Natorre - Iseppo di Gabriel, 1667 per il Caenazzo. Secondo
invece l'Angelini: "Gabriel Nattore morto 1683. Passata in Pola, una colonia
di Greci, fra' quali molti di Napoli di Romelia l'anno 1578 ed altrettanti
lavoratori Malvasioti sotto il Cap. Fran.co Callergi nobile di Famagosta
con 50 famiglie Cipriote: ed avendo qui questa famiglia Nattori l'agnome
Napoli, è probabile che hassi per tradizione nella sud.a famiglia,
che il nominato Gabriele veniva da Pola, e vi comparisse suo stipite."
Famiglia una volta assai facoltosa se da un documento del 31 agosto 1821
a firma del geometra catastale Ignazio Ambrosi, risultavano proprietari
delle seguenti proprietà: Gabriele Natori di 14 case, Andrea ed
Angelo di 5 case ciascuno, Domenico, Eufemia e Giovanni di terreni agricoli,
mentre già nel 1757 ritroviamo un Francesco fu Giuseppe Gastaldo
della Scuola laica dei Montagnari che radunava tra i suoi confratelli cavatori
e scalpellini. Tale famiglia venne inoltre ascritta al Corpo dei Cittadini
o Nobili di Rovigno nel 1802, essendo il Sig. Giuseppe Nattori uno degli
eletti del così detto Governo dei Diciotto. Come si può vedere
anche da queste breve escursus la grafia del cognome ha oscillato nel tempo
da Natorre - Nattore - Natori - Nattori - Natorri
ecc. Un tipico caso è quello di:
Giuseppe Gaetano Natorri fu Angelo autore di due volumi manoscritti
che, come dice lui stesso nel titolo, sono una "Raccolta di tutte le antichità,
stemmi ed iscrizioni che esistevano ed esistono nella mia patria Rovigno/Disegnate/Da
me Giuseppe Gaetano Natorri fu Angelo per proprio genio e non per studio./
La presente raccolta pensai di dividerla in due volumi, ciascuno diviso
in quattro parti. Nel primo una succinta descrizione di tutte le raccolte
dell'Antichità. Nel secondo la dimostrazione delle antichità
medesime in LXXI tavole disegnate a semplice lapis e correlativamente disposte
nel più possibile ordine riguardante ciascun punto, località
e contrada che esistevano e che vi esistono. /Volume secondo./ Rovigno
1851". Il 2° volume (mm. 340x240) è attualmente conservato a
Trieste, presso l'Archivio Diplomatico, purtroppo del primo si è
persa traccia. Il 2° volume anche se datato 1851, riporta annotazioni
sino al 1859. Le illustrazioni, come quella della parte vecchia di Rovigno,
o Monto, e dell'originario portone che con il ponte levatoio univa la vecchia
isola alla terra ferma, sono di notevole precisione ed anche di buon pregio.
Nel volume si ritrovano molte annotazioni interessanti sulla vita di Rovigno
di quegli anni soprattutto sui vescovi Peteani e Dobrila. E’ doveroso riportare
anche lo stemma dei Natorri che presentava una torre munita di una lunga
asta con bandiera che garrisce, su cui poggia un leone rampante, il tutto
su di una collinetta: