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Breve storia della Asahi Optical Corporation

Di Derek J. White ARPS

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Asahiflex I (1952)


Anche se l’Asahi Optical Co. Ltd è nota per le macchine fotografiche ed obiettivi Pentax, in realtà non produsse proprie fotocamere fino a circa 32 anni dopo la sua fondazione. La ditta era originariamente denominata ‘Asahi Kogaku Goshi Kaisha’, e venne fondata nel novembre del 1919 da Kumao Kajiwara (in un edificio in un sobborgo di Tokyo chiamato Toshima) per produrre lenti da occhiali, attività tuttora in corso.

Nel 1923 iniziò la produzione di obiettivi per proiettori cinematografici per un altro costruttore, l’anno seguente tale attività si sviluppò ulteriormente. Nel 1932 l’Asahi iniziò a produrre obiettivi per la Molta Camera Company, l’attuale Minolta, per una folding 6,5x9cm denominata Arcadia; l’anno successivo iniziò a fornire anche la Konishiroku (Konica) con una gamma di obiettivi ad elemento singolo ed anastigmatici per le fotocamere Pearl e Pearlette.

Nel 1938 la vecchia ditta cambiò il proprio nome in Asahi Optical Company Limited. A quel tempo iniziarono contatti col governo per produrre strumenti ottici, attività che continuò fino alla fine della seconda guerra mondiale.

Tornata la pace, la Asahi cominciò a realizzare obiettivi per molti altri costruttori di macchine fotografiche. Fu allora che cominciò ad essere applicato un trattamento a tutti gli obiettivi. Nel 1948 venne presentata una gamma di piccoli binocoli col nome commerciale di ‘Jupiter’, anche questi utilizzavano ottiche trattate che fornivano chiarezza e contrasto senza rivali, ponendoli all’avanguardia della tecnologia del tempo.

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Binocolo Jupiter 6x15

Durante la guerra di Corea la popolarità delle fotocamere giapponesi crebbe, in particolare quella dei modelli a telemetro di Canon e Nikon ispirate alle tedesche Leica e Contax. Come questi modelli vennero accettati, l’allora presidente Saburo Matsumoto iniziò ad esplorare la possibilità di produrre una propria fotocamera, che doveva essere differente da ogni altro modello prodotto allora in Giappone.

I progettisti iniziarono la ricerca e lo sviluppo nel 1950 e alla fine del 1951 il prototipo di una reflex monobiettivo 35mm era pronto. Era basato sulla tedesca Praktiflex ed era dotato di un mirino a pozzetto ed uno specchio che si sollevava premendo il pulsante di scatto e ritornava al proprio posto rilasciandolo. Lo specchio poteva essere sollevato e riabbassato sia ad otturatore carico che scarico. Il vetro smerigliato forniva una immagine brillante e diritta ma invertita da destra a sinistra, ciò poteva essere accettabile per riprese orizzontali, ma inquadrare quelle verticali era quasi impossibile: per questa ragione venne aggiunto un piccolo mirino ottico a sinistra di quello a pozzetto. Dopo ulteriori modifiche e perfezionamenti la nuova macchina denominata ‘Asahiflex’ fu posta in vendita sul mercato giapponese nel maggio del 1952. La serie di obiettivi presentata con la fotocamera fu chiamata ‘Takumar’ da Takuma Kajiwara parente del fondatore Kumao Kajiwara e del presidente Saburo Matsumoto. Takuma Kajiwara era andato in America verso il 1900 ed aveva svolto l’attività di fotografo; risulta anche essere stato socio di George Eastman, fondatore della Kodak.

La Asahiflex fu la prima reflex monobiettivo 35mm giapponese e può quindi essere considerata l’antenata di questa stirpe orientale di macchine fotografiche. Altri produttori presto videro il potenziale della visione reflex attraverso l’obiettivo di ripresa e cominciarono a sviluppare i propri modelli.

