SCECSPIR
Domenica
02 Novembre 2008
Capraia, ore 10.30
G.S.
La Stanza
-
C.T.C. Capraia
1 – 2
(Pancanti)
Razzauti
Mascali
Giacinti
Zavaglini (Biancalani)
Barbieri
Andreini (Cappelli)
Pandolfini (Adorni)
Magistà (Biondi)
Dabraio
Pancanti
Carriero (Pagliai)
Dubbio amletico. Il Dizionario della Lingua
Italiana, edito da Zingarelli, così lo definisce:
<< Dubbio
che rode l’anima e impedisce l’azione
>>. Esempio: è preferibile gareggiare ad
armi pari ed a pari livello contro la squadra
capolista, esprimendo buone trame e notevole
attivismo, però cuccarsi due castagne sulle due
uniche occasioni create dalla stessa, oppure
disputare una partita un po’ più bruttina ma
agguantare almeno uno dei due punti in palio? Mah,
si tratta proprio di un bel dubbio…amletico,
appunto. A Capraia, contro i momentanei primi
della classe, i verdeoro disputano i primi
venticinque minuti del match in maniera notevole;
competono contro i biancoverdi locali a viso
aperto, costruiscono iniziative ragguardevoli e
mantengono, nei loro confronti, una pressione
sufficiente a non permettere di avvicinarsi alla
porta difesa da Tommy Razzauti. A sfavore degli
stanzini, oggi guidati da mister Mazzei, il fatto
di far mancare alle proprie azioni della
necessaria incisività nei metri finali, tanto da
dover registrare solo un tiro eseguito da Pancanti,
pescato magistralmente da Pandoro Pandolfini, che
finisce alto, sopra la traversa. Però i nostri
giocano, la difesa è attenta ed il centrocampo
tiene i ranghi serrati con Mimmo Dabraio che, là
davanti, corre come un cavallo imbizzarrito. Tutto
questo per venticinque minuti, poi un minuscolo
graffio sciupa tutto il capolavoro. Lo strepitoso
arbitro internazionale Bombini vede, sulla
trequarti, un fallo di mano commesso dal Mascàli
(o Màscali, a seconda della soluzione cromatica
adottata) e decreta un calcio da fermo che i
capraiesi sono lestissimi a battere, indirizzando
la sfera verso la propria destra. Raccoglie
l’attaccante biancoverde, che penetra in area e
trafigge il Tommy. Uno a zero. Gli auriverde
ripartono, cercando di mantenere i nervi saldi,
consapevoli di poter competere in maniera
equivalente con i più quotati antagonisti. Ed
ecco che arriva il secondo gancio: sfera scagliata
verso la rete stanzina, Tommy che respinge corto,
attaccante indisturbato che ne approfitta e
risultato parziale ritoccato verso il basso. Due a
zero. Per esser più precisi, due tiri, due goal e
venti minuti pregevoli gettati alle ortiche:
tipico, da Stanza. Nell’intervallo, sfogo
caustico del Tommy riguardo la circostanza del
secondo punto capraiese e subdoli stratagemmi per
raffreddare il corroborante thè sociale,
ritenuto, forse a ragione, eccessivamente rovente.
E si riparte. La formazione di casa, forte del
doppio vantaggio, gioca ora con maggior scioltezza
mentre gli ospiti, giocoforza, devono farsi più
frenetici. Nel tentativo di raddrizzare la
contingenza, mister Mazzei opera alcune variazioni
tattiche, cui poi fanno seguito i primi
avvicendamenti: fuori Zavaglini e Carriero per
Stefanino Biancalani e Visuccio Pagliai. La
partita si fa un po’ più confusa e questo va
tutto a vantaggio dei biancoverdi, che operano di
rimessa e partono in contropiede. Pippo Andreini,
decisamente fuori rotta, lascia per Cappelli, poi
Pandolfini e Magistà vengono sostituiti da Ferro
Adorni e Biondi. San Gennaro compie o’ miracolo:
dai piedi di Cappelli (questo è il miracolo)
parte l’azione che porta il rapidissimo Dabraio
dentro i sedici metri avversari. Purtroppo la
conclusione finisce sull’estremo difensore
capraiese, che mette il pallone in calcio
d’angolo. Inevitabilmente, con l’impietoso
scorrere dei minuti, il baricentro stanzino si
piega in avanti. Tentativo di Barbieri, che devia
di testa un traversone giunto dalla sinistra, ma
la traiettoria finisce a lato. Visuccio si
incarica di eseguire un calcio da fermo, accordato
agli stanzini sulla sinistra della trequarti.
Lungo la parabola, all’interno dell’area
capraiese, interviene Pancanti che colpisce di
cranio e viola la verginità dei biancoverdi,
dimezzando le distanze. Malauguratamente, il tempo
restante non è più sufficiente, solo quanto
basta per una strepitosa parata del labronico
Tommy su un tiro scoccato da distanza
ravvicinatissima: intervento da applausi ma, ahimé,
inefficace ai fini della graduatoria del
Venticinquesiman. Quindi, tutti sotto la doccia.
Masticando amaro. E parecchio, per l’ennesimo
punto sgusciato dalle dita. (f.a.)
|