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A quasi quindici anni dalla prima operazione di rimboschimento del Parco Nord, che ha avuto luogo nel 1983, lo spettacolo che oggi si presenta dinanzi agli occhi dei frequentatori è ormai quello di un parco giovane ma in gran parte già ben delineato. Sui 250 ettari di aree già bonificate e restituite alla natura, oggi dimorano più di duecento mila piante ad alto fusto e arbusti delle specie più diverse.
I primi interventi di rimboschimento, realizzati tra il 1983 e il 1984, sono stati compiuti dall'Azienda Regionale delle Foreste a bassissimo costo. Dal 1985 gli interventi sono proseguiti senza sosta a ritmo annuale e sono diventati sempre più complessi.
Alle specie forestali si sono via via aggiunti significativi impianti di filari di alberi, con piante di altezza di tre o quattro metri, in modo da dare fin da subito una presenza più adulta al verde. Quindi negli ultimi anni, ai classici interventi di forestazione, tesi per lo più a dare vita al cuore verde del parco, si sono affiancati inserimenti di arbusti e di essenze ornamentali, volti a creare un ambiente più gradevole dal punto di vista paesaggistico.
Oggi basta passeggiare tra i viali, tra i filari di tiglio o ippocastano, oppure immergersi nei numerosi sentieri che corrono tra i boschi, per ammirare i colori e assaporare i profumi di una natura più che mai vivace.
È significativo, in questo contesto, che all'interno delle zone di rimboschimento molte delle piante messe a dimora abbiano iniziato a rinnovarsi spontaneamente tramite disseminazione naturale: segno che quelle aree non sono più delle "zone con tante piante una in fila all'altra", ma sono diventate dei veri e propri boschi, e vanno curati, tenuti puliti, sfoltiti.
Tra gli alberi di alto fusto, gli arbusti e le piante ornamentali, attualmente il Parco Nord conta la presenza di oltre 100 specie, tra le quali il 30 per cento di origine padana. Vi si trovano essenze quali la farnia, il cerro, l'olmo campestre, il pioppo bianco, il pioppo nero e l'acero campestre, il pino silvestre, oltre ad alberi di origine esotica quali la quercia rossa, il pino dell'Himalaya ed altri come l'ontano napoletano, il frassino maggiore, l'acero di monte che, inseriti per il loro veloce ritmo di crescita, si sono subito trovati a loro agio.
Tra gli inserimenti di arbusti selvatici è stato favorito il pado, il prugnolo, il biancospino, lo spincervino, il nocciòlo e la frangola, piante sempre più rare perché scarsamente utilizzate dall'uomo.
Proprio la vitalità con cui questa natura continua a crescere e a svilupparsi nel rinato ambiente del Parco Nord dimostra che qui la natura, scampata alla minacciosa avanzata dell'urbanizzazione, non ha mai smesso di vivere. Ed anzi la presenza di alcuni "relitti del tempo", ovvero di piante erbacee tipiche di epoche in cui in queste zone la natura regnava incontrastata, continuano a sorprendere anche gli operatori del parco.
E' il caso di alcune timide presenze quali il Galanthus nivalis e il Leucojum vernum, più conosciuti come bucaneve e campanellino di primavera, l'anemone dei boschi (Anemone nemorosa), la Corydalis intermedia e la Scilla bifolia, tutte piante oggi protette dalle leggi regionali.

 

 

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