscete un pò tutti (In rete poi trovate anche come si costruisce artgianalmente un piccolo bruciatore), ma stiamo parlando di emergenze o impieghi specifici e/o non familiari considerando anche che le case di una volta avevano molto legno e quindi facilmente infiammabili in caso di incidente (ma il fuoco libero in genere era il nemico principale e a ben vedere dall'ultima immagine centrale il rischio sembra essere l'optional). Sarà anche per questo che qualche anno dopo la pubblicità ho trovato anche la sua messa in liquidazione di una di queste società. Ma la colpa probabilmente non era solo del sistema ma anche dell'illuminazione elettrica che stava facendo passi da gigante e ve lo spieghiamo qui di seguito dietro la biografia di un pioniere sconosciuto, Karl Auer. La parola incandescenza oggi sta per lampadina tradizionale chiusa nel suo bulbo, non così doveva essere per quella sopra, presumo, visto il tubo che scorre da due apparati complessi: assomiglia di più a una lampada da campeggio a gas che tuttora sfrutta la reticella Auer (ma non col Torio "diventato pericoloso"). Nel campo della illuminazione, l'alcool (etilico) ebbe una evoluzione piuttosto lenta. Solo quando Karl Auer, barone di Welsbach, austriaco (Vienna 1858-Treibach, Carinzia, 1929) scoprì il becco che porta il suo nome (1885), questo tipo di illuminazione subì un continuo progresso tecnico che diede origine ad un continuo susseguirsi di nuove e più perfezionate lampade ad alcool a cui aggiunse la reticella (o mantella o mantle)Auer , elemento di rete sottile e fitta di cotone imbevuta di nitrati di torio e cerio ha la funzione, bruciando e diventando incandescente, di produrre una luce bianchissima. Lo stesso dicasi per gas e kerosene. La concorrenza con la luce elettrica ancora non si poneva, perché le lampadine avevano una bassissima durata e con gli ultimi ritrovati di Auer illuminavano anche meno. Ma il poliedrico Auer sta trasferendo gli utili delle sue invenzioni sulla lampadina che dal 1903 usufruisce di un nuovo filamento interno con una maggiore durata, il Tungsteno o Wolframio. La luce viene prodotta dal riscaldamento (fino a circa 2700 K) di un filamento di tungsteno attraverso cui passa la corrente elettrica. Durante il funzionamento il tungsteno evapora, e il filamento diventa sempre più sottile, fino a spezzarsi dopo circa 1000 ore di funzionamento (ca. 250 giorni). Il rendimento energetico è molto basso tra il 5 e il 10% poiché la lampadina per lo più scalda e scalda anche d'estate. Nelle lampadine successive (1920 ca.) il bulbo di vetro venne caricato ad Argon gas inerte a bassa pressione scoperto una prima volta nel 1785 da Henry Cavendish poi codificato nel 1894 da Lord Rayleigh (John William Strutt) and William Ramsay, che riduceva i rischi di implosione e prolungava la vita del filamento. Inoltre la presenza del gas Argon riduceva l'annerimento del bulbo dovuto al deposito del tungsteno che evaporava. Dopo aver fondato una sua società nel 1892 nel 1907 la trasforma in Deutsche Gasglühlicht Anstalt e con questa nel 1919 va al matrimonio con Siemens & Halske AG e di AEG che daranno vita alla Osram. Il 17 aprile, con il numero 86.924, il marchio OSRAM (dal nome dei due metalli osmium e wolfram) viene registrato da Auer von Welsbach (Auer-Gesellschaft) presso l'Ufficio brevetti di Berlino. . http://www.siemens.com/history/pool/beteiligte_unternehmen/aktive_beteiligungen/e100jahre_osram.pdf Uso dell'alcool nelle macchine e in altri
apparati da approfondire LA COTTURA
The
development of electricity and the advent of the electric lamp in about 1880
created a serious rival to gas in its main market of lighting. The invention of
the gas mantle by Carl Auer von Welsbach enabled the industry to match
electricity for lighting from the 1890's. While gas lighting was still in use
domestically and for street lighting until after World War II, the decline in
the lighting load was established and the use of gas for heating purposes
accelerated. The arrival of electricity forced the domestic gas market to expand
into other areas; geysers provided hot water, fires provided instant heat and
with approval from the world of medicine, a government commission and Mrs Beeton
gas cooking took off both in the domestic and commercial environment. Showrooms
offered an even wider range of domestic appliances including gas irons, baths,
fridges and coffee roasters.
Isabella Mary Mayson (March 12, 1836 – January 1865), universally known as Mrs
Beeton, was the author of Mrs Beeton’s Book of Household Management and is the
most famous cookery writer in British history. Her father Benjamin Mason died
when she was young and her mother Elizabeth Jerram remarried a Henry Dorling.
She was sent to school in Heidelberg in Germany and afterward returned to her
stepfather’s home in Epsom. On a visit to London, she was introduced to Samuel
Orchard Beeton, a publisher of books and popular magazines, whom she married on
10 July 1856. She began to write articles on cooking and household management
for her husband’s publications. In 1859–1861, she wrote a monthly supplement to
The Englishwoman’s Domestic Magazine.
http://www.mrsbeeton.com/
Beeton’s Book of Household Management in inglese
The latter part of the nineteenth century was a time of consolidation with small
undertakings being taken over by larger neighbours and local authorities buying
out their local supply company - municipal gas undertaking profits were a major
source of income for local authorities operating them. Complaints of excess
profits by gas companies lead to the introduction of the 'Sliding Scale' which
linked increases in dividends to reductions in the price of gas.
Piano piano siamo scivolati dalla luce al riscaldamento come è nelle migliori tradizioni di un capitalismo flessibile ma la finiamo qua. Ultima sorpresa il carro per la consegna del gas a domicilio qui sotto. Vedere per credere !!. La parola portatile, se non altrimenti è italiana, ma potrebbe anche essere portable per l'immagine non chiara. Si accettano come per la prima immagine dell'alcolene ipotesi delucidanti (sotto una ipotesi più che fondata)
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