Decisioni Connubiali di Ferro
Domenica 02 Ottobre 2011 Marcialla, ore 10.30
A.S.La Stanza - Polisportiva Certaldo 0 – 3
Razzauti
Sifanno (Locci F.)
Mascali (Locci G.)
Magistà (Biancalani)
Vezzosi (Pucci)
Galgani
Pancanti (Carriero)
Berterame
Dabraio D.
Pandolfini (Santini)
Dabraio M.
Chiediamo indulgenza, in anticipo, ma non ci sentiamo molto in vena. Ragion per cui, giusto due righe, così, per non perdere il settimanale appuntamento con i nostri assidui lettori, che sono tantissimi. Il numero dei contatti registrati dalle nostre pagine virtuali è così elevato da far esclamare a mister Cecconi: “Il sito della Stanza è più frequentato di un indirizzo pornografico!” Vero. Ed a tutti coloro che vengono a farci visita, vogliamo rinnovare i ringraziamenti più sentiti. Siamo, forse, una squadra di vecchi scarponi però estremamente vitali. Lunghissima, la trasferta odierna. La Polisportiva Certaldo ci attende in quel di Marcialla, località immersa nel Chianti fiorentino. La comitiva stanzina si organizza come meglio non potrebbe, raccogliendo i propri adepti lungo il cammino, come fossero stazioni poste lungo la Via Francigena. La gara. Impari, a dir la verità. I nerazzurri locali provengono dall’empireo del comitato U.I.S.P. Empolese Valdelsa, ritrovatisi nei bassifondi a causa di una brutta (ridicola) storia di illeciti sportivi. Una corazzata che si batte contro una bireme e che, nei primi minuti, fallisce clamorosamente almeno sei incredibili occasioni da goal. In questi frangenti, Tommy Razzauti non può dirsi senza pecche. Poi, i biancoverdi stanzini riescono a sistemarsi. Nessuna opportunità in avanti (registriamo una sola bella intuizione di Alberto Pancanti, diretta verso Mimmo Dabraio), ma almeno limitano gli sconquassi avversari. Anche il Tommy rialza la testa con alcuni interventi efficaci, di cui uno operato al di fuori dei propri sedici metri. Certaldesi sempre più che attivi, insomma, ma stanzini un po’ meno sofferenti. E chissà…Intervallo. Temperatura atmosferica impietosamente bollente. Così come il thè sociale. Secondo tempo. Nerazzurri nuovamente all’assalto, ma ora l’occasionissima tocca anche ai nostri. Antonio Berterame lancia la palla lungo la fascia sinistra. Vincendo la resistenza del diretto avversario, vi piomba TurboMimmo che galoppa sino all’interno dei sedici metri certaldesi. Più accentrato, lo accompagna Marco, il Dabrìn nipote. Il quale è sfuggito ad ogni controllo e viene a trovarsi in posizione favorevolissima. Se il Dabròn decidesse di passargli la palla. Invece TurboMimmo lo ignora e conclude malamente, alto e fuori bersaglio. Big Jim Vezzosi chiama il cambio. Al suo posto, Riccardo Pucci. Sollevato per l’assenza tra i ranghi di Ferro Adorni. Rocco Mascali si impappina ed i certaldesi centrano finalmente la rete biancoverde. Poco dopo, fanno il bis e la Stanza si arrende. Per sottolineare la situazione, i locali colpiscono pure la traversa. La girandola degli avvicendamenti biancoverdi. Escono l’Aurélio Magistà, il Panca ed il Pandoro, entrano Stefanigos Biancalani, VDA Carriero e (spazio bianco). Anche se feriti a morte, i nostri riescono a dare l’unghiata. Berterame Antonio da Corniola spara una bordata che impatta contro la traversa avversaria. Sul rimbalzo, gli stanzini chiamano il goal ma vengono ignorati dal direttore di gara. Che poi ignora anche il Ferro il quale, in qualità di badarighe, ha appena segnalato una rimessa laterale. Povera la crinita cariatide, neanche da guardalinee gode di un po’ di considerazione. Lo sviluppo dell’azione porta i certaldesi sul definitivo tre a zero. Scampoli di partita anche per la Loccistica. Il Presidente rileva Gae Sifanno, il Giuàn prende il posto del maresciallo Rocco. Stop. Tutti a far la doccia. Tralasciamo disquisizioni e finalità tecnico-tattiche, condite da approfondimenti psicologici, espresse dal Cecco: servirebbe un capitolo a parte. Unica eccezione, il titolo di apertura. Qualcuno ha chiesto allo scrivente: “Non sarebbe stato meglio se tu fossi rimasto a casa?” No, rispondiamo. Insieme a voi, per un paio d’ore, siamo riusciti a tener lontana la malinconia. (f.a.) |