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La radiosonda

Col progredire degli studi meteorologici, si è palesata sempre più la necessità di non limitare le osservazioni agli strati più bassi dell'atmosfera, ma di estenderli a quelli più alti, dove avvengono movimenti di grandi masse d'aria e di sistemi che esercitano un'influenza determinante sui fenomeni atmosferici degli strati inferiori.

Lo strumento che ha reso possibile tale estensione dei rilevamenti meteorologici è la radiosonda, inventata fin dal 1927, ma giunta molto più tardi ad un conveniente stadio di perfezionamento, con il progredire della tecnica elettronica.

La radiosonda consta di un minuscolo radiotrasmettitore automatico allo stato solido, funzionante sulla gamma delle ultrafrequenze (U.H.F.); il trasmettitore è collegato ad elementi sensibili alla temperatura, alla pressione ed alla umidità atmosferica che ne modulano variamente i segnali, permettendo di risalire ai valori dei predetti parametri.

La radiosonda viene lanciata nel cielo appesa ad un pallone, che può raggiungere quote anche oltre i 30000 metri. Un sensibilissimo ricevitore posto a terra provvede a raccogliere i segnali trasmessi dall'apparecchio e a decodificarli.

 

 
Questa pagina è stata realizzata da Vittorio Villasmunta
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