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Pubblicità Asahiflex su una vecchia rivista giapponese

Il principale svantaggio di questa soluzione era che il mirino si oscurava durante il sollevamento dello specchio e che, dovendo impostare manualmente l’apertura del diaframma, si otteneva una immagine molto scura sullo schermo di messa a fuoco. Nel 1953 gli obiettivi Takumar vennero forniti di una ghiera di preselezione che permetteva la messa a fuoco a tutta apertura. Un secondo anello libero dietro al primo permetteva di chiudere il diaframma rapidamente al valore preimpostato senza allontanare la macchina dall’occhio.

L’anno seguente vide un importante sviluppo col progetto dell’Asahiflex IIb. Il problema del blackout venne superato con l’introduzione dello specchio a ritorno istantaneo che ritornava in posizione di visione tramite una molla appena l’otturatore aveva scattato. E’ vero che lo specchio a ritorno rapido era stato usato in una fotocamera ungherese chiamata ‘Duflex’ nel 1947, ma il sistema era inaffidabile e ben poche ne vennero prodotte. Quindi l’Asahi può giustamente rivendicare di essere stato il primo produttore ad incorporare un efficace specchio a ritorno istantaneo in una fotocamera di produzione di serie.

Dopo l’introduzione dello specchio a ritorno istantaneo lo sviluppo della reflex decollò veramente e nel 1957 la Asahi Optical Co. segnò un altro successo con l’introduzione della Pentax, che incorporava un pentaprisma fisso che dava una immagine brillante sullo schermo di focheggiatura ed era correttamente orientata sia nel senso alto-basso che in quello destra-sinistra. Fu il primo modello giapponese dotato di un pentaprisma fisso ed annunciò l’alba di una nuova era fotografica; i giorni delle fotocamere a telemetro erano contati.

Successivi sviluppi e perfezionamenti si ebbero nelle reflex da parte di tutti i principali costruttori, compresa l’introduzione di esposimetri incorporati. La Asahi Optical sviluppò un esposimetro al CdS (solfuro di cadmio) applicabile sul pentaprisma ed accoppiato alla ghiera dei tempi dei modelli S1a e SV. I precedenti modelli S1, S2 ed S3 potevano essere aggiornati per accettare l’esposimetro semplicemente sostituendo la ghiera dei tempi con una con la scanalatura, operazione che poteva essere compiuta dall’utente in circa un minuto.

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Prototipo Spot-Matic

Lo sviluppo successivo si ebbe nel 1960, quando alla Photokina l’Asahi Optical mostrò un prototipo che misurava l’esposizione attraverso l’obiettivo. La fotocamera era chiamata Spot-Matic e fece sensazione. Con l’obiettivo standard da 50mm l’esposimetro leggeva un’area di 3 gradi al centro dello schermo sul soggetto a fuoco. Comunque, seguendo la consuetudine di non introdurre sul mercato sviluppi che non fossero stati completamente testati in tutte le possibili condizioni, la molto modificata e leggermente ridenominata Spotmatic non venne messa in vendita fino all’inizio del 1964. La fotocamera riprogettata ora aveva un esposimetro a lettura media, che dava risultati più affidabili di quelli della versione spot; fu un successo immediato e venduta in migliaia di esemplari. Nonostante l’Asahi avesse inventato l’esposimetro TTL, un altro costruttore, Topcon, con la sua RE Super iniziò le vendite nell’aprile del 1963. La Topcon aveva uno specchio semiargentato con la cellula dell’esposimetro montata sul retro dello stesso.

Nel 1966 la Asahi Optical aveva prodotto un milione di reflex dalla prima Asahiflex del 1952, bastarono altri tre anni e nel 1969 vennero raggiunti i due milioni, tanta fu la popolarità della Pentax. Sempre nel 1969 vi fu anche un radicale cambio di direzione, quando fu presentata la professionale Pentax 6x7. Questo nuovo modello sembrava una reflex 35mm ingigantita e si impugnava quasi altrettanto facilmente. Poteva accettare tanto pellicole a rullo formato 120 che 220 e fu un immediato successo, tanto che la sua derivata 67II è ancora in produzione oggi, un periodo di produzione di oltre 30 anni!

