Malacogia
Note di malacologia:
La conchiglia, struttura esterna di sostegno dei molluschi in genere, è costituita da carbonato di calcio in strati sovrapposti, dei quali quello esterno è il più vecchio, mentre quello giovane è situato nella parte interna. Nella regione dorsale del mollusco e disposte lungo il margine del mantello, vi sono delle ghiandole che hanno la funzione di creare la conchiglia, accrescerne la lunghezza e aumentarne lo spessore. Durante la crescita dell’animale quindi, lo strato di conchiglia si estende sopra e davanti a quello precedente e le evidenti linee di accrescimento servono per stabilirne l’età.Il colore è presente nella conchiglia sotto forma di pigmento; la diversità di colore o la sua totale assenza sono causati dalla disposizione dei pigmenti delle cellule cromatogene e dalla loro disposizione lungo il mantello. Il colore uniforme di una conchiglia è quindi causato dalla continua attività secretrice che regolarmente rilascia il pigmento, mentre la deposizione del pigmento in un solo punto produrrà una linea colorata; la mancanza di cellule cromatogene, o la inattività delle stesse, produrrà una conchiglia bianca. Alcune conchiglie presentano piccole nervature, tubercoli, spine o protuberanze, dovute alla non uniforme secrezione delle cellule, altre hanno ben evidente la pellicola villosa (periostraco) che le riveste. I molluschi costituiscono, dopo gli insetti, il più vasto raggruppamento di esseri viventi e si suddividono, a seconda dell’aspetto esterno e conformazione anatomica, in sette classi:
APLACOFORI - MONOPLACOFORI - POLIPLACOFORI - GASTEROPODI - BIVALVI - CEFALOPODI – SCAFOPODI
Essi popolano ogni ambiente della terra, dalle montagne ai deserti, grotte, laghi e paludi, ma è in mare che trovano il dominio assoluto; in questo ambiente meraviglioso, la natura pare sbizzarrirsi a creare le forme più armoniose e colorate, con dimensioni che vanno dal decimo di millimetro fino a dimensioni centimetriche che permettono di apprezzarne la bellezza.
Rispettiamo l’ambiente marino:
L’inquinamento, i metodi di pesca e la raccolta indiscriminata, sono i principali aspetti dell’irresponsabile disprezzo umano verso la natura. Bisogna che l’uomo eviti di contribuire alla distruzione di un ecosistema fragilissimo, rispettando i Parchi Marini e soprattutto le zone di ripopolamento. In alcune località del territorio del Parco dell’Arcipelago di La Maddalena, si incontrano cartelli come quello rappresentato nella foto, dove sono bene evidenziati alcuni divieti; in questo caso la raccolta di conchiglie è vietata, è quindi opportuno rispettare l’indicazione, evitando così di incorrere in sanzioni e procedimenti penali. Se si intende prelevare un esemplare per la propria collezione, si eviti di prelevare quello non ancora completamente sviluppato, rimettendo a posto le eventuali pietre spostate durante la ricerca. Non è necessario raccogliere molti esemplari: a chi intende collezionare conchiglie ricordiamo che ne bastano due della stessa specie per rendere ricca una collezione; le conchiglie svolgono il compito primario di protezione per i molluschi, e a volte offrono un ambiente ideale per altre specie animali come il paguro bernardo (Dardanus arrosor), che le occupa e le usa come casa. Da diversi anni l’ENEA-CRAM, l’Università di Parma e la Società Italiana di Malacologia, stanno realizzando il censimento della malacofauna marina delle coste italiane; il progetto è stato concepito per incrementare e ordinare le conoscenze sulla distribuzione dei molluschi marini delle coste italiane. L’obbiettivo di questa ricerca ha lo scopo di costituire la banca dati dei molluschi marini presenti sulle nostre coste. L’uomo deve essere consapevole della necessità di proteggere gli habitat di questi organismi, salvaguardando la sopravvivenza delle specie e dare la possibilità alle future generazioni di poter apprezzare le ricchezze della natura. E’ nostro interesse salvaguardare non solo le specie ittiche e la vegetazione marina, ma anche le conchiglie, che hanno un importante ruolo nell’intero ecosistema del Mediterraneo.
Aplacofori
Questi molluschi, che abitano le acque profonde dei mari, sono privi di conchiglia e hanno un aspetto vermiforme. Sono animali ermafroditi privi sia di testa che di piede; il nutrimento viene prelevato mediante un minuscolo orifizio munito di radula.
Monoplacofori
È la classe quasi del tutto estinta: si conoscono circa dieci specie, le prime tre scoperte nel 1957; questi molluschi, che vivono a grandi profondità (3500 mt), hanno una conchiglia più o meno conica, appiattita, molto fragile e leggera, formata da una sola placca. Considerati dagli studiosi dei veri e propri fossili viventi, si nutrono di detriti.
Poliplacofori
È la classe meno nota perché la loro conchiglia è formata da piccole piastre articolate e legate al tessuto dell’animale; questi molluschi vivono essenzialmente nascosti sotto i sassi. Il piede, molto sviluppato e robusto, permette all’animale di strisciare sulle rocce e rimanervi attaccato per quasi tutto il periodo della propria vita. La specie conta circa 600 specie e si nutre di alghe e detriti.
Gasteropodi
Questa classe è la più numerosa (circa 38.000 specie) ed è l’unica adattatasi a vivere, oltre che nel mare e in acqua dolce, anche nel terreno. La conchiglia dei gasteropodi è generalmente avvolta a spirale su un asse reale o virtuale. Le specie variano considerevolmente sia per caratteristiche anatomiche che per stili di vita; alcuni molluschi possono avere le dimensioni di un millimetro, mentre altri possono pesare fino a 15 kg. Si nutrono di cadaveri di altri simili e di pesci; sono considerati i veri e propri "spazzini del mare".
Bivalvi
Le conchiglie di questi molluschi sono sempre due, e possono essere simmetricamente uguali oppure differenti; esse sono legate da una cerniera di materiale organico che tiene unite le due valve e ne permette l’apertura e la chiusura con un perfetto incastro. La classe dei bivalvi comprende circa 6000 specie; le più comuni sono: le vongole, i mitili, le ostriche e i pettini. I bivalvi si nutrono e assorbono l’ossigeno per respirare, filtrando l’acqua attraverso la coppia di branchie situata posteriormente al mollusco.
Cefalopodi
In questo gruppo (circa 700 specie) sono riuniti esclusivamente molluschi marini, molto evoluti la cui conchiglia può essere esterna o interna come nelle seppie e nei calamari, o esterna, come l’argonauta, animale pelagico che la usa esclusivamente per contenere e trasportare le uova; ma può anche essere totalmente assente come nel caso del polpo. I cefalopodi hanno un piede trasformato in lunghi tentacoli con ventose che servono per catturare il cibo. Si nutrono essenzialmente di pesci e piccoli crostacei.
Scafopodi
Questa classe esclusivamente marina, conta circa 350 specie ed è a forma di zanna di elefante con una serie di uno o più solchi longitudinali a U o a V posti sulla lunghezza totale della conchiglia; dall’apertura più ampia esce il piede dell’animale. Il mollusco vive infossato nella sabbia o nel fango, lasciando sporgere la sola estremità posteriore, attraverso la quale escono dei piccoli tentacoli che servono per nutrirsi.
.: Torna Su! :.