Dall’ovo e garibaldi
 
2° libro promosso dalla famiglia Poletti de Chaurand
GARIBALDI Un Uomo dimenticato
Il 19 maggio scorso, in una sala gremita di gente della Fiera nuova di Bergamo, è stato presentato il libro su Garibaldi scritto dallo storico e concittadino Paolo Merla.
Il libro ha, secondo noi, un duplice merito. Il primo fa riferimento al tema Garibaldi, di cui ricorrono quest’anno i duecento anni della sua nascita, mentre il secondo riguarda Dalmine.
Su Garibaldi, scrive Merla nella introduzione, sono stati scritti oltre 16 mila libri e quindi era difficile non ripetersi. Per questo, facendo ricorso alla ricca biblioteca e archivio della famiglia Dall’Ovo - de Chaurand – Poletti, l’autore presenta Episodi e memorie che videro protagonista Luigi Enrico Dall’Ovo a fianco di Garibaldi durante la campagna meridionale del 1860. L’obiettivo era quello di far emergere l’Uomo con i suoi valori, come spiega nella prefazione il dottor Eugenio M. Poletti de Chaurand. A testimonianza del suo animo, nel libro si racconta, ad esempio, che mentre nel 1875 Garibaldi attraversava Roma in carrozza, tra la folla che lo applaudiva, riconobbe Luigi E. Dall’Ovo. Fece fermare la vettura e chiamò a sé il suo ex compagno d’armi e la moglie per salutarli. Erano passati ben 14 anni dall’ultima volta che si erano visti. Nel libro, alla cui lettura invitiamo tutti, raccoglie poi testimonianze di contemporanei e di storici che permettono di conoscere meglio Giuseppe Garibaldi e di risvegliare anche nella nostra vita quello spirito di giustizia sociale, di libertà e di passione civile che lo guidarono nelle sue imprese.
L’umanità di questo importante personaggio del Risorgimento è stato messo in risalto anche nel convegno, soprattutto con due interventi. Il direttore della Biblioteca A. Mai, Giulio Orazio Bravi, sottolineava come, anche dopo anni l’impresa meridionale, Garibaldi si interessasse dei suoi militi, preoccupandosi di eventuali situazioni di disagio in cui venissero a trovarsi. L’intervento del pronipote dell’Eroe, che porta lo stesso nome, ha raccontato la religiosità di un uomo che è stato dipinto da una certa icononografia come antireligioso.
Un secondo motivo per accogliere con favore il libro fa riferimento a Dalmine. La storia di questo territorio non è concentrata solo negli ultimi cento anni. Ma è una storia più lunga e più ampia, che non si articola solo attorno all’azienda. Due cittadini di Bergamo, oltre al Dall’Ovo anche Gabriele Camozzi, avevano in Sforzatica e nel piccolo borgo di Dalmine una loro residenza. Entrambi furono vicini agli ideali garibaldini e in diverso modo lo seguirono. Mentre del Camozzi si è scritto in diverse pubblicazioni, di Luigi Enrico (1821-1897) e delle sue gesta poco si sapeva. Era stato definito come “il più taciturno degli ufficiali bergamaschi dei Mille”, ma il suo valore in campo militare fu riconosciuto, oltre che tra le milizie garibaldine, anche dopo il suo passaggio nell’esercito italiano, dove raggiunse il grado di generale. Una luce su questo concittadino, contribuisce anche a conoscere meglio la Sforzatica dove lui, nato a Bergamo nel 1821, visse poi fino al 1897.
All’autore, alla famiglia Poletti de Chaurand e all’Associazione Archivio e Biblioteca Dall’Ovo i nostri complimenti e auguri per le prossime iniziative.
 
Claudio Pesenti