Nel 1975 avvenne un altro importante cambiamento nello sviluppo delle fotocamere Pentax. Per diversi anni la Asahi era stata consapevole delle limitazioni all’ulteriore progresso imposte dal mantenere la montatura a vite da 42mm. A quell’epoca la maggior parte degli altri costruttori aveva optato per un qualche tipo di baionetta. Fu un passo enorme da compiere per l’Asahi che voleva rimanere fedele alla grande quantità di clienti soddisfatti in tutto il mondo che si erano costruiti negli anni corredi basati sull’innesto a vite. La montatura universale a vite da 42mm aveva raggiunto la fine della sua vita utile con le Pentax Spotmatic F ed ESII.

Non meno di tre nuovi modelli furono presentati insieme nel 1975, erano basati sulle SPF ed ESII con l’introduzione di una nuova larga montatura denominata baionetta K. Tutti i vecchi obiettivi ed accessori come soffietti, ecc. potevano essere usati sui nuovi corpi per mezzo di un adattatore, con la perdita però degli eventuali automatismi. I nuovi modelli furono chiamati KM, KX e K2.

Nel 1976 fu presentata al pubblico la serie M: i primi due modelli furono la ME e la MX. La tendenza verso modelli più piccoli e leggeri era stata iniziata dalla Olympus con la OM1. La sfida fu raccolta da Pentax con questi due nuovi modelli, fra cui la ME può essere considerata una versione semplificata della K2, con la MX direttamente imparentata con la KX. I due nuovi modelli erano molto più piccoli e leggeri di quelli della serie K che rimpiazzavano ed avevano molto del fascino della serie S originale. La serie M venne sviluppata per un periodo di diversi anni, culminando con la professionale LX del 1980 (che celebrava nel nome i 60 anni della Casa) e con la ME-F del 1981 che fu la prima reflex autofocus TTL al mondo. Sempre durante il 1981 la produzione raggiunse l’impressionante numero di dieci milioni di reflex a partire dal 1952.

Durante il 1978 un’altra novità fu la presentazione del sistema Pentax 110, progettato intorno all’allora popolare cartuccia 110 introdotta dalla Kodak. Questa Pentax fu l’unica fotocamera 110 con obiettivi completamente intercambiabili. Di nuovo questo modello ebbe un successo immediato dopo la presentazione alla Photokina di quell’anno. Oggi è ricercata da utilizzatori e collezionisti come la sua sorella aggiornata Auto 110 super che fu presentata nel 1982.

Nei cinquanta anni in cui la Asahi Optical Co. ha costruito macchine fotografiche ha realizzato circa duecento differenti modelli tra reflex e compatte, compresi tipi specialistici e per tutti i tipi di fotografi dai principianti ai professionisti. E’ stata una delle forze pioniere dietro gran parte degli sviluppi che oggi diamo per scontati e abbastanza giustamente è fra i primi cinque costruttori al mondo. La sua produzione è sempre stata molto richiesta, sia come utilizzo che come collezione e sotto alcuni aspetti è senza tempo come dimostra la Pentax K1000. Questo modello base venne introdotto alla fine del 1975 ed è stato per molti l’ingresso nell’affascinante mondo della fotografia. E’ rimasto in produzione per quasi venticinque anni ed ha venduto circa tre milioni di pezzi! La maggiore produzione della storia delle reflex e seconda come durata solo alla Pentax 6x7.

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Fabbrica Asahi di Mashiko

Nel corso degli anni la Pentax è sempre stata fedele al proprio pubblico di clienti e non è mai caduta nell’obsolescenza programmata. Davvero gli obiettivi della primissima Asahiflex del 1952 possono ancora essere montati ed usati con successo, tramite adattatori, sulle più recenti reflex autofocus. Nessun altro costruttore può vantare niente di simile oggi.

L'articolo originale è stato pubblicato su SPOTMATIC n°32, Aprile 2002.

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