LA NOSTRA AMATA TERRA
Anticamente,molto anticamente qui,su questa terra che noi calpestiamo, c'era
un lago dalle vitree acque,il cui ricordo si è perso nella notte dei
tempi. Dopo tanti secoli,forse millenni, quelle acque divennero meno trasparenti,quasi
salmastre, paludose ,arrecando gravi danni ai borghi limitrofi,anche perchè,a
volte il lago,spesso cappriccioso,si rigonfiava riallagando le strisce di
terreno emerse magari gia da parecchi anni.
Ma il genio dell'uomo,guidato da Claudio Valerio Druso,imperatore di Roma,all'inizio
dell'era Cristiana,fece una colossale impresa, sconfisse i capricci del lago,prosciugandolo
e scoprendo una grande parte della terra del Fucino,con gran sollievo delle
genti che vi abitavano. Ma cio non durò molto: la galleria si ostruì,i
canali si colmarono e le acque ripresero possesso dell'alveo naturale.
Passarono molti secoli,finche il rinnovato genio ed un uomo coraggioso,Alessandro
Torlonia, ritentarono l'impresa, sia pure dietro le orme di Claudio e,questa
volta con pieno successo,facendo baciare dal sole e per sempre,questa fertilissima
terra della nobile contrada Marsa,tramutando cosi le umili barche dei pescatori,che
solcarono quelle acque ormai limacciose,in aratri dai lucenti vomeri.
Ma il coraggioso uomo diventò anche incontrastato padrone che, servendosi
del suo poderoso apparato, costituito da guardie e .... fattori, rese assai
difficile la sopravvivenza degli ignari affittuari, novelli agricoltori.
Dopo lunghe lotte però,e con grossi sacrifici,questi,finalmente,ottennero
la tanto sudata terra.
Merito anche dei Governanti seri ed attenti alle istanze sociali che,subito
dopo l'ultima disastrosa guerra mondiale,con la Riforma Agraria,resero possibile
l'avvio ad una migliore vita nei campi.
Un'era nuova si affaccib all irizzonte della distesa valle marsicana: i borghi,
ai piedi lei monti circostanti sono diventate cittadine quasi opulente,e gli
aratri,nati dal legno delle barche e i lucenti vomeri,derivati dai rozzi a
simbolici rostri di quelle, tirati da buoi e cavalli per solcare l'umida terra,
sono ricordi ormai lontani, si sono tramutati in attrezzi d'avanguardia.
Ora la campagna pulsa,infatti, di cavalli-notori, rendendo tutto più
agile e svelto,con minor fatica , producendo i prodotti più belli del
mondo.
E ciò grazie al "genio" di uomini nuovi che guidano, con
"valentìa" e "operosità" la nostra agricoltura
. Grazie a questi uomini acculturati, studiosi, diligenti e dirigenti che...Parlano...Parlano...Parlano
nei superiori appartamenti della splendita villa principesca immersa in un
bellissimo a verde parco.. . Incuranti dei canali- che, come sempre si ricolmano
di flutti tracimosi d'inverno e di limo cresposo d'estate e delle strade impercorribili
per le numerose e profonde buche che continuamente creano disagi, provocando
anche gravi incidenti, coinvolgendo persino i più provetti automobilisti.
C' è la speranza almeno, che con l' inizio del terzo millennio di vedere
risolti definitivamente questi "piccoli" problemi? Oppure dobbiamo
rassegnarci all'amaro verso del Leopardi che recita:"A te la speme nego,
mi disse,anche la speme;"?
Conunque,da piccoli osservatori quali siamo,una cosa ci auguriano che tutti
coloro chiamati a guidare lo sviluppo futuro della nostra cara Marsica prendano
esempio da quei uomini semplici,pronipoti degli umili pescatori,che tracciarono
i primi solchi con arnesi prinordiali,diventando i veri protagonisti del FUCINO,i
veri portatori di progresso di questa nostra amata TERRA.
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