Sbisà - Antica e diramata famiglia rovignese che
però non venne mai iscritta al Corpo dei Cittadini, di cui il Costantini
dà come capostipite un Pietro Sbisà, morto nel 1370 senza
indicarne la provenienza. Antonio Angelini per questo fatto la ritiene
famiglia indigena. Lo stemma della famiglia, che conosciamo unicamente
da un disegno del Petronio, reca in uno scudo a testa di cavallo, un'aquila
patente nella fascia superiore, ed in quella inferiore un albero che svetta
su di una collinetta:
GdeA
Disegno originale del Petronio
Altra riproduzione dello stesso disegno
Dal censimento del 1° ottobre '45 risultavano a Rovigno 28 famiglie
Sbisà. Data la sua notevole diramazione veniva distinta ab antiquo
in due rami: quello di Dreîo Castièl e quello di Dreîo
Vièr, dalle sedi delle principali case padronali ed in più
agnomi. Da questa famiglia uscirono molti sacerdoti e molte persone di
spicco, soprattutto dottori in legge. L'isola di S. Giovanni in Pelago
era di proprietà della famiglia Sbisà, che però la
vendette nel 1852 alla ditta Stengle e Cattraro di Trieste. Il cognome
Sbisà deriva da una antica voce istriana avente il non bel significato
di poltrone, vile, derivata dal lat. Vesa(nus), pazzo + 's' rafforzativa.