RACCOLTA
ARALDICA
ROVIGNESE
a cura di Gianclaudio de Angelini |
Quando
Rovigno passò stabilmente sotto la potestà della
Serenissima
Repubblica
di Venezia
(correva l'anno 1283) anch'essa, ad imitazione della Dominante, si dotò
di un Corpo di Cittadini
che furono, come i N.H. veneti, i soli a poter accedere al Consiglio
Cittadino
ed a tutte le cariche pubbliche della città di San Giorgio e Sant'Eufemia.
Le famiglie appartenenti al Corpo
dei Cittadini
o Nobili
di Rovigno
furono originariamente 14:
A queste vennero successivamente aggregate altre 5 famiglie: Bichiacchi nel 1545, Costantini nel 1654, Beroaldo nel 1764, Piccoli nel 1765 ed infine i Biondo nel 1772. Durante il periodo veneto i Nobili nel giorno della loro prima partecipazione dovevano prestare un giuramento di fedeltà alla Serenissima ed alla Comunità di Rovigno. Tale distinzione tra Cittadini o Nobili di Rovigno e famiglie del Popolo permase sino al 1797, anno della caduta di Venezia. Come già detto solamente i nobili potevano accedere alle cariche del governo cittadino (tranne per il Podestà che era naturalmente un Nobil Homo appartenente al Libro d'Oro del patriziato di Venezia) ma gli appartenenti al Popolo, dopo aspre lotte, ottennero di essere rappresentati da 2 Sindici che venivano annualmente eletti tra le principali famiglie cittadine che non appartenevano alla ristretta cerchia dei Nobili di Rovigno, aventi una funzione di controllo e di salvaguardia degli interessi del popolo dallo strapotere nobiliare. Alla caduta di Venezia tutti i capifamiglia rovignesi, l'11 giugno 1797, radunatisi nel Duomo di Sant'Eufemia elessero un governo per traghettare la transizione dall'aristocratico governo della Dominante ad un governo democratico: "In questa mattina fu fatto la rivoluzione in questa Città, ed il popolo libero e sovrano al numero di capi famiglia 1036 circa elesse diciotto Municipalisti per reggere e governar in suo nome nel numero de' quali io pure fui scelto" così dalle Cronache di P. Biancini. Ovvero nel duomo di sant'Eufemia, a suffragio quasi universale, però dei soli capi-famiglia, si elessero tramite il sistema veneto della votazione con le 'balote': "disdotto Cittadini probi e capaci maggiori d'anni trenta, che sappiano sufficientemente leggere e scrivere, i quali si chiameranno Municipalisti e costituiranno la Municipalità del Popolo stesso libero e sovrano, che durar dovrà per il periodo di un anno p.v., e non più..". La votazione ebbe il seguente esito:
Il 7 marzo 1802 il barone Steffaneo, plenipotenziario dell'I.R. Governo Austriaco, ripristinò il Corpo dei Cittadini o Nobili di Rovigno secondo l'uso veneto, riducendo però l'appartenenza al Consiglio ad un membro per famiglia ed aggregando quelle del popolo che avevano avuto almeno un rappresentante nel Governo dei 18: Angelini, Artusi, Biancini, Blessich, Borghi, Brunelli, Califfi, Cherin, Dapas, Nattori e Venerandi. Il Corpo dei Cittadini o Nobili di Rovigno venne naturalmente sospeso duranto il breve interregno francese (1805-1813) e quando gli austriaci rientrarono in possesso della Città di Rovigno ripristinarono le leggi ante 1805 decretando però con la legge del 1 ottobre 1815 la soppressione degli Statuti dei vari Municipi istriani introducendo il Codice austriaco. Scompariva così definitivamente il Corpo dei Cittadini, ultimo retaggio del periodo veneto, ai cui membri però venne comunque lasciata la facoltà di richiedere la conferma della loro nobiltà. Tale opportunità non fu colta da quasi nessuna delle famiglie dell'antico Corpo dei Cittadini o Nobili di Rovigno e soltanto i Bichiacchi, i Califfi, i Costantini, e gli Angelini chiesero ed ottennero la conferma della loro più recente nobiltà e pertanto queste famiglie aggiunsero il "de" nobiliare al proprio cognome. Il documentato libro di Gedeone Pusterla, "I nobili di Capodistria e dell'Istria", Forni Editore - Bologna, ristampa anastatica dell'originaria edizione di Capodistria del 1888, ci fornisce preziose informazioni sulla nobiltà istriana. Qui di seguito riporto i dati per Rovigno: I
II
Alla nobiltà cittadina vi è da aggiungere quella blasonate come per esempio i baroni von Hütterodt o il conte Milewski. Inoltre anche altre famiglie notabili pur non appartenendo nè alla nobiltà cittadina nè a quella titolata assunsero nel tempo una stemma di famiglia. Detto di quanto concerne i Nobili ed i titolati
di Rovigno, qui riporto tutti gli stemmi reperibili relativi alle famiglie
di Rovigno, per lo più tratti dalla raccolta araldica di Giovanni
Radossi pubblicata negli Atti del CRSR, o da fonti d'archivio. In questa
raccolta oltre agli stemmi gentilizi-nobiliari, vi sono stemmi ecclesiastici
o di arti & mestieri che compongono l'ampio corpo del:
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