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Asahi Pentax K

Il top della prima serie

Di Dario Bonazza

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Era il maggio del 1958 quando venne presentata la Asahi Pentax K, ad appena un mese dal rilascio della Asahi Pentax S. Al primo sguardo forse non si notano grandi differenze dalla Asahi Pentax S, e si può pensare che la K fosse solo una variante minore rispetto al modello precedente, ma le cose non stavano davvero così.

Un innesto obiettivi più evoluto
Per prima cosa si nota che la K dispone di un diverso obiettivo, denominato Auto-Takumar 55mm f/1.8, dotato di una leva cromata di carica del diaframma. Svitando l’obiettivo si nota sia un pernino sporgente in basso nella parte posteriore dell’obiettivo ed una piastra mobile all’interno del bocchettone della fotocamera. Si tratta del comando per il rilascio del diaframma, introdotto per primo dalla Praktica FX2 del 1955. Dopo la stessa montatura a vite, questo fu un altro tributo di Pentax al famoso costruttore di Dresda, che all’epoca era uno dei fabbricanti leader nel settore reflex.

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Questa piastra di rilascio del diaframma è collegata al pulsante di scatto, mentre il diaframma dell’obiettivo viene aperto a tutta apertura dalla leva di carica e chiuso al valore prescelto spingendo il pernino. Il funzionamento è piuttosto semplice: prima di scattare si deve selezionare una opportuna apertura di diaframma tramite la solita ghiera sull’obiettivo e poi caricare la leva del diaframma per inquadrare e focheggiare a tutta apertura. Appena viene premuto il pulsante di scatto, la piastrina incernierata in basso si muove in avanti per azionare il pernino sull’obiettivo chiudendo il diaframma all’apertura selezionata, poi l’otturatore parte immediatamente. La piastrina rimane in avanti per tutto il tempo per cui rimane premuto il pulsante di scatto, ma questo non è un problema in quanto l’obiettivo "Auto" è in realtà semiautomatico ed il diaframma si riapre solo al successivo caricamento della leva.
Un’altra miglioria rispetto ai modelli precedenti era il primo tempo di scatto di 1/1000 in una fotocamera Asahi, da cui il nome K che significa appunto 1000 nelle unità internazionali. Il mirino aveva anche guadagnato uno schermo con lente di Fresnel più luminosa, mentre una differenza minore è il passaggio dal cromato al nero per quanto riguarda la finitura del manettino di riavvolgimento.
Detto di queste migliorie, la Asahi Pentax K si può considerare un raffinamento sostanziale dei modelli Asahi Pentax originali. Ad ogni modo il modello S non venne tolto di produzione immediatamente dopo la presentazione della K e le due fotocamere rimangono in produzione insieme fino al maggio del 1959. Attualmente la K è assai più comune della S nel mercato del collezionismo, a dimostrazione di un migliore successo commerciale ottenuto all’epoca. Secondo il libro di Fred Sherfy "Asahiflex and the pre-1959 Asahi Pentax Cameras", la K venne acquistata anche dalle riviste Life e National Geographic per equipaggiare i propri fotografi.

Varianti, numeri di serie registrati ed obiettivi
La Asahi Pentax K era disponibile sia in finiture cromate che completamente nere, molto meno comuni. La versione nera era equipaggiata di obiettivo standard pure in finiture completamente nere ad eccezione della leva di carica del diaframma cromata, mentre la versione cromata aveva la ghiera dei diaframmi e la scala della profondità di campo cromate e ghiera di messa a fuoco nera e cromata, di moda anche su diverse fotocamere tedesche dell’epoca. La Asahi Pentax K è stata anche l’ultima fotocamera Asahi venduta da Sears, Roebuck and Co., commercializzata col marchio Tower 29. Può essere interessante ricordare anche che in Sudafrica venne denominata Asahi Pentar K, dato che il nome Pentax ere registrato dalla Pentacon, il fabbricante tedesco-orientale delle Praktica.

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La Asahi Pentax K riportava la sigla sotto al numero di matricola a sei cifre sulla calotta superiore a sinistra del pentaprisma, la classica posizione di tutte le Pentax a vite. i numeri di serie registrati dall’autore vanno 154677 del libretto di istruzioni al 179288 (approssimativamente da 154000 a 182000 secondo Sherfy), ma si deve rammentare che entro questi limiti si trovano anche alcune S. Si è stimato che siano state prodotte fra le 20.000 e le 25.000 unità.

L’unico obiettivo standard della Asahi Pentax K era il già menzionato 58mm f/1,8 Auto-Takumar. Poco dopo vennero introdotti anche un grandangolare Auto-Takumar 35mm f/2,3 ed un mediotele Auto-Takumar 105mm f/2,8, sempre dotati di diaframma semiautomatico. Una immagine dell’inusuale Auto-Takumar 35mm f/2,3, è stata pubblicata in Spotmatic n°10 a pagina 27. Il corredo di obiettivi Takumar per la K comprendeva già il 35mm f/4, uno dei primi grandangolari retrofocus, l’83mm f/1,9, il 100mm f/3,5, il 135mm f/3,5, il 300mm f/4, il 500mm f/5 ed il 1000mm f/8, tutti con diaframma manuale. Nel 1958 il sistema Asahi Pentax comprendeva 10 obiettivi intercambiabili da 35mm a 1000mm ed era già piuttosto affermato. Naturalmente secondo gli standard attuali c’era una certa scarsità dal lato dei grandangolari, ma non va dimenticato che altri sistemi reflex dell’epoca non offrivano ancora grandangolari retrofocus e la maggior parte dei costruttori non disponeva ancora di sistemi reflex, ed anche i più famosi di oggi erano appena agli inizi. val la pena notare che Pentax, a differenza di altri fabbricanti, non ha mai offerto grandangolari simmetrici che richiedessero il sollevamento dello specchio e la perdita delle visione reflex per essere utilizzati. Al contrario la Asahi ha progettato obiettivi grandangolari retrofocus fin dall’inizio, permettendo così la piena disponibilità della visione reflex.

CARATTERISTICHE DELLA ASAHI PENTAX K:

Costruzione: pressofusione in alluminio con rivestimenti in ottone.
Innesto obiettivi: vite Pentax M42x1.
Tiraggio: 45.5mm.
Esposizione: manuale.
Esposimetro: non disponibile.
Otturatore: meccanico a tendina gommata a scorrimento orizzontale sul piano focale.
Caricamento: additivo a leva con 160° di corsa.
Tempi: B, T, X, 1, 1/2, 1/4, 1/8, 1/15, 1/30, 1/60, 1/125, 1/250, 1/500, 1/1000 sec.
Sincro flash: circa 1/45 sec.
Pulsante di scatto: meccanico con filettatura standard.
Autoscatto: non disponibile.
Mirino: pentaprisma fisso.
Schermo di messa a fuoco: fisso smerigliato con microprismi.
Campo inquadrato: non dichiarato.
Ingrandimento: 1X con 55mm all’infinito.
Indicazioni nel mirino: nessuna.
Alimentazione: non necessaria.
Dimensioni: 145 x 92 x 50 mm.
Peso: 580g (solo corpo).
Altre caratteristiche: Contafotogrammi automatico con azzeramento manuale, prese sincro standard X ed FP, dorso fisso, pulsante di riavvolgimento e foro filettato sul fondo, memo film a ghiera.
Periodo di produzione: Maggio 1958-Maggio 1959.

Fonti informative: F. Sherfy, ricerche personali

L'articolo originale è stato pubblicato su SPOTMATIC n°16, Aprile 1998.

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