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Comune di Vita

Un po' di storia 

La storia del comune di Vita è piuttosto recente.

 L'origine risale ai primi anni del XVII secolo, quando la Sicilia era sotto il dominio spagnolo.

 

Le circostanze storiche vanno inquadrate in quel periodo tra il XVI e il XVII, nel quale in Sicilia fu favorita la fondazione di nuovi centri (sorsero allora in Sicilia circa 100 comuni!), soprattutto allo scopo di ripristinare la produzione agraria delle terre poste all'interno dell'isola. 

Dopo la scoperta dell'America, infatti, nei paesi del bacino del Mediterraneo si era verificata una decadenza di tutte quante le attività commerciali e produttive, a beneficio dei paesi atlantici.  

Fondatore fu il Barone Vito Sicomo da Calatafimi, il quale ottenne dal re Filippo III d'Aragona lo "jus populandi”; tale concessione, registrata in Palermo in data 17 Aprile 1606, fu poi ratificata da Filippo III con decreto dell'11 Marzo 1607 e divenne operante il 28 Maggio dello stesso anno.  

 

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storica fontana di Cartipoli

 

 

palazzo Daidone (in restauro) 

 

L’origine del nome “Vita” è da collegare, come appare ovvio, al fondatore Vito Sicomo. Suggestiva, però, resta l’idea di Carmelo Trasselli, uno tra i più attenti e documentati storici del nostro tempo, secondo il quale la denominazione "Vita" sarebbe di origine araba. 

A sostegno di tale ipotesi starebbe il fatto che già nell'antica Algeria esisteva un centro chiamato Vita e che prima del 1600, in pieno medioevo, erano probabilmente presenti nel circondario dei caseggiati rurali arabi (del resto è noto il grande impulso che gli Arabi diedero all'agricoltura siciliana).

 Sicuramente - ci sentiamo di poter dire -  in epoca più antica, il territorio di Vita fu senz'altro sede di qualche insediamento. Diverse tombe quasi certamente romane e numerosi cocci di vasellame aretina sono stati rinvenuti in contrada Chirchiaro. La zona del rinvenimento, peraltro, sembra avere tutti i requisiti che gli antichi cercavano ricercavano nei propri insediamenti: sorge in posizione strategica ai piedi del Monte Baronia; domina l'enorme vallata sottostante dove quasi certamente scorreva la strada consolare che dall'interno della Sicilia portava a Lilybaeum; volge verso mezzogiorno, confortata per la maggior parte della giornata dal sole; è in prossimità del ramo principale del fiume Freddo.

Ma osiamo dire di più.

Chissà se prima della documentata presenza romana ci fossero precedenti insediamenti!

Curioso, infatti, ci sembra il fatto che la montagna della Baronia sia in collegamento visivo sia con Segesta, sia con Alicya, l'odierna Salemi: due tra i più grossi centri del territorio degli Elimi.

Sono, questi, tutti elementi che invitano a fare delle considerazioni e degni di un approfondimento.

 

 

vecchio panorama del centro storico (ricostruzione grafica di Pasquale Gruppuso)

Vita fu intensamente coinvolta nei problemi risorgimentali. Nel 1848 scoppiarono tumulti, che causarono uccisioni, arresti ed esili; tra i protagonisti si ricorda un certo Antonino Ditta, cui è dedicata una piazzetta. il Municipio fu incendiato e molti documenti andarono distrutti.  

Nel 1860 Vita si trova in primo piano nella prima fase dell’epica Impresa dei Mille. Una squadra di “picciotti” vitesi partecipò all'epica battaglia di Pianto Romano (4 Km. da Vita), tra cui il ricordato Antonino Ditta. Ma la nostra attenzione va soprattutto  al sedicenne Vito Genova il quale, colpito da una pallottola, dopo le cure corse a raggiungere le truppe garibaldine, e a Giuseppe Occhipinti che il 27 Maggio, nella battaglia di Palermo, cadde eroicamente nello scontro con i Borboni in Piazza della Rivoluzione. 

 Com’è facile immaginare, nella battaglia di Pianto Romano, i vitesi fornirono il supporto logistico all’esercito garibaldino. I feriti, in numero di circa ottanta, dopo la battaglia furono trasportati nella  Chiesa di San Francesco e nell’ospedale civico, dove furono assistiti e curati. I più gravi furono successivamente assistiti da alcuni volontari all’interno delle proprie abitazioni. Alcuni garibaldini qui morirono: Ulisse Pedotti, Francesco Montanari.  

Nella storia recente di Vita, particolare rilievo assume il sisma del 1968 il quale, pur non avendo provocato vittime, ma solo danni materiali, ha portato cambiamenti dal punto di vista sociale, culturale, edilizio. A causa dei danni riportati dalle vecchie case, il Centro storico si è parzialmente svuotato, per far posto ad una nuova zona di insediamento situata a valle, in contrada Giudea, dove sono state costruite diverse strutture pubbliche come la Scuola Materna, la Scuola Media, il Centro Sociale, un Mercato Civico, l’Unità Sanitaria.  

 

 

 

 

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